Di MP per ComeDonChisciotte.org
“Report on the Censorship-Industrial Complex” è il titolo di una recente indagine sulla struttura pubblica/privata nella quale si articola la censura occidentale. L’articolo, commentato dall’autore dei Twitter files Matt Taibbi, si concentra sugli attori di questa rete e ne descrive le modalità operative. Come piccolo complemento, si propone qui un abbecedario dei loro bersagli, spesso esterni al mondo anglosassone.
Il 5 ottobre 2021, Frances Haugen, la gola profonda di Facebook, testimonia davanti al congresso americano in un’audizione che darà origine ai cosiddetti Facebook papers. Le rivelazioni iniziano in realtà il mese precedente con una serie di articoli sul Wall Street Journal. Il clima politico non è dei migliori, il giro di vite del governo Obama sul whistleblowing ha portato all’incarcerazione di John Kiriakou e Assange è ancora in esilio nell’ambasciata ecuadoregna a Londra. Per Haugen però non sembrano esserci particolari ritorsioni, la testimonianza fila liscia e Haugen si trasferisce poco dopo a Puerto Rico dove investe in una società di criptovalute.
I temi toccati nell’audizione sono svariati ma uno in particolare emerge come prioritario: l’assenza di meccanismi regolatori all’interno di Facebook. La tempistica è cruciale; internet non è più lo spazio scomposto dove scambiarsi consigli per la progettazione di nuovi strumenti musicali o dove scaricare mp3 piratati. Internet è ora il luogo dove le nuove generazioni passano un quarto delle loro vite e dove formano le loro opinioni politiche. Quello spazio scomposto va strutturato e i limiti del dibattito pubblico vanno riallineati all’interesse dell’Impero. La testimonianza di Haugen deve agire come catalizzatore di consenso per evitare la deriva delle piattaforme.
La questione è di carattere tecnico. Come indurre l’opinione pubblica a reclamare un maggior controllo di temi e voci? L’apparente decentralizzazione partecipativa delle piattaforme impone un approccio originale. Le stesse linee direttrici della propaganda sono notevolmente cambiate negli anni e la fabbrica del consenso di Herman si è riconvertita in fabbrica del dissenso. Recuperare le voci ai margini è un’arma a doppio taglio. Per mantenere il potere, meglio non dare nell’occhio.
Il potere si esplica quindi nel fatto che chi lo detiene, al contrario del sottoposto, può richiamarsi alla sanzione negativa. Proprio perché non viene impiegata e finché non viene impiegata, la possibilità di comminare una sanzione negativa genera potere. Per cui il potere termina quando essa può essere realizzata. L’esercizio della violenza fisica non è un impiego di potere, bensì espressione del suo fallimento.
Niklas Luhmann
A rendere l’operazione complessa sono gli strascichi della presidenza Trump che, con le sue litanie – deep state, fake news – ha riportato il rimosso della censura e della manipolazione mediatica al centro dello stato interpretativo pubblico. Perché non è tanto che l’opinione pubblica avesse fiducia nei media prima di Trump, quanto che la sfiducia si sia trasferita dai singoli opinionisti o canali tv all’insieme dell’istituzione mediatica, “never believe anything, until it has been officially denied“. Così, l’eliminazione tout court di account Twitter e YouTube giudicati pericolosi rischia di infiammare gli animi contro gli stessi Torquemada.
Il punto di svolta sembra essere la combinazione covid – attacco a Capitol Hill. Come si vedrà, una larghissima parte delle rimozioni avviene a seguito di questi due fatti. Spesso i ban non riguardano singoli contributi ma persone e canali nella loro interezza. Ne emerge, più che una volontà di arginare il dibattito, una fondamentale paura di non avere più un racconto credibile per il mondo. Sia chiaro, il mito americano è sempre stato una pila di menzogne, ma non è mai importato. Il mito era vero perché funzionava. Perché permetteva agli americani di immaginarsi un ruolo nella loro società. Perché dava un senso alle loro sofferenze. Da quel sogno americano si sta svegliando non solo l’Europa, dove i rubinetti del trickle-down non gocciano più da tempo, ma la stessa America rurale che all’Impero sacrifica la sua gioventù. Il nuovo mito, quello che non riesce a nascere, dovrà fare i conti con le voci ai margini senza poterle né contenere né emarginare esplicitamente. Il mezzo migliore per questo compito è il potere morbido dell’algoritmo.
