Giovedì 15 giugno verrà presentato in anteprima assoluta a Sherwood Festival il libro Arcella N. 13, scritto da Elisa Falcioni e Luca Zanghetto ed edito da Red Star Press in collaborazione con il centro studi Open Memory. È un libro che si legge tutto d’un fiato, in parte perché è un libricino di un centinaio di pagine, ma soprattutto perché è avvincente, e perché racconta di luoghi che ci circondano, e rivedere su carta i propri luoghi è sempre affascinante ed emozionante.
Siamo negli anni ’70, a Padova, in Arcella. La storia comincia su carta con un arresto, ma in realtà è già cominciata, nelle strade del quartiere, nelle piazze, ed è proprio di questo quartiere e di ciò che facevano e vivevano i militanti in quegli anni che il protagonista ci racconta tra le pagine.
Insomma, c’è un arresto, e poi ci sono alcuni mesi di carcere, quasi un anno. E questo è il cuore della storia, il carcere è i Due Palazzi a Padova, i compagni di cella sono gli amici e i compagni di militanza, con i quali si costruisce una quotidianità che consente di superare la galera con dignità, e portandosi dietro tutto sommato anche qualche ricordo di amicizia e affetto, e qualche aneddoto divertente, molte risate.
La vita in carcere è scandita da orari precisi, la sveglia, i pasti, l’ora d’aria, le perquise. Il protagonista e i suoi compagni non si arrendono però alla monotonia, leggono giornali e libri, discutono, si tengono in contatto con gli amici e le morose fuori, perfino suonano e cantano e giocano a pallavolo. Ascoltano Radio Sherwood, si tengono aggiornati su quello che succede a pochi passi dalla cella. La cella diventa una specie di laboratorio politico. La repressione è sempre dietro l’angolo, sotto forma delle famose perquise, degli interrogatori, degli scontri in tribunale, ma l’essere insieme e riuscire a osservare con occhio critico tutto ciò che succede permette loro di non piegarsi sotto il suo braccio, anzi, di lottare e vivere una vita da militanti anche dietro alle sbarre.
Tra un aneddoto e l’altro della cella 13, il racconto si arricchisce di storie sul quartiere, storie di vita quotidiana che rendono il protagonista vicino a noi e al nostro presente: le sere passate all’osteria, i piccoli trucchetti qui e lì che consentono di lavorare meno e di avere comunque la pizza il sabato sera e il cinema, le auto scalcagnate. Le manifestazioni, i cortei, gli scontri con la polizia.
Il tutto prende la forma, almeno agli occhi di qualcuno che la militanza la vive in quei luoghi dopo quarant’anni, di un passato mitico che non posso fare a meno di immaginarmi con i colori un po’ sbiaditi delle fotografie dell’epoca, se non addirittura in bianco e nero. Un passato mitico lontano eppure vicino, che viveva le sue contraddizioni. Alla fine, altro non è che il tempo in cui sono state poste le basi della nostra Radio Sherwood, del CSO Pedro, e di tutto ciò che ci gravita intorno. Ed è proprio in questo contesto, in questo humus sociale e culturale che negli anni si è sedimentato, che Elisa Falcioni e Luca Zanghetto, hanno tratto molte delle fonti e delle testimonianze che sono state poi utilizzate per scrivere Arcella n.13.
Penso che conoscere la propria storia sia fondamentale, per comprendere le radici della nostra militanza, e dove ci può portare, anche se non sempre è facile districarsi tra fonti di archivi e materiali che magari sembrano essere adatti solo agli addetti ai lavori. Beh, libri come questo, che è sì storico, ma innanzitutto è un romanzo, un racconto leggero e divertente, che ci fa emozionare, rendono la storia a portata di tutti e tutte, e non posso fare a meno di consigliarlo per una delle prossime sere estive.