Dal Senato il no ai cibi sintetici, ora la parola passa alla Camera

Il Senato ha approvato a larga maggioranza il disegno di legge che vieta la produzione e il commercio di cibi e mangimi sintetici ottenuti tramite coltivazione cellulare. Ora si dovrà esprimere la Camera dei deputati.

«L’Italia si conferma così il primo Paese al mondo a proibire la commercializzazione, l’importazione e la produzione di questo tipo di alimenti – spiegano dalla Campagna “Cambia la Terra” – Un voto che trova d’accordo anche i cittadini. Secondo un sondaggio di Coldiretti, realizzato da Notosondaggi, ben tre italiani su quattro sono contrari all’uso di latte, carne e pesce prodotti in laboratorio. Gli stessi coltivatori hanno espresso il loro dissenso raccogliendo oltre due milioni di firme e ottenendo il sostegno di un’ampia alleanza composta da numerose associazioni, tra cui Acli, Adusbef, AssoBio, Codacons, Coldiretti, FederBio, Lega Consumatori, Slow Food Italia e molte altre, tutte unite nella difesa della cultura del cibo di qualità contro l’uso di alimenti artificiali e sintetici. La legge, inoltre, mette uno stop anche al “meat sounding” vietando l’associazione di termini come “bistecca” o “bresaola” con prodotti che non contengano carne di origine animale».

«Sul piano sanzionatorio, in caso di violazione sono previste la confisca del prodotto illecito e multe che vanno da un minimo di 10 mila euro a un massimo pari al 10% del fatturato realizzato nell’ultimo esercizio chiuso anteriormente all’accertamento della violazione – prosegue la nota – L’applicabilità delle sanzioni è estesa a chiunque abbia finanziato, promosso, agevolato in qualunque modo le condotte illecite. Inoltre, sono previste altre sanzioni che impediscono alle aziende che hanno violato la legge di ottenere contributi, finanziamenti o agevolazioni dallo Stato o da enti pubblici per tre anni; si può arrivare alla chiusura dello stabilimento di produzione. Il principio guida di questa legge è la precauzione. Un passo in avanti che ha l’obiettivo di tutelare il patrimonio zootecnico italiano riconoscendone il valore culturale, socio-economico e ambientale. Allo stesso tempo la norma intende assicurare un elevato livello di protezione per la salute umana e gli interessi dei cittadini-consumatori. Il ministro Lollobrigida, durante l’audizione al Senato, ha voluto sottolineare che questa precauzione non limiterà la ricerca, ma la regolerà per garantirne l’eticità e la sicurezza. Ora la palla è in mano alla Camera dove ci sarà la discussione finale che decreterà le sorti del provvedimento».
 

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