Se poi ci si trova da questo lato dell’Atlantico, quello che l’algoritmo non lo conosce, meglio reclamare la censura, discutendo magari del chi, come e perché. Riappropriarsi di questa facoltà non è solo ammettere che le idee servono a qualcosa ma anche affermare uno spazio di dibattito pubblico per le voci che a quel pubblico sono organiche. La dimensione tecnica è, di nuovo, centrale: organizzare un server globale è ordini di grandezza più complesso che diffondere un samizdat. Infine, se un dibattito sulla censura è possibile, ricordiamoci che la distinzione netta fra parola e azione non è universale; l’Occidente dei lumi la dà per scontata, la Cina no.
I Cinesi non sembrano essersi preoccupati di costituire un corpo di espressioni chiare, valide unicamente in quanto segni, ma in sé stesse indifferenti. Sembrano piuttosto preoccuparsi che ogni termine della loro lingua li porti a sentire che la parola è atto.
Marcel Granet, Il pensiero cinese
Nel difendere la guerrigliera algerina Djamila Bouhired, accusata di terrorismo, l’avvocato Jacques Vergès rifiutava l’autorità delle corti coloniali francesi e sosteneva che il processo dovesse essere celebrato presso l’opinione pubblica. Questa via, detta “processo di rottura” è l’unica percorribile quando il sistema di valori di accusato e accusatore sono inconciliabili. Similmente, il giudizio su quali voci possiamo tollerare e quali no andrebbe sottratto alla discrezione delle grandi piattaforme web e riportato in un contesto pubblico.
Elencare le voci emarginate non significa dunque farne un’apologia, ma piuttosto chiamare il lettore a prendere parte al giudizio sulla loro legittimità:
- Assange, Julian. Simbolo della censura occidentale, Assange fonda WikiLeaks nel 2006 e nel 2010 pubblica il video collateral murder dove viene documentata l’uccisione di diciotto civili iracheni da un elicottero americano. Da quella data comincia a ricevere minacce di morte direttamente dalle televisioni [1] e da personaggi di spicco della politica americana [2]. Dal 2012 è confinato prima nell’ambasciata dell’Ecuador, e poi nel carcere di Belmarsh.
- Byoblu nasce nel 2007 come blog di controinformazione. Il fondatore, Claudio Messora, è prima musicista ed informatico e diventerà poi responsabile della comunicazione per il Movimento 5 Stelle. Insieme al blog, Messora anima il canale YouTube omonimo, pubblicando reportage e interviste. Il canale ha circa 500mila iscritti e duecento milioni di visualizzazioni. La chiusura del canale avviene in aprile 2021 in relazione ai contenuti sul tema covid. Qualche dettaglio sulle procedure seguite per chiudere il canale sono disponibili qui. Dopo un ricorso all’Agcom, il caso è diventato oggetto di un’interrogazione parlamentare del senatore Paragone.
- Castro, Raul. Fratello di Fidel, ex presidente Cubano e Primo segretario del Partito Comunista di Cuba. Il suo account Twitter viene bloccato in settembre 2019 [3], insieme ai profili della figlia Mariela Castro, del Ministro Cubano delle Comunicazioni e di decine di giornalisti associati a testate come Mesa Redonda, Granma, Radio Rebelde.
- Duke, David. 71 anni è stato Gran Maestro de Ku Klux Klan fra i ventisei e i trent’anni, poi membro della camera bassa dello stato di Louisiana dal 1989 al 1992. Sul suo sito [4] si definisce antisionista, difensore dei diritti umani e sostenitore dei popoli europei. Afferma di mantenere relazioni cordiali con numerose organizzazioni in Medio Oriente, Africa e Sud America. Secondo Wikipedia [5] Duke è un suprematista bianco, propagatore di teorie cospirative antisemitiche, un politico di estrema destra e un pregiudicato per frode fiscale. Duke è stato estromesso da Facebook, YouTube e Twitter fra il 2018 e il 2019 [6]. Il suo account Twitter aveva 50mila follower e su YouTube circa 5 milioni di visualizzazioni.
