Oggi pomeriggio ci sono state conferenze nei pressi di alcuni importanti corsi d’acqua del Nord-Est (Adige, Piave, Piovego) e sulla Laguna di Venezia in vista della partenza della delegazione di attivist* di Rise Up 4 Climate Justice-Centri sociali del Nord-est per la Francia Nord-Occidentale. I luoghi scelti per le conferenze stampa sono altamente simbolici, perché testimoniano come siccità e carenza idrica siano ormai dati permanenti e non stagionali, fortemente connessi con la crisi ecologica che stiamo vivendo. Il prossimo fine settimana si terrà infatti a Poitou una mobilitazione internazionale in difesa dell’acqua e contro i mega-bacini, in una delle zone europee con il più alto tasso di sfruttamento idrico a scopi industriali e agricoli. La mobilitazione si inserisce nel contesto degli scioperi generali e del conflitto che sta scuotendo da due mesi la Francia sulla riforma delle pensioni. Di seguito il comunicato stampa.
Per soli 9 voti, il governo Borne evita la sfiducia e la riforma delle pensioni diventa ufficialmente legge. Per Macron e per la premier si tratta di una sconfitta politica, perché non esiste di fatto più una maggioranza in Parlamento.
Notti di scontri in tutta la Francia. A Parigi migliaia di manifestanti vengono prima sgomberati da Place Vauban e poi si dirigono in corteo selvaggio alla Bastiglia. Barricate e roghi in diverse vie del centro; la polizia riesce a riprendere il controllo solo in tarda notte. Si contano 100 persone arrestate solo nella capitale nella serata dell’esecuzione in legge della riforma delle pensione, la miccia che da anni ormai accende milioni di francesi nelle forme più disparate di resistenza. Dal “cortège de tȇte” alla pratica dei rond-point, ancora una volta in Francia si praticano blocchi di massa per impedire che il sistema estrattivista capitalista possa mercificare e sfruttare uomini e risorse in funzione dell’economia dell’accumulo. In questo contesto, che ci vede da sempre solidali ed interessati, una delegazione di RISE UP 4 Climate justice e dei Centri sociali del Nord Est attraverserà la Francia per dirigersi a seguire da vicino lo sciopero generale ed essere a Poitou il 24-25-26 marzo, dove “Soulèvements de la terre” invita dunque a partecipare ad una grande tre giorni di lotta ecologista nella Francia nord-occidentale, inserita nel contesto dello sciopero generale e della grande mobilitazione sociale che da mesi sta scuotendo il Paese transalpino.
Anche a partire da questi territori, negli ultimi mesi sta crescendo una grande opposizione capace di mettere in difficoltà un sistema di messa a profitto che impone la costruzione di mega bacini privati di stoccaggio idrico. La resistenza a questi progetti inutili e dannosi ha dato vita alla convergenza delle lotte di agricoltorə e studentə, gruppi ecologisti transnazionali e comitati di lotta territoriale. Questo incontro ha messo al centro delle pratiche ecologiste azioni dirette e sabotaggi collettivi che sono stati in grado di creare e allargare una mobilitazione sempre più ingovernabile.
Siamo complici e solidali con lə compagnə francesi, contro un sistema di sfruttamento estrattivista che distrugge i territori e che a Poitou passa per l’accaparramento privato dell’acqua, mentre in altri luoghi della Francia, come Marsiglia, prende le forme di un gigantesco cementificio, un sistema che però conosciamo molto bene anche nei nostri territori.
Le lotte francesi sono in questo momento in grado di unire manifestazioni e atti di sabotaggio autonomi e a far paura a chi sfrutta e devasta i territori. Ma soprattutto stanno rendendo palese come le battaglie contro le ingiustizie sociali siano legate a doppio filo con quelle contro la devastazione ambientale e climatica. Per riprendere un noto slogan “Fin du mois, fin du monde: même combat”.
Non a caso lo sciopero del 7 marzo ha messo sotto scacco il paese bloccando le principali forniture di energia e di stoccaggio.
Accogliamo la sfida lanciata da Soulevements de la Terre: la difesa della terra e dell’acqua come beni comuni, di fronte all’accaparramento del complesso agroindustriale e alla cementificazione basata sul profitto di pochi; fare questo costruendo reti di confronto e collaborazione a livello nazionale ed internazionale, mirando strategicamente a colpire luoghi emblematici dell’estrattivismo e della distruzione dell’ambiente, con azioni di massa costruite collettivamente e con varie pratiche al loro interno.
E quando si parla di acqua, per noi che viviamo in un territorio che è in grado di rappresentarne la sua complessità, non possiamo che dirigerci ovunque si possano aprire spazi di r-esistenza e organizzazione per la sua difesa.
Dalle montagne alla laguna, l’acqua è parte fondante non solo della nostra sopravvivenza, ma anche della nostra storia e della nostra cultura, in un legame organico ed indissolubile.
Dai ghiacciai delle Dolomiti, passando per la Piave, arrivando alla laguna, l’acqua è allo stesso tempo nutrimento, mezzo di trasporto e suolo stesso, come nel caso delle isole di Venezia.
Ghiaccio, acqua dolce e acqua salmastra che compongono una geografia non solo fisica, ma anche socioculturale.
Vediamo ormai da decenni come questa geografia venga violentata da una gestione scellerata, mirata ad estrarre profitto in ogni forma: dagli scavi in laguna per far passare navi da crociera sempre più grandi, distruggendo un equilibrio millenario, alla distruzione dei nostri fiumi per ricavare ghiaia e pompare acqua per industrie e agricoltura intensiva. La nostra pianura viene bucata da cave e poi coperta di cemento per la speculazione edilizia, mentre le falde acquifere vengono inquinate da industrie multinazionali con sede in paradisi fiscali, come nel caso dei Pfas.
Le nostre montagne vengono deturpate per renderle parchi gioco per turisti di massa, mentre mancano servizi e risorse per i/le poche/i che ancora le abitano.
Ad aggiungere il danno alla beffa, mentre si spreca acqua per fare neve artificiale, si sta portando avanti la scelta scellerata di costruire le Olimpiadi invernali 2026 a Cortina, ennesima grande opera che devasterà il nostro territorio.
Tutto questo mentre stiamo vivendo la peggiore siccità degli ultimi settant’anni, mentre ha smesso di nevicare, i fiumi sono secchi ed il cuneo salino continua ad avanzare, rendendo la terra sterile.
In mezzo alla crisi climatica, il governo continua a finanziare la distruzione del nostro habitat, promettendo razionamenti dell’acqua e progetti per micro invasi, proprio nel solco di quelli in Francia, in tutto il territorio.
Proprio per queste ragioni siamo andati di fronte allo stabilimento della Coca Cola a Nogara l’anno scorso, che estrae milioni di litri d’acqua ad un prezzo irrisorio; siamo andati là perché non vogliamo accettare la distruzione dei nostri territori senza opporre resistenza, lavorando senza tregua per intessere legami costruiti attraverso le lotte, gli incontri e le avventure.
Vogliamo andare in Francia e tornare ancora più consapevoli del fatto che solo una spinta collettiva sarà in grado di bloccare, sabotare, organizzare le forme del dissenso di fronte ad un sistema di sfruttamento che opera contro la terra e contro di noi.