Andrea Purgatori non è mai stato un idolo per me: uno che ama definirsi giornalista d’inchiesta, ma evita accuratamente di affrontare in modo approfondito una questione di fondamentale importanza come l’11 settembre non può essere considerato tale.
Gli vanno però riconosciute, nelle inchieste che ha condotto, una notevole perspicacia e determinazione nel cercare di mettere insieme tasselli di storie decisamente torbide e complicate, che rischiano di urtare la sensibilità dei potenti.
Prime fra tutte, ovviamente, la storia di Emanuela Orlandi. Ultimamente Purgatori sul caso Orlandi sembrava un mastino che ha annusato l’osso, e che non vuole più mollare finchè non riesce ad addentarlo.
E siccome quest’osso si trova con tutta probabilità fra le mura vaticane, ecco che di colpo la sua improvvisa scomparsa, causata da una non meglio identificata “malattia fulminante”, può far sorgere dei sospetti.
Forse non a caso, proprio ieri la famiglia ha “chiesto che venga accertata la correttezza della diagnosi refertata ad Andrea Purgatori in una nota clinica romana e la conseguente necessità delle pesanti terapie a lui prescritte, e se, a causa dei medesimi eventuali errori diagnostici, siano state omesse le cure effettivamente necessarie”.
Chissà se i sospetti della famiglia si limitano alla possibile incompetenza dei medici curanti, o se si allungano addirittura fino alle mura di San Pietro?
Massimo Mazzucco