Il “Poltronista” Renzi diventa il Marco Travaglio dei lobbisti

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

E’ proprio vero, al peggio non c’è mai fine!

E Matteo Renzi fa di tutto per tramandare nel tempo questo famoso detto filosofico, ormai patrimonio dell’umanità.

Da quando il senatore fiorentino preannunciò l’abbandono della politica ed il ritiro a vita privata e monacale – qualora avesse perso il famoso referendum – dobbiamo constatare, ha fatto di tutto e di più per confermare quella che è la sua dote migliore da tutti riconosciuta: smentire se stesso!

La bocca di Renzi parla e puntualmente la sua mente ed il suo corpo agiscono nella direzione opposta, in una sorta di diacronia genetica perfetta, fenomeno che certamente sarà negli anni avvenire oggetto di studio antropologico da parte degli scienziati, per utilizzarlo nell’interesse dell’umanità intera.

“Ho accettato questa sfida ma non lascio la politica, raddoppio” [1]

Ha dichiarato Renzi nella conferenza stampa in cui si è presentato nelle vesti del nuovo direttore de Il Riformista, mostrando per la prima volta agli italiani un leggero inizio di crepe nella perfetta diacronia tra le parole pronunciate e le intenzioni messe in atto dal suo pensiero.

A beneficio degli studiosi che avranno l’arduo compito di studiare l’uomo Renzi, è chiaro che questa volta il soggetto – inteso come espressione della sua mente – nel pronunciare il sostantivo “raddoppio”, si rende perfettamente conto che sta andando oltre l’immaginabile più plausibile.

Per un senatore della Repubblica ricoprire anche il ruolo di direttore di un giornale, è il passo che precede la nomina a giudice del proprio processo…… forse Renzi, si sta, e ci sta preparando a questo ?!

Nelle dittature il controllo dell’informazione è essenzialmente un ‘must’ – sia che esse siano esplicite che velatamente fatte passare sottotraccia, come tipicamente lo sono quelle di molti governi dei paesi cosidetti occidentali, Italia inclusa.

E se anche la differenza tra le prime e le seconde risiede unicamente nel numero di chi ne trae beneficio (uno in quelle esplicite, una manica di oligarchi nelle altre), mai in entrambi i casi il rappresentante della dittatura, si è sentito così sfacciatamente impunito e protetto da ricoprire anche la carica di direttore di un giornale.

E’ chiaro che siamo davanti ad un unicum, dove i poteri che governano il nostro paese, che per loro caratteristica specifica massonica, oggi più che mai si sentono oltre il Supremo, sono costretti dagli eventi a fare sempre più di necessità virtù.

Per il controllo del potere all’interno di una realtà quotidiana che assomiglia sempre più ad una scheggia impazzita che fuoriesce dalla bomba sociale, che i lor Signori hanno creato prima ed innescato poi, tirando la cinghia oltre l’ultimo buco possibile, sono disposti a tutto.

E l’idea di puro stampo lobbistico di consegnare la redazione di un giornale a Matteo Renzi, rientra a pieno titolo in questa logica.

Non mi verrete certo a dire che questo esperimento, che va oltre la galassia della decenza, sia opera esclusiva del “bomba di Rignano”?!

Ma nemmeno per sogno! Lui è solo l’astronauta perfetto, scelto per essere lanciato come un razzo nell’infinito del limite cosmico del suo ego che, sappiamo bene, essere privo di confini, ma soprattutto utile a chi per perseguire il suo disegno ha bisogno di qualcuno che non si fermi davanti a niente.

Matteo Renzi è il prototipo perfetto per il lavoro sporco del Potere.

Ad esempio, tanto per rimanere in tema di servi del Potere, Mario Draghi, mai sarebbe stato usato per dirigere il Corriere della Sera o Repubblica, tantomeno per ricevere incarichi profumatamente pagati da regimi come l’Arabia Saudita.

E se Draghi per i poteri rappresenta il cecchino infallibile, Renzi che per sua stessa natura è pericoloso persino per se stesso, non verrà mai onorato di quegli incarichi che il suo narcisismo si augura, ma che valgono l’esistenza del “Sistema”.

E quindi via libera a Renzi direttore de Il Riformista, che avrà il compito di forzare ancora più la mano sul tema del garantismo, nella battaglia che il direttore uscente Piero Sansonetti, ha ormai ingaggiato da tempo contro i magistrati così detti più giustizialisti.

Il garantismo che per i poteri equivale al diritto divino all’impunità, fa comodo a Renzi ma ancor di più a chi comanda realmente il nostro paese. Per questo l’operazione Renzi nei panni del Marco Travaglio dei lobbisti serve, a chi l’ha pensata e messa in atto, a sostenere il percorso per arrivare ad una giustizia decisamente più leggera, già avviato con la riforma Cartabia e che verrà portato a termine con l’attuale ministro Nordio.

Il fatto poi, che il Renzi senatore, in procinto di assumere la qualità di imputato in uno dei processi clou per la politica, diventi anche direttore di una testata giornalistica, è un dettaglio che verrà fatto metabolizzare agli italiani nel tempo che si beve un caffe al bar.

E sul fatto che Renzi, a differenza dei comuni mortali, invece che nelle aule del Tribunale, si difenderà a suon di articoli e con la sentenza della sua assoluzione già scritta, i bookmakers già non accettano più nessun tipo di scommessa.

Nel tweet autocelebrativo della sua nomina a direttore della testata di proprietà del coimputato del padre nel processo Consip, che attesta il passaggio di Renzi da rottamatore prima a riformatore poi, per arrivare oggi a definirsi riformista, in quella che è la sua diacronia congenita, che lo porta sempre a dichiararsi quello che poi non sarà mai, c’è spazio anche per la satira:

“In questa fase storica c’è un disperato bisogno di verità, cultura, educazione, libertà”

Stendiamo un velo pietoso, Amici……

di Megas Alexandros

Fonte: Matteo Renzi il “Poltronista” – Megas Alexandros

Note:

[1] Matteo Renzi è il nuovo direttore de Il Riformista – la Repubblica

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