I ricchi saranno gli unici in grado di riprodursi in futuro?

Dr. Joseph Mercola
takecontrol.substack.com

Riassunto

L’infertilità è alle stelle e se la tendenza continua, la maggior parte delle coppieper concepire potrebbe avere bisogno di servizi riproduttivi entro il 2045.

Tra le potenziali ragioni di questa tendenza vi sono i vaccini che compromettono la fertilità, le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino e l’esposizione ai campi elettromagnetici (CEM).

A livello mondiale, il numero dei nuovi nati è diminuito del 50% tra il 1960 e il 2018. In molti Paesi si sono registrati cali scioccanti del tasso di natalità in seguito all’introduzione dei vaccini COVID.

L’infertilità colpisce 1 persona su 6 a livello globale. Negli Stati Uniti, i problemi di fertilità riguardano il 9% degli uomini e l’11% delle donne.

Un singolo ciclo di fecondazione in vitro può costare tra i 15.000 e i 30.000 dollari e, poiché le probabilità di concepire sono solo del 29% dopo il primo ciclo e del 43% dopo sei cicli, può diventare molto costoso. Il risultato è che forse ci stiamo avviando verso un futuro in cui solo i ricchi avranno i mezzi per riprodursi.

Mentre la macchina della propaganda insiste sul fatto che il mondo dovrà affrontare conseguenze terribili a causa della sovrappopolazione, i dati, in realtà, indicano esattamente il contrario, visto che l’infertilità tra entrambi i sessi sta salendo alle stelle.

I possibili motivi sono molti, dai vaccini che compromettono la fertilità alle sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino, fino all’esposizione ai campi elettromagnetici (EMF). Anche la promozione dell’ideologia transgender non aiuta, visto che nei bambini e nei giovani adulti gli organi riproduttivi vengono letteralmente rimossi chirurgicamente e/o resi permanentemente disfunzionali con terapie ormonali.

Presto la crescita della popolazione si stabilizzerà e inizierà la fase negativa. I tassi di natalità globali sono già ai minimi storici. Secondo i dati della Banca Mondiale, tra il 1960 e il 2018 il numero di bambini nati è diminuito del 50% [1]. In molti Paesi si è registrato un calo scioccante del tasso di natalità anche dopo l’introduzione dei vaccini COVID.

La crisi globale della fertilità di cui nessuno parla

Secondo un rapporto dell’aprile 2023 [2] dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, l’infertilità colpisce oggi 1 persona su 6 a livello globale. Negli Stati Uniti, i problemi di fertilità riguardano il 9% degli uomini e l’11% delle donne. Anche tra le coppie sane di età inferiore ai 30 anni, il 40%-60% non riesce a concepire nei primi tre mesi di rapporti sessuali non protetti [3].

Non sorprende quindi che un terzo degli adulti americani dichiari di aver fatto ricorso a trattamenti per la fertilità, o di conoscere qualcuno che lo ha fatto [4]. Il problema, naturalmente, è che i trattamenti per l’infertilità sono costosi. Un singolo ciclo di fecondazione in vitro può costare tra i 15.000 e i 30.000 dollari [5].

Tuttavia, poiché le probabilità di concepire sono solo del 29% dopo il primo ciclo e del 43% dopo sei cicli [6, 7] il costo può aumentare. Come ha osservato lo scrittore Matthew Rozsa di Salon [8], “credo che la nostra specie si trovi di fronte ad un futuro in cui solo i ricchi saranno in grado di riprodursi“.

La conta spermatica sta crollando in tutto il mondo

La conta spermatica è in calo già da diversi decenni. Secondo l’epidemiologa ambientale e riproduttiva Shanna Swan, Ph.D., autrice del libro del 2021 “Count Down: How Our Modern World Is Threatening Sperm Counts, Altering Male and Female Reproductive Development, and Imperiling the Future of the Human Race” (Conto alla rovescia: come il nostro mondo moderno sta minacciando la conta degli spermatozoi, alterando lo sviluppo riproduttivo maschile e femminile e mettendo a repentaglio il futuro della razza umana), nel 2011, la conta media degli spermatozoi nei maschi occidentali era meno della metà di quella del 1973 (47 milioni per millilitro, in calo rispetto ai 99 milioni/mL) [9].