- Egalité et Réconciliation. Organizzazione politica francese fondata nel 2007 dallo scrittore e ideologo Alain Soral; si definisce culturalmente di destra ed economicamente di sinistra. La sua presenza in rete è articolata fra il giornale, la casa editrice KontreKulture, numerosi podcast, la radio ERFM, il canale YouTube e account sulle principali piattaforme. Secondo il loro sito, Egalité et Réconciliation è la prima pagina d’informazione politica alternativa in Francia nella classificazione Alexa. La pagina Facebook con 280mila iscritti viene chiusa a fine 2017 [7]. Il canale YouTube con 1200 video, 185mila iscritti e 80 milioni di visualizzazioni viene terminato a metà 2020 [8]. Poco prima viene terminato anche il canale del comico Dieudonné, spesso affiliato al gruppo ER, con 450mila iscritti. Per un periodo limitato ER viene bloccato anche su Spotify. Alcuni dei contenuti sono stati trasferiti su piattaforme di streaming alternative come Odysee.
- Farrakhan, Louis è un leader religioso Americano. Guida la Nation of Islam, organizzazione politico-religiosa promotrice di una forma di nazionalismo afro-americano. Fra i membri storici spicca Malcolm X con il quale Farrakhan aveva cattivi rapporti e alla cui morte si dice Farrakhan abbia contribuito. Viene bannato da Facebook nel 2019 [9] e gli viene rimossa la “spunta blu” di Twitter.
- Grayzone è un giornale investigativo on-line fondato nel 2015 dal giornalista Max Blumenthal. Benché tuttora presente su varie piattaforme, i suoi autori hanno spesso lamentato uno “shadow ban“, ovvero una limitazione algoritmica della loro visibilità. The Grayzone non può essere utilizzato come fonte per gli articoli di Wikipedia [10]. Il loro articolo “Reuters, BBC, and Bellingcat participated in covert UK Foreign Office-funded programs to “weaken Russia,” leaked docs reveal” è stato il primo a ricevere su Twitter l’avviso di “materiale ottenuto attraverso hacking”.
- Hedges, Chris (Russia Today). Giornalista, autore, ministro Presbiteriano, è stato per quindici anni capo ufficio per Medio Oriente e Balcani presso il New York Times. Nel 2002 riceve insieme alla sua squadra il premio Pulitzer per i reportage sulle reti terroristiche di Al Qaeda. Con il suo settimanale “On Contact”, rappresenta una delle figure di punta della costellazione di Russia Today. In marzo 2022 il programma viene terminato insieme a decine di altri show sulla rete di RT e Sputnik [11]. In questo caso la dimensione dell’operazione è imponente. Fra i suoi vari canali, RT totalizzava 6 milioni di iscritti su YouTube, 18 milioni di follower su Facebook e 3 milioni su Twitter; tutti chiusi. I video pubblicati sulla piattaforma di streaming di Google avevano accumulato più di 10 miliardi di visualizzazioni. Persino Google, su richiesta della commissione europea, censura le pagine di Russia Today che è diventata a tutti gli effetti invisibile in Europa.
- Info Wars è un sito di attualità fondato nel 1999 da Jones Alex. Il sito viene generalmente descritto come di estrema destra, diffusore di fake news e cospirativo. Tratta di temi disparati, dal fitness alla geopolitica ed ha un seguito superiore a diverse testate giornalistiche mainstream come l’Economist. Il canale YouTube aveva 2.4 milioni di sottoscrittori e circa 17 milioni di visite mensili. Il canale viene terminato in febbraio 2018 [12]. Info Wars ed Alex Jones vengono rimossi da tutte le principali piattaforme.
- Karbala TV è un canale televisivo Iracheno del tempio di Imam Husayn. In giugno 2021 il suo sito internet viene sequestrato dal Dipartimento di Giustizia Americano insieme a decine di altri indirizzi. La motivazione ufficiale è che questi siti abbiano “condotto campagne di disinformazione e operazioni malevoli”. Nello stesso raid è finito anche PressTV, la TV di stato Iraniana. Alcuni canali hanno semplicemente cambiato dominio, .ir per esempio, mentre i domini .com risultano ancora sotto sequestro.
