«Non c’è alcuna necessità di uccidere l’orsa JJ4, ma soprattutto Il Trentino potrebbe accogliere senza problemi anche 300 orsi. Sono questi gli elementi focali dell’intervista rilasciata dal dott. Roberto Guadagnini, veterinario responsabile del progetto orsi per la Provincia di Trento, e pubblicata dal Corriere della Sera»: lo rende noto la Lav.
Il veterinario responsabile del progetto orsi per la Provincia di Trento e responsabile della cura dei plantigradi detenuti al Casteller in particolare afferma che «gli orsi in provincia di Trento non sono affatto troppi, ma potrebbero tranquillamente triplicare la loro presenza in considerazione della vastità del territorio a loro disposizione» fa notare la Lav in una sua nota.
L’informazione arriva dopo affermazioni secondo cui ci sarebbe la necessità di trasferire 70 orsi e di ucciderli. «Ma soprattutto questo dato, rilasciato da persona competente in materia, potrà aiutare il TAR di Trento in sede di giudizio nelle udienze previste per i prossimi 11 e 25 maggio, quando dovrà decidere della sorte di JJ4 e MJ5» aggiungono dalla Lav.
Massimo Vitturi, responsabile area animali selvatici Lav, afferma che «sapere che il numero totale di orsi oggi presenti sul territorio provinciale non è affatto eccessivo, ma anzi sottodimensionato rispetto alla capacità portante dell’ambiente, permette di tranquillizzare i cittadini e ancora una volta ribadisce la necessità di avviare quanto prima un progetto che possa assicurare la convivenza pacifica tra cittadini e orsi attraverso attività educative e comunicative da svolgersi durante tutto il corso dell’anno. C’è però bisogno di una politica illuminata che affidi il compito a tecnici di grande competenza, così da individuare un percorso di condivisione tra tutte le categorie sociali presenti in Trentino».
«La Commissione Europea aveva già provato nel 2018 ad avviare una piattaforma, a spese proprie, per favorire la convivenza pacifica coinvolgendo tutti i portatori d’interesse del territorio, ma l’offerta non era stata neppure presa in considerazione dalla allora neo costituita Giunta, forse i tempi sono maturi per avviare questo processo, già sperimentato in altri territori europei che ha come ultimo fine assicurare la sicurezza di tutti i fruitori dei territori selvatici, siano essi persone o animali» conclude Lav.