La giornata di mobilitazione del 17 ottobre, lanciata dall’assemblea “Tende in Piazza”, tenutasi a Milano lo scorso settembre, ha visto prendere forma in diverse città d’Italia iniziative ed azioni per il diritto all’abitare.
Questa data si inserisce in un contesto di fermento e di crescita di mobilitazione contro la crisi abitativa universitaria. A Firenze, in risposta allo sgombero dello studentato autogestito PDM27 ad agosto, è stato occupato il dipartimento di Scienze Sociali.
Lo scorso giovedì, a Bologna, è nata “Glitchouse”, uno student hostel occupato in un’ex residenza privata lasciata da anni al disuso, occupata dal collettivo universitario CUA in risposta alla crescente crisi abitativa. Sempre a Bologna, la giornata di martedì è iniziata con il durissimo sgombero della residenza occupata “In/Out”, stabile occupato dal collettivo “Luna” circa un mese fa per far fronte alla crisi abitativa. L’edificio, uno studentato pronto a tutti gli effetti tenuto chiuso per speculazione edilizia, di proprietà della chiesa, è stato sgomberato con una violenta operazione di polizia, durante la quale una studentessa è rimasta ferita.
Le altre città d’Italia hanno visto svolgersi numerose assemblee, momenti di socialità e di confronto, sia all’interno dell’ateneo, che fuori.
A Venezia, infatti, ASC l’assemblea sociale per la casa ed il collettivo universitario L.i.s.c hanno bloccato lo sfratto di una studentessa, ed in seguito un’assemblea molto partecipata, seguita da un aperitivo si è svolta presso il complesso universitario di S. Basilio. La mobilitazione per il diritto all’abitare veneziana, continuamente in crescita, ha visto la scorsa settimana una forte contestazione ad una presentazione sul futuro universitario della città di Mestre, la quale sembra essere la prossima meta della speculazione sulle residenze universitarie. Inoltre, è stata rilanciata la data della manifestazione cittadina per il diritto all’abitare del 18 novembre e dell’assemblea di costruzione del 26 ottobre, organizzate in sinergia con l’assemblea sociale per la casa di Venezia.
A Padova, al termine del dibattito organizzato presso il dipartimento di scienze politiche dal titolo “Una città a misura di studentə?”, dove numerose realtà si sono confrontate insieme alla docente universitaria Lorenza Perini sul tema della vita studentesca nella città, è stato occupato dal Collettivo Spina il dipartimento di Scienze Politiche per la notte, seguita da una serata di confronto e di socialità attraversata da centinaia di persone, rompendo la mancanza di occupazioni universitarie che durava dal 2018.
Riportiamo in calce il comunicato di gestione dell’occupazione da parte del collettivo Spina.
Oggi, 17 ottobre, in occasione della giornata di mobilitazione nazionale per il diritto all’abitare lanciata dall’assemblea “Tende in piazza” abbiamo occupato il dipartimento di Scienze Politiche, dove abbiamo trascorso una serata di socialità collettiva e dormito con le tende.
La scelta di occupare arriva dopo un processo di analisi e di discussione sul diritto all’abitare e il diritto allo spazio che ci ha visto interrogarci su come la città di Padova, al contrario di quanto affermato dalla Rettrice Daniela Mapellidurante un incontro pubblico, non sia a misura di chi frequenta l’università.
La scelta di riappropriarci degli spazi universitari è stata fatta per denunciare una situazione che parte dalla grave crisi abitativa che stiamo vivendo, indicandone nell’università, nel comune e nella regione i responsabili. Una crisi che non può essere esclusivamente circoscritta al problema dell’alloggio.
La mancanza di case è infatti uno dei tanti tasselli che compongono la visione di città che sta venendo portata avanti. Una città non a misura di studentə ma a misura di ricchi, una città dove la gentrificazione, le discriminazioni e l’inaccessibilità, a partire dagli affitti sempre più cari, si legano alla continua cementificazione ed alla speculazione dei privati a scapito delle vite delle persone e dell’ambiente.
Il dibattito svoltosi in università nel momento precedente all’occupazione ha dato un quadro complessivo della città di Padova al momento e di come si inserisce la vita studentesca all’interno di questa situazione. Partendo dalle contraddizioni che viviamo quotidianamente, partendo dall’inaccessibilità degli affitti, dal lavoro precario, dagli studentati privati sempre più in crescita, dalle discriminazioni razziali e di genere presenti in ateneo, dalla mancanza di spazi dove poter studiare, mangiare e vivere una vita universitaria degna, dalla cementificazione sempre più soffocante, pensiamo che sia necessario immaginare una città diversa.
Pensiamo che sia necessario immaginare non solo una città a misura di studentə, ma una città a misura di tuttə.
Vogliamo case per tuttə, vogliamo un tetto massimo agli affitti, vogliamo case accessibili senza discriminazioni. Vogliamo liberarci dal lavoro povero, vogliamo contratti degni. Vogliamo attraversare liberamente la città e gli spazi universitari sentendoci al sicuro e percependoli come anche nostri. Vogliamo spazi dove vivere l’università, liberi ed autogestiti. Vogliamo studentati e residenze pubbliche ed accessibili. Alla speculazione edilizia ed al cemento vogliamo rispondere con il recupero degli immobili sfitti, chiusi per profitto.
Vogliamo una città diversa.
Al termine dell’occupazione è stata rilanciata un’assemblea pubblica che si terrà venerdì 20 ottobre alle ore 18 presso il dipartimento di Scienze Politiche, per organizzare i prossimi passi di un percorso che non vede nell’occupazione di martedì né un inizio né una fine, ma una tappa fondamentale.