Ripartire, ancora. Verso il confine tra Bulgaria e Turchia

Tra pochi giorni il Collettivo Rotte Balcaniche Alto Vicentino riparte con un nuovo progetto di solidarietà attiva e monitoraggio lungo i confini d’Europa, che durerà tre mesi. «È tempo di ripartire, ancora una volta, per la libertà di movimento, in movimento con le persone: per camminare insieme lungo i binari che portano ad una vita degna, contro e oltre i fili spinati dell’Europa-fortezza», afferma il Collettivo che oramai da tempo ha travalicato la provincia vicentina e vede la partecipazione alle staffette di numerosə attivistə da tutto il nord Italia.

Questa estate si spingerà sempre più lontano, «seguendo “l’allontanarsi delle frontiere”». La nuova frontiera da raggiungere sarà quella più esterna dell’Unione Europea, al confine tra Bulgaria e Turchia, che è indicata come «uno dei punti chiave nella strategia europea di controllo dei corpi e chiusura dei confini».

Dopo un primo viaggio di esplorazione, il Collettivo scrive che «quello bulgaro è in questo momento forse il tratto più duro, più violento della rotta europea di terra, tratto che nell’ultimo anno è tornato ad essere attraversato come non si vedeva dal 2015. Infatti, sono stati i racconti delle persone in cammino, ascoltati in Serbia e in Bosnia, a condurci in questo territorio: storie di respingimenti, di gabbie, di morsi di cani, di morti sparati. A muoverci è una tensione politica ad essere presenti nei contesti di maggiore repressione ed invisibilizzazione, dove le organizzazioni formali non possono agire, dove la violenza della polizia continua indisturbata. Una tensione che ci spinge a rincorrere una frontiera sempre più violenta, sofisticata e distante».

Al confine bulgaro-turco le attivistə porteranno avanti pratiche e attività frutto dell’esperienza maturata sul campo nelle precedenti iniziative solidali in Bosnia al confine con la Croazia e in Serbia al confine con l’Ungheria: un’azione di aiuto concreto alle persone che decidono di continuare il viaggio verso l’Europa, fornendo il materiale necessario per continuare il “game” e i servizi igienici di cui ci sarà bisogno. La presenza sarà focalizzata anche nella raccolta di testimonianze ed informazioni sulla violenza confinaria e sulla risposta a situazioni emergenziali.

«Ad oggi – sottolineano – sulla frontiera bulgaro-turca manca un monitoraggio strutturato delle violenze, un’analisi dei comportamenti della polizia e dell’articolazione del dispositivo di confine. Nel tempo, abbiamo visto come questo tipo di lavoro, svolto direttamente sul campo, possa essere utile – anche se sicuramente non sufficiente – ad “infastidire” le autorità e produrre piccole conquiste. Ci proveremo quindi, cercando di dare gli strumenti alle persone per auto-raccontarsi, con il supporto di alcune associazioni locali e del network di attivistə e collettivi che da anni monitorano gli altri confini balcanici. Ed è per portare avanti queste progettualità che abbiamo bisogno dell’aiuto – anche economico – di chi sente di condividere questo percorso collettivo».

Melting Pot Europa sarà a disposizione del Collettivo per pubblicare notizie, testimonianze dirette e report su tutto quanto verrà raccolto e documentato. L’appello è di sostenere questa nuova iniziativa estiva e di condividere quanto verrà raccontato.

«L’esperienza ci ha insegnato quanto siano – da un lato – le relazioni solidali costruite lungo le rotte ad essere esse stesse quell’alleanza trans-confinaria ed antirazzista, quel fugace mondo senza frontiere che lottiamo per affermare. Dall’altro, quanto sia essenziale mobilitare la società, costruendo comunità solidali, per opporsi ad un regime che fa della logica gerarchizzante del confine il suo strumento di riproduzione ovunque, dalle città alle fabbriche, dalle campagne ai CPR.

Nella consapevolezza di fare una piccolissima parte, sentiamo però la necessità di ripartire, di portare la nostra presenza fisica – “corporea” – in quel punto di conflitto e condensazione delle contraddizioni che è la frontiera esterna dell’UE. Per visibilizzare ciò che vogliono invisibile, ascoltare la voce di chi vogliono silente. Una presenza solidale ma determinata e disobbediente, senza paura di mettere in gioco il privilegio di cui siamo portatorə, per continuare ad essere semi di un mondo altro e granelli di sabbia negli ingranaggi di questo sistema di morte, anche lì, nelle “zone rosse” di confine.

Crediamo sia importante rimanere su questo fronte anche e soprattutto quando l’attenzione mediatica è focalizzata su altro, quando i “cicli politici” suggerirebbero di “investire” altrove – prontə poi a tessere linee di continuità e convergenza tra movimenti, portando il punto di vista della frontiera.

Riconosciamo, infatti, il valore di restare e di ritornare, negli anni, di essere coerenti e pazienti nella costruzione di resistenze diffuse, di pratiche di solidarietà e di conflitto; convintə che le migrazioni siano una delle questioni strutturali del nostro tempo, e la lotta per la libertà di movimento sia oggi – e la cronaca lo dimostra – una lotta per la vita che riguarda tuttə.

Per questo – e per tutto – continueremo a cospirare per abbattere confini ineluttabili e cambiare storie irreversibili. Continueremo ad aprire squarci di opposizione e possibilità nei fili spinati delle frontiere e della normalità».

Per informazioni potete contattare il Collettivo alla pagina facebook o via email a: collettivorottebalcanicheav@gmail.com

Per sostenere il progetto è possibile donare a:

Associazione Di Promozione Sociale Megahub
Banca di Verona e Vicenza Credito Cooperativo
CC: 000000855755
IBAN: IT15H0880760750000000855755
Causale: Collettivo Rotte Balcaniche

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