Marcello Pamio – 23 luglio 2023
Il seguente esperimento dimostra che l’unanimità è prodotta dalla pressione di un gruppo nei confronti dell’individuo.
L’esperimento è stato ideato e condotto nel 1951 dallo psicologo sociale polacco Solomon Asch, docente all’Università della Pennsylvania. Lo scopo era di comprendere se l’appartenenza a un gruppo può modificare o meno il comportamento del singolo, per conformarlo alle aspettative del gruppo stesso.
L’esperimento è banalissimo e si basa su un test di discriminazione visiva a 8 soggetti alla volta all’interno di un laboratorio di psicologia. Solo una persona del gruppo è il vero soggetto sperimentale le altre sono complici con l’istruzione di fornire risposte sbagliate.
In una scheda vi sono tre linee: A, B e C tutte diverse tra loro, mentre nella seconda scheda c’è solo una linea di lunghezza identica ad A della prima scheda.
Lo sperimentatore chiede ai soggetti, lasciando la cavia alla fine di dire quali sono le linee della stessa lunghezza nelle due schede.
Dopo le prime due prove, dalla terza comincia ad accadere qualcosa di singolare: i complici iniziano a rispondere in maniera concorda ma palesemente errata.
A questo punto il 75% dei soggetti si adegua alla risposta errata del gruppo almeno 1 volta su 12 somministrazioni di schede.
Le ragioni del conformismo risiedono nelle risposte che ciascuno si dà a due domande fondamentali che tutti ci poniamo prima di esprimere un giudizio in pubblico: la mia opinione è corretta? Gli altri mi approveranno, mi accetteranno?
Queste due fondamentali domande sono sottoposte a due pressioni del gruppo.
La prima pressione definita “influenza informativa” induce alcuni soggetti a subire una vera e propria distorsione del proprio giudizio interno e a credere davvero che l’opinione generale sia quella corretta e meglio informata. Ma nella maggioranza dei casi è quella che viene definita “pressione normativa” a indurre il conformismo: si è consapevoli che il proprio giudizio è corretto ma si sceglie di distorcere la propria risposta per conformarsi alle attese del gruppo, adottando norme, comportamenti e criteri presenti in esso.
Questo confermarsi alla maggioranza nasce dall’esigenza di sentirsi accettati, mostrandosi uguali agli altri, e dal bisogno di piacere, per evitare lo sgradevole disaccordo col gruppo o per timore di essere ridicolizzati. Più un gruppo è coeso e numericamente grande più la maggioranza dei suoi membri tenderà a uniformarsi ai valori e al consenso sociali perdendo così l’autonomia del giudizio su questioni di tipo oggettivo e di tipo soggettivo…