Guerra russo-ucraina: la diga!

Big Serge
bigserge.substack.com

Si potrebbe anche dire che la settimana in corso (5-11 giugno 2023) si preannuncia come una delle più significative dell’intera guerra russo-ucraina. Lunedì, tutti gli occhi erano puntati sulle Forze Armate ucraine e sulla loro tanto attesa controffensiva estiva, iniziata con una serie di attacchi a livello di battaglione in tutto il teatro bellico. Dopo che questi assalti iniziali nei settori di Ugledar, Bakhmut e Soledar avevano cominciato a crollare con pesanti perdite, sembrava che l’argomento di discussione per il prossimo futuro sarebbe stato quello delle prospettive dell’Ucraina di sfondare le difese russe saldamente presidiate.

Invece, l’intera offensiva ucraina è stata oscurata dall’improvviso e del tutto inaspettato cedimento della diga di Nova Kakhovka, sul basso Dneiper.

Chiariamo una cosa: la distruzione di questa diga segna un cambiamento qualitativo nel corso della guerra; una diga rappresenta un obiettivo di livello completamente diverso. È opinione diffusa che le dighe non siano obiettivi militari legittimi, in quanto rientrano nella categoria degli “oggetti che contengono forze pericolose”, insieme agli argini marini alle dighe costiere e alle centrali nucleari. Tuttavia, gli attacchi alle dighe non sono privi di precedenti e la legalità di tali attacchi è un argomento complicato e spinoso; in ogni caso, non è così semplice dire “attaccare le dighe è un crimine di guerra”.

Comunque, le questioni legali non sono l’argomento principale dell’articolo. La distruzione delle dighe può avere sui civili effetti di un ordine di grandezza superiore a qualsiasi altra cosa verificatasi finora. La realtà della guerra in Ucraina è che, grazie al fatto che la maggior parte dei combattimenti si sta svolgendo in aree spopolate (insieme all’uso da parte della Russia di armi di precisione lanciate a distanza) le vittime civili sono state miracolosamente basse. Fino a maggio di quest’anno, sono state registrate meno di 9.000 vittime civili in Ucraina (nei territori controllati sia dall’Ucraina che dalla Russia). Si tratta di un numero fortunatamente basso, se paragonato (ad esempio) alla guerra in Siria, dove vengono uccisi oltre 30.000 civili all’anno, o all’Iraq, dove erano morti quasi 18.000 civili all’anno nel periodo successivo all’invasione americana del 2003.

La rottura di una diga, tuttavia, aumenta in modo esponenziale la minaccia per i civili. Decine di migliaia di civili si trovano sul percorso dell’inondazione e devono essere evacuati, ma forse è ancora più significativo che la distruzione della diga crei una grave minaccia per l’agricoltura. Ci sono anche crescenti rischi di escalation, e l’ultima cosa che si vuole è che le dighe diventino una voce permanente del menu.

Il peggior crimine di guerra: trasformare l’Ucraina in New Orleans

In questo articolo vorrei fare una valutazione preliminare della distruzione della diga, delle sue conseguenze e delle sue potenziali cause. In particolare, vorrei esaminare le prove e capire se il colpevole più probabile sia l’Ucraina o la Russia. Allo stato attuale, la situazione è in evoluzione e non è detto che troveremo le impronte di Zelensky o di Putin sul detonatore, ma possiamo almeno sistemare in modo approssimativo alcuni pezzi del puzzle e farci un’idea di come si presenta il quadro.

Una cosa che vorrei sottolineare, innanzitutto, è che non dobbiamo presumere che la diga sia stata distrutta intenzionalmente. Ad esempio, in un articolo ormai fin troppo noto del Washington Post, si apprende che l’Ucraina aveva cercato di colpire la diga con razzi GMLRS nel tentativo di farvi una breccia e creare un’inondazione controllata. La sensazione che se ne ricava è che l’Ucraina non intendesse necessariamente distruggere del tutto la diga, ma che piuttosto volesse creare un danno limitato e, di conseguenza, un’inondazione limitata.

