Dopo l’occupazione del dipartimento di Scienze Politiche in solidarietà alla Palestina del collettivo Spina della settimana scorsa, oggi moltissimi studenti e studentesse sono tornati in piazza a Padova, in occasione del senato accademico per chiedere che venga messo un punto all’ordine del giorno per una presa di posizione da parte dell’ateneo su quanto sta accadendo in Palestina.
Studenti e studentesse dell’ateneo non solo di Padova ma anche di Venezia stanno occupando il rettorato, Palazzo Bo, chiedendo a gran voce di essere ricevuti, di poter prendere parola al Senato Accademico. Nella scorsa settimana sono stati lanciati diversi appelli firmati dalla comunità accademica per un posizionamento degli atenei, a Padova sono state raccolte centinaia di firme ed oggi i manifestanti vogliono portarle alla seduta del senato accademico. “Siamo disposti a rimanere qui finché il senato accademico non ascolterà le nostre volontà, ossia che UniPd prenda realmente posizione di fronte al genocidio in corso” dichiara il Collettivo Spina al microfono, “occupiamo uno spazio che in realtà è nostro, perché in università non deve esserci spazio per la guerra”.
Dopo diverse ore di occupazione è stato ottenuto un breve incontro con il protettore prima dell’inizio del senato accademico in cui sono stati consegnati i documenti e le firme raccolte. Il prorettore si è impegnato a portarle in senato. “Questo passaggio è frutto della nostra lotta, ma non ci fermeremo fino a quando l’università non avrà preso una posizione netta”.
Di seguito un estratto del documento che il collettivo Spina vuole portare in Senato.
La scorsa settimana abbiamo lanciato un appello sottoscrivibile dalla comunità accademica il quale chiedeva una presa di posizione netta da parte dell’Università di Padova rispetto a quanto sta succedendo in Palestina. L’appello è stato firmato da più di 600 persone ed oggi abbiamo portato qui con noi queste firme.
Chiediamo a questo senato di inserire in ordine del giorno la votazione di un posizionamento da parte dell’Università nel prendere istituzionalmente le distanze dall’astensione dell’Italia alla risoluzione ONU per un cessate il fuoco. Chiediamo di prendere una posizione per la pace, per la condanna della violenza e dell’apartheid in corso in Palestina, per una narrazione lucida ed in grado di andare oltre alla semplificazione della polarità che vediamo quotidianamente in atto.
In questo senso chiediamo, inoltre, una maggiore trasparenza sulle partnership intrattenute dalle nostre Università con aziende che finanziano direttamente l’industria bellica, come Leonardo SPA, capofila nella produzione e nell’esportazione di armamenti bellici, recentemente fondutasi con un’omologa azienda israeliana. Qualora queste partnership esistano, chiediamo di cessarle immediatamente interrompendo collaborazioni lavorative e formative.