Più di un centinaio di persone sono scese in Piazza Indipendenza ieri a S.Donà di Piace (VE) per il presidio indetto in difesa della libertà di scelta. “Quando si tocca l’aborto rispondiamo con i nostri corpi, prendendoci lo spazio di replica che ci viene negato nella vita di tutti i giorni”. Cartelloni colorati, un grande striscione e soprattutto persone di tutte le età, in particolare donne, hanno popolato il pomeriggio di ieri per rispondere all’attacco alla legge 194 che da diverso tempo si sta portando avanti ad opera dei movimenti anti-abortisti e l’appoggio del governo Meloni.
La manifestazione ha voluto essere una risposta forte all’iniziativa del sindaco Alberto Teso (area Fratelli d’Italia) che una settimana fa è stato al centro di numerose polemiche in seguito alla decisione di autorizzare dentro al Municipio di San Donà la raccolta firme sul progetto di legge di iniziativa popolare dei movimenti anti-aborto.
“Ci troviamo davanti all’ennesima contestazione della fondamentale legge 194 da parte di questi movimenti sessisti e antiabortisti che da sempre si scagliano contro il corpo e le scelta delle donne con violenza e presunzione”, con queste parole è stato lanciato un presidio che ha voluto però sottolineare anche il ruolo che stanno avendo da tempo governo e istituzioni nell’offrire spazi di legittimità e apertura politica a movimenti che minano l’autodeterminazione di chi sceglie di abortire.
“Fino a quando i corpi delle donne verranno utilizzati come strumento di propaganda politica ci troverete a difendere un limite che non deve essere oltrepassato”; la manifestazione ha voluto rimarcare la necessità di difendere e ampliare la legge 194, sottolineando il modo in cui questa retorica si faccia promotrice di una visione retrograda e pericolosa che colpisce le fasce più povere e vulnerabili della popolazione.
Diversi interventi si sono susseguiti, non solo cittadine sandonatesi ma anche chi da diverse altre città ha voluto portare solidarietà e supporto. Si è ripetuta la necessità di difendere un diritto che parte dalla 194 ma che si estende alla capacità e volontà politica di costruire consapevolezza e autodeterminazione: finanziamenti a consultori e servizi ospedalieri fuori dalle ingerenze dei movimenti anti-scelta, educazione alla sessualità consapevole e all’affettività negli istituti superiori, spazi di iniziativa, discussione e confronto cittadino fuori dalle logiche patriarcali.
Tra le decine di manifestanti anche il sindaco stesso che ha insistito più volte per intervenire pubblicamente anche in seguito alla replica delle manifestanti: “questa è una piazza transfemminista e voi avete già parlato abbastanza”, riferendosi anche alle diverse dichiarazioni a mezzo stampa dello stesso, tra le quali “in alcuni casi l’interruzione di gravidanza può essere presa con spirito non sufficientemente riflessivo”.
Assieme al sindaco si è presentato anche un provocatore che è stato prontamente allontanato dalle manifestanti.