Terremo presente queste possibilità e le considereremo una distinzione senza differenze. È del tutto possibile che una parte o l’altra abbia tentato di creare una breccia limitata e abbia accidentalmente provocato il cedimento di una diga molto più grande, ma, dal nostro punto di vista, questo non è particolarmente diverso dal far crollare intenzionalmente l’intera struttura.

Tenendo presente questa piccola distinzione, iniziamo a fare una cernita di ciò che sappiamo sulla storia della diga.

Il mondo dell’acqua

Che cos’è (o era) la diga di Kakhovka e qual era il suo rapporto con la più ampia geografia della steppa circostante?

Per cominciare, facciamo una breve nota sul Dnieper. Allo stato naturale, il Dnieper è un fiume assai difficile e turbolento, caratterizzato da una serie di rapide sostanzialmente non-navigabili. In realtà, la natura violenta del Dnieper è proprio il motivo per cui la città di Kiev è dove si trova attualmente. 1200 anni fa, gli intraprendenti mercanti che discendevano il Dnieper su barche a remi (nel tentativo di raggiungere il Mar Nero e quindi Costantinopoli), avevano scoperto che alcune porzioni del fiume erano impraticabili e che era necessario il “portage” delle loro imbarcazioni, ovvero trascinarle fuori dal fiume e spingerle via terra per superare le rapide.

Nell’800 d.C. il trasporto di una barca sul medio Dnieper era pericoloso. Mentre sbarcava e trascinava faticosamente l’imbarcazione a valle, un gruppo di mercanti era assai vulnerabile agli attacchi delle varie tribù bellicose che all’epoca abitavano la regione. Si era quindi reso necessario costruire una sorta di avamposto che fungesse da punto di passaggio per rendere la discesa lungo il fiume almeno accettabilmente sicura. Da qui, Kiev – costruita originariamente come una stazione commerciale fortificata in legno per facilitare il transito lungo il medio Dniepr.

Questo è forse interessante, ma, a margine, illustra il punto fondamentale: per la maggior parte della storia dell’umanità il Dnieper non è stato un fiume amichevole o facilmente navigabile come il Mississippi o il Reno e, nell’era sovietica, era stato finalmente intrapreso un grande sforzo per domarlo, sotto forma di una serie di dighe idroelettriche. Queste dighe avevano arginato le rapide, generato elettricità, appianato il corso del fiume e creato enormi bacini di raccolta, tra i quali il bacino di raccolta di Kakhovka è il più grande per volume.

I bacini e le dighe del Dnieper

La creazione del bacino di Kakhovka era anche legata ad una serie di canali alimentati dal bacino stesso. Il più importante di questi è il canale di Crimea, che porta l’acqua del Dnieper in Crimea, ma ci sono anche una serie di opere di irrigazione vitali per l’agricoltura negli oblast di Kherson e Zaporizhia.

Canali alimentati dal sistema di bacini idrici della Kakhovka

Questa è la struttura di base dell’idrologia della regione. Possiamo quindi elencare gli effetti a monte e a valle della rottura della diga. Gli effetti a monte riguardano il prosciugamento del bacino di Kakhovka, che, nel tempo, porterà ad un flusso insufficiente attraverso i canali, privando di acqua sia la Crimea che i terreni agricoli della regione. Gli attuali effetti a valle sono quelli delle enormi inondazioni.

Si era sentito parlare per la prima volta della minaccia alla diga di Kakhovka lo scorso autunno, quando il generale Surovikin aveva preso la sorprendente decisione di ritirare le forze russe dalla riva occidentale di Kherson – una decisione che, a suo dire, era dettata dal timore che l’Ucraina potesse distruggere la diga e creare un’inondazione che avrebbe intrappolato le truppe russe sulla riva più lontana. Quella decisione oggi appare certamente preveggente, ma, grazie a questa precedente discussione, erano già state condotte numerose analisi che prevedevano come sarebbe stato il percorso dell’alluvione.

