Negli ultimi commenti liberi un utente ha scritto questo messaggio, che evidenzia un problema che molti di noi sentono da vicino:
“A questo punto Massimo io ti chiederei con tutto il cuore di iniziare a porre le basi per un think tank sul cosa possiamo fare noi comuni mortali per rendere le cose più difficili a questi fdp. Perché di materiale che provi l’arroganza di certa casta oramai c’è ne molto, sarebbe giunto il momento di prendere le menti più brillanti che circolano qui su LC e spremerle per creare una politica vera dal basso verso l’alto. Tu Massimo avresti il ruolo importantissimo di indirizzare tutto questo verso un obiettivo concreto e realizzabile. Altrimenti scriviamo e leggiamo tante cose importanti, ma rimane tutto sterile, non so se mi sono espresso bene.”
Indipendentemente da un mio possibile ruolo, quello di passare “dal dire al fare” è un problema sentito da molti. Spesso io ricevo email che in sostanza mi dicono: “Si vabbè, tutto bello e giusto, ma in concreto cosa facciamo?”
Io purtroppo non ho una risposta pronta, per agire nell’immediato: a volte provo a immaginare un nuovo movimernto politico, fondato su mille iniziative locali, ma il fantasma del fallimento dei 5 stelle irrompe con prepotenza in questi pensieri.
Allora provo a pensare ad un modo in cui queste iniziative locali sappiano gestirsi autonomamente, senza bisogno di una struttura centralizzata, Ma inevitabilmente si pone il problema di entrare – prima o poi – nelle istituzioni, dovendo necessariamente ricorrere ad un qualche tipo di gerarchia. E le gerarchie, come sappiamo, portano inevitabilemnte a scontri personali e lotte di potere. E lì irrompe il divide et impera, che fa presto strage di tutti.
La terza via è quella di cui parlavamo con Nino Galloni, in una recente trasmissione (su Canale Italia): Galloni sostiene che la strada sia quella di iniziare a fondare alcune comunità autonome, che utilizzino una propria moneta locale, il più possibile indipendenti dal resto del sistema. Ma anche questo, ovviamente, presenta dei grossi limiti nell’arco del medio-lungo termine.
Io personalmente sono convinto che nessuna “rivoluzione del sistema” possa avvenire fino a quando la base di persone consapevoli non sarà cresciuta almeno del doppio di quella attuale (ed è per questo che continuo a fare quello che faccio, nel mondo della controinformazione). Ma potrei sbagliarmi, ovviamente.
A voi la parola.
Massimo Mazzucco