Secondo la Swan, se la curva del calo del numero di spermatozoi continuerà, entro il 2045 il numero mediano di spermatozoi sarà pari a zero [10] e le coppie che desidereranno avere figli non avranno altra scelta se non quella di cercare aiuto per la riproduzione.

Analogamente, una ricerca [11] di Hagai Levine, professore di epidemiologia presso l’Università Ebraica di Gerusalemme, mostra che, tra il 1973 e il 2018, la conta spermatica è diminuita in media dell’1,2% all’anno e la diminuzione è sempre più evidente.

A partire dal 2000, il tasso di declino annuale è stato del 2,64% [12]. “Siamo di fronte ad una crisi di salute pubblica e non sappiamo se sia reversibile”, ha dichiarato Levine a BBC news in un’intervista del marzo 2023 [13]. E, per citare ancora Rozsa [14]:

“… quando la nostra conta spermatica media raggiungerà meno di 15 milioni di spermatozoi per millilitro, le uniche persone in grado di riprodursi saranno quelle che possono permettersi costose tecnologie mediche come la fecondazione in vitro (IVF) … (Levine pone il numero soglia di spermatozoi a 40 milioni per millilitro)”.

In effetti, l’emergere di una nuova differenza di classe, in cui solo i ricchi potranno permettersi di sostenere i costi delle tecnologie riproduttive, sembra a questo punto inevitabile. Come tale, questa tendenza finirà per avere enormi implicazioni di giustizia sociale.

Le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino compromettono la fertilità

La Swan ritiene che le sostanze chimiche che alterano il sistema endocrino (EDC) [endocrine disrupting chemicals] siano tra i principali responsabili della tendenza all’infertilità, in quanto interferiscono direttamente con il funzionamento degli ormoni steroidei, fondamentali per la gravidanza e lo sviluppo del feto. Tra i principali colpevoli ci sono gli ftalati e i bisfenoli presenti nelle materie plastiche, nei prodotti per la cura della persona, nei cosmetici e negli alimenti lavorati e confezionati.

Molte EDC imitano gli ormoni, sostituendoli di fatto. Ma, ovviamente, la sostanza chimica non funziona come l’ormone naturale, quindi anche gli organi bersaglio dell’ormone non funzioneranno bene. Come spiegato nel rapporto del 2019, “Infertilità maschile e fattori ambientali” [15]:

“Classicamente le EDC si legano al recettore degli androgeni o degli estrogeni innescando un’azione agonista o antagonista. A loro volta, determinano un aumento o una diminuzione dell’espressione genica dei geni specifici del sesso.

Inoltre, le EDC agiscono sugli enzimi steroidogenici e sul metabolismo degli ormoni, ad esempio inibiscono l’attività della 5-α reduttasi, l’enzima più importante nella produzione di diidrotestosterone e quindi nella regolazione della mascolinizzazione dei genitali esterni e della prostata. Inoltre, possono essere influenzati anche gli enzimi P450 del fegato che metabolizzano gli ormoni steroidei”.

Come aveva dichiarato la Swan alla rivista Salon nell’aprile 2021 [16], se durante lo sviluppo di un feto maschile il testosterone è insufficiente, possono insorgere diversi problemi. Per cominciare, i genitali potrebbero non svilupparsi correttamente. Con l’avanzare dell’età, inoltre, questo individuo potrebbe non avere un numero di spermatozoi sufficiente per essere fertile. E sarebbe anche a maggior rischio di cancro ai testicoli. Le prove di questi effetti negativi sono intorno a noi. Come aveva osservato la Swan [17]:

“In diversi studi condotti in tutto il mondo si osserva anche un calo del testosterone. Vediamo un aumento della disfunzione erettile. Vediamo aumentare i tassi di anomalie genitali… Vediamo un aumento dei tassi di cancro ai testicoli”.

Le EDC possono anche frammentare il DNA degli spermatozoi, un fattore che può contribuire ad aborti precoci [18]. Naturalmente, anche le donne sono colpite negativamente. È importante notare che i tassi di diminuzione della riserva ovarica sono in aumento, il che significa che una donna, andando avanti con gli anni, potrebbe non avere più abbastanza ovuli per concepire [19].

Le “sostanze chimiche eterne” compromettono la salute riproduttiva

Un’altra classe di sostanze chimiche collegate alla riduzione del numero di spermatozoi sono i composti per- e polifluoroalchiliche (PFAS), conosciuti colloquialmente come “sostanze chimiche eterne”, che si trovano in prodotti resistenti al grasso e alle macchie, tra cui imballaggi per alimenti, abbigliamento, prodotti per la cura personale e articoli per la casa.