Prima e dopo

Secondo le ultime informazioni al momento della stesura di questo articolo, il fiume non ha ancora raggiunto il massimo e il livello dell’acqua continua a salire, ma si è già trasformato in un’alluvione di vaste proporzioni ed estremamente disastrosa. Si tratta di un grave disastro umanitario ed ecologico con implicazioni per la situazione militare in Ucraina. La domanda è: chi è stato?

Prove incriminanti

Cominciamo ad esaminare le prove più dirette che potrebbero coinvolgere la Russia o l’Ucraina. Vorrei iniziare con un video accusatorio, subito apparso in rete allo scopo di confermare che sarebbe stata la Russia a far saltare la diga.

Il video in questione mostra un soldato russo che, a dicembre, aveva rilasciato un’intervista in cui si vantava del fatto che l’esercito russo aveva minato la diga di Kakhovka e che intendeva distruggerla per creare un’inondazione a cascata e spazzare via le truppe ucraine a valle.

Non vorrei sembrare indelicato, ma si tratta di un falso di pessima qualità ed è difficile credere che la gente ci caschi. Per cominciare, si tratta di un’intervista fatta da un blogger e youtuber ucraino che si fa chiamare “Edgar Myrotvorets” – curiosamente lo stesso nome della famigerata lista di proscrizione ucraina. Il “soldato russo” che sta intervistando è presumibilmente un tale di nome Yegor Guzenko. Yegor sembra essere un tipo interessante: periodicamente appare sui social media per confessare gli stereotipati crimini di guerra russi, come il rapimento di civili e l’esecuzione di prigionieri ucraini e, naturalmente, l’esplosione di dighe.

In sostanza, ci viene chiesto di credere che esista un soldato russo che rilascia interviste ai media ucraini in cui confessa tutte le attività nefaste della Russia, e poi continua a fare il suo dovere senza essere fermato o punito. Dovrebbe essere abbastanza ovvio che Yegor è in realtà Yehor, e non è affatto un soldato russo ma un imitatore ucraino – curiosamente, Yegor ha anche la barba, anche se il Ministero della Difesa russo ha dato un giro di vite alla peluria facciale.

In ogni caso, l’intervista esplosiva di Yegor è la principale prova diretta che viene utilizzata per dimostrare che sarebbe stata la Russia a far saltare la diga.

Al contrario, le prove che coinvolgono gli ucraini sono piuttosto chiare: in passato avevano apertamente parlato di voler sperimentare modi per rompere la diga e avevano effettivamente sparato razzi e proiettili di artiglieria contro di essa. Ci riferiamo al ben noto articolo del WaPo e, in particolare, al passaggio chiave:

Kovalchuk [comandante del Comando Operativo Ucraino Sud] ha preso in considerazione la possibilità di allagare il fiume. Gli ucraini, ha detto, hanno persino condotto un attacco di prova con un lanciatore HIMARS su una delle paratoie della diga di Nova Kakhovka, praticando tre fori nel metallo per vedere se l’acqua del Dnieper potesse essere fatta salire abbastanza da ostacolare gli attraversamenti russi, ma senza inondare i villaggi vicini.

Il test è stato un successo, ha detto Kovalchuk, ma il passo è rimasto un’ultima risorsa. Si è trattenuto.

Abbiamo anche filmati dell’anno scorso in cui l’Ucraina colpisce la diga (in particolare la strada che la percorre) – filmati che questa settimana sono stati erroneamente condivisi come video dell’attacco che, lunedi, ha distrutto la diga.

Esiste anche una serie di prove circostanziali che vale la pena esaminare.

Un argomento di discussione presente nell’infosfera ucraina è il fatto che la diga di Kakhovka era sotto il controllo russo – quindi, sostengono che solo la Russia avrebbe potuto piazzare esplosivi per creare una breccia (a questo punto, non conosciamo ancora la tecnica esatta utilizzata per creare la breccia).

Penso piuttosto che il controllo della Russia sulla diga renda molto meno probabile la sua responsabilità, per i seguenti motivi fondamentali. In primo luogo, avere il controllo sulle paratoie della diga significava che la Russia aveva il potere di manipolare a piacimento i livelli dell’acqua a valle. Se avessero voluto creare un’inondazione, avrebbero potuto semplicemente aprire tutte le paratie. Con la rottura della diga, hanno perso questo controllo.

