55 anni dopo: la Giornata dei Feriti Palestinesi rimane un doloroso ricordo dell’ingiustizia

La violenza dell’apartheid raccontata da chi resiste. Dalla striscia di Gaza sotto assedio dal 2007, nasce Over the Wall, una nuova rubrica frutto della partnership tra Global Project e il media indipendente palestinese Days of Palestine per denunciare i crimini israeliani nei territori occupati. Gli articoli verranno pubblicati ogni domenica su Globalproject.info.

Il 13 marzo è stato il 55° anniversario della Giornata dei Feriti Palestinesi, una dura testimonianza delle continue violazioni dei diritti umani inflitte dall’occupazione israeliana. In questa giornata, i palestinesi di tutto il mondo si riuniscono per celebrare le lotte e i sacrifici di coloro che hanno sofferto per mano dell’occupazione israeliana.

È un giorno speciale di riflessione e commemorazione, sia nella terra natia sia per chi è stato costretto alla diaspora. Molti gli eventi organizzati, ufficiali e spontanei, per celebrare i feriti, ricordando i loro sacrifici e le loro sofferenze.

La giornata è stata istituita il 13 marzo 1968 dal defunto presidente Yasser Arafat, dichiarando che il 13 marzo di ogni anno sarebbe dovuto essere un giorno dedicato a onorare coloro che sono rimasti vittime nel perseguimento dei diritti dei palestinesi.

Già nel 1965 era stata istituita la “Fondazione per la Cura delle Famiglie dei Martiri e dei Feriti”, nata per fornire assistenza alle famiglie dei martiri e supportare i feriti-

I feriti rappresentano ancora oggi un triste promemoria degli effetti devastanti dell’occupazione, delle violazioni dei diritti e dei regolamenti internazionali da parte delle milizie israeliane. Per reprimere i palestinesi, in molteplici occasioni sono state impiegate armi vietate dal diritto internazionale, con azioni di forza spropositate che hanno lasciato dietro centinaia di migliaia di feriti.

Nonostante le avversità, non sono mancati coloro che con coraggio hanno continuato ad insorgere e combattere anche dopo aver subito ferite multiple, patendo un dolore insopportabile pur di perseguire la causa palestinese.

Tra le molteplici ingiustizie causate dell’occupazione israeliana, si ricorda il dolore di centinaia di prigionieri palestinesi nelle carceri e nei centri di detenzione israeliani, feriti dai proiettili penetrati e ancora presenti nei loro corpi. Sofferenze amplificate e perpetuate dalla deliberata politica di negligenza medica perseguita dal regime penitenziario israeliano.

I dati riportano che i numeri più elevati di infortuni si sono dati durante gli eventi di più alto profilo della storia recente: la prima intifada, iniziata nel 1987 e terminata nel 1993, ha avuto un impatto enorme sulla società palestinese con il ferimento di circa 130.000 palestinesi, secondo l’Ufficio Centrale di Statistica Palestinese.

La sanguinosa rivolta contro la costruzione del Western Wall Tunnel, durata tre giorni nel settembre 1996, provocò circa 1600 feriti.

La seconda intifada, nota come Intifada di al-Aqṣā, fu altrettanto devastante. Dal 29 settembre 2000 al 31 dicembre 2008, il bilancio ufficiale dei feriti ha raggiunto la cifra di 35.099.

Durante l’aggressione israeliana del 2008 contro la Striscia di Gaza, il Ministero della Salute Palestinese ha riferito che 5450 palestinesi sono rimasti colpiti.

Nell’assalto israeliano del 2012, i feriti sono stati 1526 saliti a 11.000 con l’escalation del 2014.

L’anno 2017 si è accompagnato da un drammatico aumento del numero di palestinesi feriti: 8.300 persone sono rimaste ferite, di cui 6.200 a seguito dell’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di trasferire l’ambasciata americana a Gerusalemme a dicembre dello stesso anno.

Da marzo 2018, dall’inizio delle iniziative collegate alla Marcia del Ritorno in occasione del “Land Day”, la Striscia di Gaza ha registrato l’incredibile cifra di 9.520 feriti nei cinque mesi successivi. Questo tragico numero continua a crescere senza fine.

Con i devastanti bombardamenti del 2021, sono oltre 1900 i palestinesi che hanno riportato lesioni

Lo scorso anno, il 2022, si è concluso con 10.000 persone ferite dall’occupazione israeliana, una cifra che rappresenta un severo monito della grave crisi in corso nel territorio palestinese.

NOTIZIE FLASH:

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I detenuti palestinesi continuano la disobbedienza civile nelle carceri israeliane  Da oltre un mese, i prigionieri palestinesi nelle carceri dell’occupazione israeliana stanno scioperando contro l’amministrazione penitenziaria. Una risposta all’annuncio di Itamar Ben Gvir, il ministro israeliano estremista della sicurezza nazionale, di attuare ulteriori misure punitive a danno dei detenuti.

Per la 214esima volta, le truppe di occupazione israeliane demoliscono il villaggio di Al-Araqib Mercoledì 15 marzo 2023 le forze di occupazione hanno demolito le case dei residenti palestinesi del villaggio di Al-Araqib, nel Negev occupato. La sua prima demolizione è stata nel 2010.

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