Si sono concluse domenica, al Parco Lambro, le quattro giornate milanesi in ricordo di Davide Cesare “Dax”, militante antifascista accoltellato il 16 Marzo 2003 nel quartiere ticinese, in Via Brioschi.
L’appuntamento è molto sentito nella città meneghina, sia per le circostanze drammatiche dell’agguato e del successivo atteggiamento delle forze dell’ordine, sia per la storia del movimento antifascista del capoluogo lombardo; inoltre, è il caso di dirlo, i semi che hanno sparso Dax e i suoi compagni sono fioriti nel tessuto metropolitano: non solo nelle pratiche sociali ma anche nello sport popolare.
Riavvolgendo il nastro, la commemorazione è cominciata giovedì con il ricordo commosso in via Brioschi: è stato lì proiettato il film “Brucia ancora dentro”, che racconta Dax con la voce dei suoi amiche e amici e compagni; un corteo partecipato dalle realtà di movimento milanesi è poi sfilato nel quartiere con rabbia e determinazione.
Venerdì 17 la giornata si è aperta con l’annuncio dell’occupazione di uno dei tanti buchi neri del tessuto metropolitano milanese, quella che poi sarebbe stata chiamata Area161: un palazzone abbandonato nei pressi di Via Padova. Questo è infatti uno dei quartieri più meticci della città, su cui, com’è noto, è stata cucita addosso la nomea di “zona pericolosa”: uno dei meccanismi discorsivi con cui si criminalizza la vita popolare, con il suo portato di esclusione e di economia informale che la produzione di “scarto” di questa società normalmente genera.
Questo quartiere è però attraversato da dinamiche di riqualificazione e gentrificazione, azioni che stanno colpendo proprio quel tessuto sociale che era stato prima criminalizzato e ora viene espulso.
I movimenti milanesi con queste giornate hanno perciò cercato di rinnovare la pratica antifascista rivendicane l’inscindibile nesso con le lotte sociali che non hanno mai mancato di risolutezza in questa città.Venerdì sera quindi si è tenuta un’assemblea che si è divisa in due tavoli di lavoro: “antifascismo e repressione” e “antifascismo e lotte sociali”.
Collettivi, centri sociali, associazionismo popolare hanno discusso di lotta per la casa, pratiche antifasciste di strada, autonomia e riappropriazione, nonché della fase politica, del populismo di destra e ragionando attorno alla necessità stringente e attuale di un antifascismo non estetico e rituale ma calato nella fase: tenendo conto della stretta repressiva da un lato, ma dall’altro anche di aprire su questo tema la lotta al populismo di destra in Italia e in Europa. Notevole l’investimento delle realtà di lotta francesi, tedesche e europee in generale che il giorno dopo hanno addirittura costruito uno spezzone indipendente. In particolare i francesi hanno sottolineato la scelta di essere presenti a Milano nonostante la situazione dirompente in casa e hanno invitato tutti alle giornate per Clement Meric. Piazzale Loreto, pomeriggio di sabato: non poteva che cominciare da qui il corteo, nel luogo simbolo della lotta partigiana milanese. Numerosi gli spezzoni tematici che sono qui affluiti: quello degli studenti, quello intersezionale, quello dello sport popolare (che si apriva con la presa di posizione contro le Olimpiadi), quello internazionale, quello delle lotte sociali e della lotta per la casa, poi i vari partiti e sindacati. Il corteo si è snodato per le vie del Casoretto, arrivando infine in Via Padova, in una splendida giornata di sole attorniati da curiose e curiosi che per nulla intimiditi osservavano, interagivano e riprendevano il serpentone umano.
Durante il corteo, a riprendere e rivendicare l’innesto dell’antifascismo alle pratiche di lotta quotidiana, sono state simbolicamente sanzionate con vernice agenzie per la casa e una sede della Fineco. Proprio in questo quartiere, in via Estele, il corteo salutava la nuova occupazione abitativa che denuncia la scandalosa e insostenibile situazione abitativa milanese e le dinamiche estrattive in opera nel quartiere.
Arrivati nello spazio occupato Area161, la serata terminava poi con un concerto, con Zerocalcare, gli Ultimi, Giancane, Ice One e altre e altri artisti solidali.
Lo sport popolare ha invece riempito la giornata di Domenica, al Parco Lambro, non distante dagli eventi delle altre giornate, a enfatizzare il dialogo con questa porzione di Milano Nord. Buona la presenza degli atleti e delle atlete che testimoniano la vitalità del movimento dello sport dal basso italiano che comincia da qui il suo percorso contro il nuovo, ennesimo grande evento: le Olimpiadi Milano-Cortina 2026.