La situazione è molto simile alla distruzione del gasdotto Nordstream (che ora sembra essere attribuita all’Ucraina, piuttosto prevedibilmente). Sia il Nordstream che la diga di Kakhovka erano strumenti che la Russia aveva il potere di muovere in una direzione o nell’altra. Erano leve che la Russia poteva spostare da acceso a spento e, viceversa. La distruzione di questi strumenti toglie di fatto alla Russia il controllo e in entrambi i casi, ci viene chiesto di credere che la Russia abbia intenzionalmente disattivato le proprie leve.

Cui Bono?

In definitiva, qualsiasi analisi sarebbe incompleta senza porsi una domanda fondamentale: chi trae vantaggio dalla distruzione della diga? Qui la questione si complica un po’, soprattutto perché ci sono molti problemi interconnessi. Ne elenchiamo alcuni.

In primo luogo, le inondazioni colpiscono in modo sproporzionato la sponda russa del fiume. Questo è stato stabilito in modo abbastanza approfondito. La sponda orientale del fiume è più bassa e quindi più colpita dalle inondazioni. Lo sapevamo in senso accademico e ora le immagini satellitari confermano che è proprio la sponda orientale ad aver subito la maggior parte delle inondazioni.

Questo ha avuto l’effetto di spazzare via le difese russe preparate, compresi i campi minati, e di costringere le truppe a ritirarsi dalla zona di inondazione, con molte immagini di soldati russi nell’acqua fino alla vita.

In secondo luogo, gli effetti a monte colpiscono in modo sproporzionato anche la Russia. Ricordiamo che le implicazioni della rottura della diga non sono solo le inondazioni a valle, ma anche il prosciugamento del bacino idrico, e questo è particolarmente negativo per la Russia. In primo luogo, nel lungo periodo questo mette a rischio il flusso idrico attraverso il Canale di Crimea, compromettendo un obiettivo bellico chiave della Russia. Una delle motivazioni principali che avevano spinto la Russia a lanciare questa guerra era stata proprio la messa in sicurezza del Canale di Crimea, che l’Ucraina aveva bloccato per impedire l’approvvigionamento idrico della penisola. Qualsiasi analisi della questione deve riconoscere che, se si crede che la Russia abbia fatto saltare la diga, si sta essenzialmente affermando che ha volontariamente buttato nella spazzatura uno dei suoi principali obiettivi bellici.

Ma non c’è solo il canale di Crimea: ci sono anche le varie reti di canali di irrigazione che permettono l’agricoltura negli oblast di Kherson e Zaporizhia sulla riva orientale – oblast che la Russia ha annesso e che sono saldamente sotto il controllo russo.

L’unico modo per interpretare tutto questo (e c’è chi, come Peter Zeihan, sta cercando di farlo) come se fosse nell’interesse della Russia è quello di sostenere che la Russia si aspetta di perdere il controllo di tutto questo territorio (compresa la Crimea) e sta facendo terra bruciata in previsione della sconfitta. Ma per credere a questo, bisogna credere che la Russia stia perdendo la guerra e sia sull’orlo della sconfitta totale e, se credete aduna cosa del genere, non ho nulla da dirvi se non indirizzarvi a questo link.

In terzo luogo, dobbiamo notare gli effetti che ciò avrà su una potenziale operazione anfibia. Nel breve termine, questo trasforma ovviamente il basso Dnieper in un pericoloso pantano e, quando il livello dell’acqua scenderà, lascerà disordine e fango che renderanno molto difficile l’attraversamento del fiume per diverse settimane. A lungo termine, tuttavia, l’attraversamento del fiume potrebbe essere più facile – e qui voglio fare un’osservazione che ritengo fondamentale.

Finché la Russia ha avuto il controllo della diga di Kakhovka, ha avuto il potere di creare inondazioni a valle a piacimento. Il momento ottimale per farlo sarebbe stato mentre l’Ucraina tentava un assalto anfibio da Kherson. Se avesse creato un’inondazione durante tale assalto, avrebbe complicato l’attraversamento del fiume e eliminato le teste di ponte dell’Ucraina. Ovviamente, la Russia ha perso la capacità di farlo.