- Linehan, Graham è un autore televisivo irlandese. Si è espresso contro l’attivismo transgender e contro le cure ormonali per adolescenti. Il suo account Twitter, dove aveva più di mezzo milione di follower, é stato sospeso in giugno 2020 [13].
- Molyneux, Stephan. È autore, blogger e conferenziere. Nel 2004 fonda Freedomain, inizialmente una radio e poi un sito di promozione culturale. Viene definito di estrema destra, nazionalista, suprematista bianco e promotore di teorie cospirative, razzismo ed eugenetica. Il suo video The story of your enslavement, una sorta di ripresa moderna del Trattato della servitù volontaria, ha raccolto decine di milioni di visualizzazioni e nonostante le cancellazioni riappare periodicamente su YouTube. In settembre 2020 Molyneux risulta bannato da PayPal, YouTube, Twitter ed altre piattaforme [14].
- N. Febbraio 2018: un gran numero di testate giornalistiche occidentali pubblica articoli di invettiva contro la censura cinese. A causare questa campagna mediatica sono poco più che voci di corridoio su una presunta censura della lettera N. Secondo Victor Mair dell’università della Pennsylvania, la censura si mette in atto per evitare che “N” venga associato al numero di mandati di Xi Jinping [15]. Curiosamente, la censura della “n-parola” esiste anche nel mondo anglosassone dove il termine “n-word” sostituisce ormai da decenni i termini “nigger” e “negro”. L’igienizzazione della lingua riguarda anche testi letterari del passato, ristampati oggi in versione politicamente corretta [16].
- Occupy. Nato nel 2011 come protesta contro le disuguaglianze economiche e la gestione della crisi finanziaria 2008, il movimento Occupy Wall Street è, fino agli attacchi di Capitol Hill, l’ultimo avvicinamento concreto della protesta ai gangli del potere americano. Nonostante il seguito, Occupy non ha raggiunto obiettivi rilevanti. È stato ipotizzato che una parte di questo fallimento sia da attribuire alle dinamiche dei social network dove si è generato un ciclo di saturazione informativa -> sovraccarico cognitivo -> apatia [17]. Nell’ottobre 2018 decine di account collegati al movimento Occupy sono stati espulsi da Twitter senza addurre motivazioni [18].
- Philosophicat. Fra i più piccoli canali di questa raccolta, Philosophicat è un videoblog dedicato principalmente alla divulgazione della filosofia Perenne. Il contenuto principale è una serie sulla Rivolta contro il mondo moderno di Julius Evola ma ultimamente sono stati pubblicati anche contenuti sulla Bhagavad Gita. Dell’autrice non sono noti particolari dati biografici. Il suo canale YouTube ha un seguito di 16mila iscritti quello di Facebook ha una dimensione simile. Il suo account Twitter è stato bloccato in aprile 2022 e riammesso nell’era Musk.
- QAnon è un movimento politico che si sviluppa dai post di un utente chiamato Q sul sito 4chan. Il movimento propone l’esistenza di una setta internazionale legata a miliardari, a Hollywood e allo stato profondo e dedita alla pedofilia e alla sovversione del governo Trump. Su Wikipedia viene definita di estrema destra, cospirazionista e antisemita. Viene colpita dai ban su tutte le principali piattaforme a seguito degli eventi di Capitol Hill del 6 gennaio 2021 [19].
- Ritter, Scott è un ex ufficiale della marina americana ed ex ispettore dell’ONU per il controllo delle armi di distruzione di massa. Viene sospeso da Twitter il 6 aprile 2022 per un tweet in cui accusava l’Ucraina di crimini contro l’umanità e riammesso successivamente [20].
- Sci-hub è un portale che garantisce l’accesso a una vasta libreria di articoli di ricerca bypassando copyright e paywall. È stato fondato nel 2011 dalla kazaka Alexandra Elbakyan, spesso indicata come successore spirituale di Aaron Swartz. L’account viene sospeso da Twitter ad inizio 2021 [21]; il portale è per ora operativo.