Uno studio del 2022 pubblicato sulla rivista Environmental Health Perspectives aveva rilevato “un’associazione statisticamente significativa tra l’esposizione a una miscela di PFAS nelle prime fasi della gravidanza e una minore concentrazione di spermatozoi e un numero totale di spermatozoi e una maggiore proporzione di spermatozoi non progressivi e immotili” nella prole maschile [20].

È stato inoltre dimostrato che, nelle donne, i PFAS alterano gli ormoni riproduttivi, ritardano l’inizio della pubertà e aumentano il rischio di endometriosi e della sindrome dell’ovaio policistico [21]

I pesticidi incidono sulla fertilità

I pesticidi sono un’altra delle cause. Secondo una revisione scientifica [22, 23] pubblicata nel novembre 2023 sulla rivista Environmental Health Perspectives, gli organofosfati e gli N-metilcarbammati, due classi comuni di insetticidi, riducono il numero di spermatozoi. Come riportato in questo articolo [24]:

“In 20 studi, 21 popolazioni di studio, 42 dimensioni dell’effetto e 1.774 uomini adulti, la differenza media standardizzata, aggiustata per il bias, nella concentrazione di sperma tra uomini adulti più e meno esposti agli insetticidi OP e NMC è stata di -0,30…

Sebbene la stima dell’effetto comune sia stata modificata dal rischio di bias, dalla classe di insetticidi, dal contesto di esposizione e dal contesto di reclutamento, è rimasta negativa in tutte le meta-analisi. L’insieme delle prove è stato giudicato di qualità moderata, con prove sufficienti di un’associazione tra una maggiore esposizione agli insetticidi OP e NMC negli adulti e una minore concentrazione di sperma”.

I pesticidi sono stati collegati anche alla riduzione della fertilità nelle donne, oltre che a disturbi ovarici, nati morti, parti prematuri e anomalie dello sviluppo [25].

I vaccini vengono usati per ridurre la fertilità?

Anche i vaccini possono contribuire all’infertilità. Come descritto in “Infertility: A Diabolical Agenda“, che contiene l’omonimo documentario, l’Organizzazione Mondiale della Sanità sta lavorando a vaccini anti-fertilità fin dagli anni ’70 e a metà degli anni ’90 si era scoperto che un programma antitetanico dell’UNICEF utilizzava un vaccino antitetanico addizionato con HCG [gonadotropina corionica umana].

L’HCG è il primo segnale che indica al corpo della donna che è incinta. In risposta a questo segnale, le ovaie producono progesterone, che mantiene la gravidanza fino al termine. Combinando l’HCG con il tossoide tetanico, questo ormone cruciale per la gravidanza viene attaccato e distrutto dal sistema immunitario della donna.

C’è motivo di sospettare che i vaccini COVID possano interferire con la fertilità. Medici e scienziati hanno avvertito che questi prodotti possono avere una reazione crociata con la sincitina e i geni riproduttivi nello sperma, negli ovuli e nella placenta, in modo da compromettere la riproduzione.

Almeno uno studio [26, 27] ha confermato che il vaccino a base di mRNA di Pfizer compromette la concentrazione dello sperma e la conta degli spermatozoi mobili per circa tre mesi. Anche le donne di tutte le età hanno riportato disturbi mestruali dopo la somministrazione del vaccino, cosa che potrebbero avere un effetto sulla fertilità.

Gli sconvolgenti cali dei tassi di natalità registrati in tutto il mondo dopo l’introduzione dei vaccini COVID sembrano confermare l’esistenza di un problema. Ad esempio, i dati tedeschi hanno mostrato un calo del 10% del tasso di natalità nel primo trimestre del 2022 [28]. Tra gennaio e aprile 2022, il tasso di natalità della Svizzera è stato inferiore del 15% rispetto alle previsioni, quello del Regno Unito è diminuito del 10% e quello di Taiwan del 23% [29, 30, 31].

In un articolo di Counter Signal del 5 luglio 2022, Mike Campbell aveva riferito che nei cinque Paesi con la più alta diffusione del vaccino COVID, la fertilità era diminuita in media del 15,2%, mentre nei cinque Paesi con la più bassa diffusione del vaccino COVID la riduzione media era stata solo del 4,66%.