Livelli del bacino di Kakhova

Sappiamo già che la Russia sa come e perché manipolare i livelli dell’acqua a suo vantaggio. All’inizio di quest’anno, i livelli del bacino di Kakhovka erano stati mantenuti estremamente bassi, molto probabilmente per minimizzare la minaccia di una rottura della diga da parte dell’Ucraina (e questa sembra fosse la preoccupazione di Surovikin). Tuttavia, nelle ultime settimane avevano chiuso le paratie e avevano riempito il bacino fino all’orlo.

Perché lo avevano fatto? Sembra probabile che la Russia volesse trattenere l’acqua per poter creare un’ondata (non distruggendo la diga, ma aprendo le paratie) per disturbare qualsiasi tentativo ucraino di attraversare il fiume. Ancora una volta, il vantaggio della diga per la Russia era dovuto al fatto che si trattava di una leva che poteva essere alzata o abbassata a seconda della situazione. La rottura della diga, tuttavia, li priva di questo strumento.

Questo ci porta al corollario: la rottura della diga ha due grandi vantaggi per l’Ucraina. Non solo sta spazzando via le difese russe e ha allagato in modo sproporzionato la sponda russa del fiume, ma la Russia ha perso la capacità di creare un’inondazione al momento opportuno in un secondo momento.

Se dovessi fare un’ipotesi su cosa è successo alla diga, sarebbe la seguente:

Credo che la Russia stesse trattenendo l’acqua per mantenere la capacità di creare inondazioni nel caso di un assalto anfibio ucraino attraverso il basso Dnieper. L’Ucraina ha tentato di vanificare questo strumento con una violazione limitata della diga (del tipo di quelle provate lo scorso dicembre), ma il cedimento della diga è andato oltre le loro intenzioni a causa di A) il bacino era a livelli estremamente alti, con uno stress eccessivo sulla struttura, e B) i danni alla struttura dovuti ai precedenti bombardamenti e attacchi missilistici ucraini. In effetti, le immagini della diga sembrano suggerire che il cedimento sia avvenuto per gradi, con il cedimento di una singola campata prima che il crollo si diffondesse in modo metastatico.

Trovo che l’idea che la Russia abbia distrutto la diga sia molto difficile da credere, per le seguenti ragioni (in sintesi):

1. Le inondazioni hanno interessato in modo sproporzionato il lato russo del fiume e distrutto le posizioni russe.

2. La perdita della diga danneggia gravemente i principali interessi russi, tra cui l’accesso all’acqua in Crimea e l’agricoltura nella steppa.

3. La diga, pur essendo intatta, era uno strumento che la Russia utilizzava per manipolare liberamente il livello dell’acqua.

4. Delle due parti in causa, solo l’Ucraina aveva apertamente sparato contro la diga e avevaammesso di volerla danneggiare.

Potremmo scoprire, naturalmente, che c’è stato un guasto accidentale di qualche tipo, potenzialmente dovuto al braccio di ferro sull’acqua che si sta svolgendo tra Russia e Ucraina nel tentativo di bilanciare il flusso del fiume. Ma in una situazione di guerra, quando un’importante infrastruttura viene distrutta, è più razionale ipotizzare una distruzione intenzionale, e in questa situazione i costi per le infrastrutture critiche russe e la perdita di un prezioso strumento per il controllo del fiume rendono estremamente difficile credere che la Russia abbia fatto saltare la propria diga.

In definitiva, forse il vostro giudizio sulla questione riflette semplicemente la vostra più ampia convinzione su chi stia vincendo la guerra. Far saltare una diga è, dopo tutto, una mossa disperata – quindi forse la domanda da porsi è: chi pensate sia più disperato? Chi è con le spalle al muro, la Russia o l’Ucraina?

O i castori erediteranno la Terra?

Big Serge

Fonte: bigserge.substack.com
Link: https://bigserge.substack.com/p/russo-ukrainian-war-dam
07.06.2023
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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