Il 29 dicembre 1945, dopo due ictus e l’accudimento venerante del figlio, Augusta Lehrke rende l’anima a Dio, o a qualsiasi cosa fredda, invadente e malvagia abbia sempre adorato, lasciando Ed da solo. L’ultimo riferimento esterno a sé, per quanto malato e delirante, è venuto a mancare. Ed Gein è solo. Un uomo adulto con la mente di un bambino, i percorsi del pensiero deviati oscenamente in un labirinto, una grande fattoria, l’abitudine alla solitudine e molto tempo.
La solitudine è veleno per gli animali sociali. Per vivere da soli occorre aver maturato equilibrio. Ed Gein, nel pozzo della solitudine, fa esplodere tutti i deliri confusi insufflati da Augusta.
L’assenza fisica della madre gli è insopportabile, ma la bara è immersa nel cemento, una soluzione costosa e rara. A Ed occorre il contatto con la figura materna, con il lato femminile, un contatto controllato e puro, appunto la purezza di carne e pelle che sono già state mondate dall’abbraccio della morte. Le notti di Ed iniziano a essere fatte di badili, vanghe, casse seppellite da poco nella terra, piedi di porco per forzare le inchiodature e il peso di corpi da portare a casa.
Questo è il delirio in cui Ed Gein vive e che lo rende una figura ineludibile nello studio dei serial killer. I corpi freddi, il contatto con l’altro quando esso è bloccato nel rigor mortis, i tentativi di intimità con una controparte docile in quanto inerte. Quello che verrà trovato nella casa di Ed, all’inizio delle indagini, è il regno di un feticismo necrofilo, un disperato e delirante urlo di solitudine.
Passano gli anni. La mente assimila e categorizza, viene stimolata dalla novità, mentre l’esperienza troppo reiterata perde ogni attrattiva. Ed Gein vuole una donna “fresca”. “Fresca”, non viva. La sua prima vittima è una ragazza la cui scomparsa non verrà mai collegata a lui. I dettagli sono quasi inesistenti. Dopo 3 anni di ulteriori esumazioni e latenza omicida, Ed è pronto a mietere una nuova vittima: Bernice Worden, la proprietaria della ferramenta. La fortuna, però, non lo assiste. Il figlio della vittima è il vicesceriffo e subito individua un indizio che porta alla fattoria dei Gein.
Non sappiamo cosa sia successo a Mary Hogan, la prima donna caduta vittima della sua brama di Ed, ma Bernice Worden viene ritrovata nel capanno dove i Gein, da bravi cacciatori dei Wisconsin, scuoiavano ed evisceravano le prede. Ed Gein aveva riservato lo stesso trattamento al corpo della donna.