di Antonio Oliverio
La commissione parlamentare d’inchiesta sul Covid sta per partire, pur tra mille boicottaggi e nonostante autorevoli richiami affinché non si sostituisca alla magistratura. C’è chi, invece, pensa che la commissione stessa debba indagare, e a fondo, e anzitutto su un fenomeno: quello delle reazioni avverse da vaccino. È necessario, dunque, ed è auspicabile che “si tratti di una vera commissione”, per Mauro Mantovani, Chimico Sperimentale, Bio-Tecnologo, Bio-Immunologo, nonché docente di Immunologia dei Tumori, membro Senior alla British Society for Immunology e direttore Ricerca e Sviluppo presso una Clinica di Milano.
Lo ha intervistato Il Giornale d’Italia, sull’ampio spettro delle criticità finalmente, ma solo parzialmente, emerse circa la gestione del Covid nel nostro Paese. Per quanto riguarda il vaccino e gli effetti avversi, alcuni anche gravissimi, come i nostri lettori sanno, è “vergognoso che in ancora in alcuni ambienti si rifiuti di considerare questo aspetto”. E c’è anche di peggio: è parimenti vergognoso “che si marchi il danneggiato come persona affetta da malattie neurologiche e lo si cauterizzi con antidepressivi ed ansiolitici ed altri farmaci”.
Reazione avverse e “Long Vax”
Poiché la reazione avversa da vaccino “tocca tutta la biologia dell’essere umano” – immunologia, infettivologia, endocrinologia, neurologia, oncologia, fisio-patologia – la commissione dovrebbe essere costituita da persone che guardino “al di là del sintomo” e che siano, dunque, competenti in varie materie. Il discorso, poi, verte sull’oramai noto articolo della rivista Science, di cui ci siamo occupati, che ha parlato, in luogo del cosiddetto Long Covid, piuttosto di Long Vax, tra i cui sintomi abbiamo miocarditi, complicanze neurologiche e sbalzi di pressione sanguigna: “Tutti i sintomi correlati alla reazione avversa da vaccino – ancora nelle parole di Mauro Mantovani – prendono in considerazione l’apparato cardio-vascolare, neurologico, immunitario ed endocrino”. Anche del ruolo della famigerata proteina Spike abbiamo già scritto, e Mantovani conferma: “Ha fatto sì che si generasse una risposta aberrante sia a livello elettrico che recettoriale che probabilmente immunologico”. Al di fuori dei tecnicismi, sostanzialmente la Spike genera reazioni autoimmuni deleterie. Reazioni avverse come autoanticorpi e disordini autoimmuni, individuate da uno studio italiano, sono altresì confermate dal professor Mantovani: “È chiaro che se questi autoanticorpi salgono improvvisamente e costantemente possono causare un danno oppure se vi è un danno nel frattempo possono instaurare ciò che viene chiamata immunopatologia”. E ancora: “Nelle reazioni avverse da vaccino sono presenti in tutti i soggetti questi autoanticorpi e la sintomatologia è sempre la stessa”.
Richiamo “inutile e dannoso”
Domanda l’intervistatore, giunti a questo punto, “Perché infettivologi ed igienisti continuano a proporre un richiamo annuale del vaccino ad emergenza finita, come già sostenuto dall’Oms?”. Mantovani non sa darsi una risposta ma sa che può essere “inutile” quanto “dannoso”, fornendo la seguente spiegazione: “In uno studio pubblicato a luglio 2021 si è evidenziato come nella popolazione della città metropolitana di Stoccolma (2.400.000 abitanti) il 65% fosse già immune da SARS-COV-2 ancor prima della sua comparsa per effetto dell’immunità eterologa (ben spiegata in innumerevoli articoli) e il 25% lo è diventato dopo la prima ondata. Totale: 90%”. Se vale per gli svedesi, è la chiosa, dovrebbe valer anche per le altre popolazioni, va da sé.
“Fantascienza”
Infine, circa le risibili e deliranti teorie propagate da Antonella Viola (la stessa per cui chi beva, anche moderatamente, vino “ha il cervello più piccolo”), ovvero che ci fosse un orario indicato per ottimizzare gli effetti del vaccino, le ore 16, il luminare è sin troppo elegante nel bollarle come “Fantascienza”.