Marcello Pamio – 21 ottobre 2023
Dalle immagini il Natto non ispira per via della bava che sviluppa durante la fermentazione del legume da parte del Bacillus subtilis. Lo so non è invitante ma vi posso assicurare che è squisito, basterebbe andare oltre i limiti mentali.
Sugli aspetti terapeutici del Natto non ci sono dubbi. Sono noti infatti da tempo immemore in Oriente, visto che è uno dei più famosi cibi tradizionali giapponesi. La leggenda vuole che sia stato scoperto dal samurai Minamoto no Yoshile. Questi fu attaccato mentre stava cuocendo la soia per i suoi cavalli e fu costretto a chiuderla velocemente dentro dei sacchi di paglia di riso che furono aperti solo alcuni giorni dopo. Quindi fagioli fermentati per sfiga o serendipità!
Si tratta di una fermentazione basica, completamente diversa e molto più delicata di quella acida. Si tiene a 41 gradi per circa 22/24 ore il legume inoculato con le spore del batterio.
Il risultato è pazzesco: un alimento ricco di proteine e vitamine e molto digeribile visto che la fermentazione trasforma il legume.
E’ una fonte di probiotici per il microbiota intestinale e contiene la famosa vitamina K2 (nella forma MK7, quella maggiormente biodisponibile) molte vitamine del gruppo B, tra cui la B6 e la B12, acido folico, acido pantotenico e moltissimi antiossidanti.
La parte più intrigante rimane l’enzima Nattokinase o Nattokinasi, eccezionale per la salute cardiovascolare in quanto favorisce la fluidificazione del sangue (anti-coagulante, anti-fibrinogeno e anti-trombotico).
Proprio per questo motivo si trovano sempre più studi sulla sua azione benefica in caso di danni cardiovascolari dovuti al diserbante genico…
Per molti il Natto rappresenta il segreto della longevità del popolo giapponese, e per questo il suo consumo è largamente diffuso, in particolare a colazione: accompagnato da verdure e uova.