- Trump. Il quarantacinquesimo presidente degli Stati Uniti viene espulso da Twitter a seguito dei fatti di Capitol Hill. L’ex presidente aveva all’epoca 90 milioni di follower. Nello stesso periodo viene bannato da molte delle principali piattaforme. Elon Musk, nuovo proprietario di Twitter si è detto contrario all’espulsione.
- Unz review è un sito web fondato nel 2013 dall’omonimo fondatore, Ron Unz. Il sito raccoglie principalmente materiale pubblicato su altre testate e si propone di veicolare opinioni escluse dai media mainstream. Il New York Times lo ha definito di estrema destra ed è stato accusato di proporre contenuti di natura antisemita. È stato bannato da Facebook nell’aprile 2020 per violazione dei “community standards” [22].
- Venezuela. Nei primi mesi del 2020 Twitter ha sospeso gli account di decine di funzionari venezuelani inclusi il ministro del petrolio, quello delle finanze e il comando militare [23]. Stando alle dichiarazioni della piattaforma, Twitter utilizza un meccanismo di censura “proattivo”, lasciano poi la possibilità agli utenti di fare appello contro la decisione.
- Watson, Paul Joseph. Videoblogger inglese, ha iniziato la sua carriera su Info Wars nel 2002 e nel 2011 lancia un suo canale YouTube. Fra i temi trattati gli attentati dell’11 settembre, le scie chimiche, il nuovo ordine mondiale, l’Islam, il femminismo. In maggio 2019 viene bannato da Facebook [24] e Instagram mentre le sue pagine YouTube (1.9 milioni di follower) e Twitter (1.2 milioni di follower) sono ancora funzionanti.
- Yannopoulos, Milo. Dal 2014 al 2017 ha lavorato per la rivista Breitbart News dove ha scritto di Islam, omosessualità, femminismo, politicamente corretto, giustizia sociale ed altri temi di attualità. È stato ospitato numerose volte sulle reti mainstream (HBO, Sky, CNBC…). È stato sospeso da Twitter nel 2016 [25] e da Facebook nel 2019.
- ZeroHedge è un blog nato nel 2009 che si propone di pubblicare materiale originale e aggregato da insider del mondo della finanza. La linea editoriale è fortemente ispirata dalla scuola economica austriaca. Gli articoli sono pubblicati con lo pseudonimo Tyler Durden (il protagonista di Fight Club). Wikipedia lo definisce di estrema destra, libertario e pro Russia. È stato bannato da Facebook nel 2019 e da Twitter nel 2020 ma entrambi i ban sono stati revocati [26]. La proibizione rimane però per i dipendenti di Bank of America che a quanto pare non possono consultare il sito dai server della banca [27].
Di MP per ComeDonChisciotte.org
NOTE
[1] https://www.youtube.com/watch?v=rImgsRg-a-8
[2] https://twitter.com/wikileaks/status/782906224937410562
[3] https://www.reuters.com/article/ctech-us-cuba-twitter-idCAKCN1VX2AH-OCATC
[4] https://davidduke.com/dr-david-duke-really-believe/
[5] https://en.wikipedia.org/wiki/David_Duke
[6] https://www.theguardian.com/technology/2020/jul/31/david-duke-twitter-ban-white-supremacist
[10] https://www.dissipatio.it/lenciclopedia-oscura/
[11] https://www.washingtonpost.com/media/2022/03/03/rt-america-production-company-closes/
[15] https://edition.cnn.com/2018/03/01/asia/china-letter-ban-trnd/index.html
[16] https://www.counterpunch.org/2011/09/26/at-sea-with-the-n-word/
[17] https://books.google.it/books?redir_esc=y&id=CNbCCwAAQBAJ&q=occupy#v=snippet&q=occupy&f=false
[18] https://www.wired.co.uk/article/twitter-political-account-ban-us-mid-term-elections
[22] https://www.unz.com/announcement/facebook-bans-the-unz-review/
[23] https://www.reuters.com/article/us-venezuela-politics-twitter-idUSKBN1Z72SG
[24] https://www.nytimes.com/2019/05/02/technology/facebook-alex-jones-louis-farrakhan-ban.html
[26] https://www.reuters.com/article/us-twitter-zerohedge-idUSKBN23K0H8
[27] https://www.bizjournals.com/boston/blog/mass_roundup/2012/12/bank-of-america-blocks-zero-hedge.html