Anche i dati statunitensi hanno rivelato un calo dei nati vivi. Ad esempio, i dati provvisori del North Dakota hanno mostrato un calo del 10% a febbraio 2022, del 13% a marzo e dell’11% ad aprile, rispetto ai mesi corrispondenti del 2021 [32].

Anche i campi elettromagnetici possono essere coinvolti

Ritengo che l’esposizione ai campi elettromagnetici sia un altro fattore significativo per la diminuzione osservata del numero di spermatozoi. Martin Pall, Ph.D., ha scoperto un meccanismo precedentemente sconosciuto di danno biologico prodotto dalle microonde emesse dai telefoni cellulari e da altre tecnologie senza fili sui canali del calcio dipendenti dal voltaggio (VGCC) incorporati nelle membrane cellulari [33].

I VGCC vengono attivati dalle microonde e, quando ciò accade, viene rilasciato circa 1 milione di ioni calcio al secondo. Questo enorme eccesso di calcio intracellulare stimola il rilascio di ossido nitrico (NO) all’interno della cellula e dei mitocondri, che si combina con il superossido per formare il perossinitrito.

I perossinitriti non solo causano danni ossidativi, ma creano anche radicali liberi idrossilici, i radicali liberi più distruttivi che si conoscano. I radicali liberi idrossilici distruggono il DNA mitocondriale e nucleare, le membrane e le proteine, provocando una disfunzione mitocondriale.

Durante un panel di esperti sulla salute dei bambini del 2013 sull’esposizione a cellulari e Wi-Fi, è stato osservato che “la barriera testicolare, che protegge gli spermatozoi, è il più sensibile dei tessuti del corpo… Oltre al numero e alla funzione degli spermatozoi, il DNA mitocondriale degli spermatozoi è danneggiato tre volte di più se esposto alle radiazioni dei cellulari “[34].

Scrivendo su Clinical and Experimental Reproductive Medicine, i ricercatori hanno anche osservato che molti studi in vivo e in vitro hanno rivelato che l’esposizione ai CEM può alterare la funzione riproduttiva, compresa la motilità degli spermatozoi, con effetti che variano a seconda della frequenza, della durata dell’esposizione e della potenza del CEM [35].

Come proteggere la vostra capacità di riproduzione

Anche se molti dei principali responsabili possono sembrare quasi impossibili da evitare, è bene che facciate del vostro meglio se volete avere figli o se volete che i vostri figli possano averne:

Evitare l’esposizione a sostanze chimiche di qualsiasi tipo, ma in particolare alle EDC e ai PFAS. Esempi di articoli che possono contenere queste sostanze chimiche sono i prodotti in scatola, i sigillanti dentali, gli involucri antiaderenti per alimenti, i bicchieri e le bottiglie di plastica rigida, i prodotti e gli indumenti antigrasso e antimacchia, i prodotti per l’igiene personale, gli shampoo, le lozioni e i cosmetici. L’ideale sarebbe mangiare il più possibile cibi integrali e non lavorati, cucinati da voi stessi, e usare prodotti per la casa e la cura della persona completamente naturali e non profumati.

Evitate i pesticidi acquistando, quando possibile, alimenti biologici.

Evitate i vaccini COVID e, per sicurezza, anche qualsiasi altro “vaccino” basato sulla terapia genica.

Limitate l’esposizione ai campi elettromagnetici collegando il vostro computer desktop a Internet tramite una connessione cablata (ricordate di metterlo in modalità aereo una volta cablato), spegnendo il Wi-Fi di casa quando non lo utilizzate (soprattutto di notte quando dormite) e riducendo al minimo l’uso del cellulare. L’ideale sarebbe cablare la casa in modo da poter spegnere il Wi-Fi in ogni momento.

Dr. Joseph Mercola

Riferimenti:

Fonte: takecontrol.substack.com
Link: https://takecontrol.substack.com/p/infertility
05.01.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Il Dr. Joseph Mercola è un medico osteopata americano convinto sostenitore delle medicine alternative, ha scritto due libri elencati nel New York Times Bestseller List. Nel suo “La grande bufala dell’aviaria,” del 2006,  sosteneva con forza la tesi che tale malattia serviva in realtà soltanto al governo per accumulare denaro e potere. Vive in Florida con la moglie Elizabeth e dirige un’azienda di prodotti per la salute e integratori vitaminici.

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