Avanza inesorabile e con la forza delle armi il progetto estrattivista del presidente ecuadoriano Noboa: nei giorni scorsi le comunità andine di Las Pampas e Palo Quemado, nella provincia del Cotopaxi, sono state invase dai militari mandati da Noboa e duramente represse con gas lacrimogeni e proiettili di gomma e reali per permettere lo svolgimento di una consultazione ambientale con la quale l’Esecutivo intende avallare la concessione mineraria all’impresa canadese Atico Mining in territorio indigeno.
Le Parrocchie di Palo Quemado e Las Pampas sono due piccoli centri amministrativi situati nel cuore dell’Ecuador e delle Ande nel cantone di Sigchos, a metà strada fra la capitale Quito e la città di Santo Domingo de los Colorados. Composte rispettivamente da otto e dodici piccoli pueblos, queste due entità territoriali hanno una popolazione che si aggira sul migliaio di persone. Da diversi mesi questi due piccoli centri andini sono in lotta contro i progetti estrattivisti promossi dai governi conservatori di Guillermo Lasso e Daniel Noboa.
Già l’estate scorsa, infatti, gli abitanti erano stati costretti a scendere in strada per difendere il proprio territorio dall’avanzata dei progetti minerari: attraverso il Decreto 754 il governo di Lasso aveva infatti cercato di accelerare le procedure legali per la concessione di licenze per i progetti estrattivisti nei territori indigeni. Il tentativo di promuovere le consultazioni popolari, che non rispettavano i modi e i tempi per le popolazioni indigene, aveva provocato la reazione degli abitanti e la repressione della polizia ecuadoriana mandata da Lasso per difendere gli interessi delle imprese minerarie.
La caduta del governo di Lasso e la resistenza della popolazione ha però bloccato i progetti minerari nella zona. In ottobre poi, la Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale il Decreto 754 con il quale, come denunciava la CONAIE si volevano modificare le regole per le consultazioni ambientali pretendendo che le popolazioni originarie, basate sulla cultura orale, si leggessero migliaia di pagine di informazione tecnica in 14 giorni e che in 2 ore decidessero sul proprio futuro e territorio. Per il Presidente della CONAIE Leonidas Iza la risoluzione della Corte Costituzionale è stata un passo importante perché «è stato dimostrato che il governo Lasso ha usato un decreto illegale per stabilire concessioni minerarie con la forza, violando i diritti umani e collettivi, ha cercato di imporre consultazioni ambientali e consultazioni preventive in modo illegale e incostituzionale».
La vittoria legale però non è servita a fermare l’avanzare dell’estrattivismo nel Paese. Un passo importante di questo percorso è stato certamente il contesto nazionale: la violenza sistemica favorita dai precedenti governi, ha infatti fornito la scusa al nuovo Presidente Noboa di dichiarare lo “stato di guerra interno” con il quale ha iniziato la guerra ai gruppi criminali organizzati che imperversano nel Paese. La “guerra inventata” dal Presidente è stata fondamentale per adottare decisioni drastiche necessarie a riprendere il controllo dello Stato e imporre politiche economiche neoliberiste. Tra queste ci sono quelle di militarizzare un territorio già abbondantemente militarizzato, di concedere ulteriore potere e sostanziale impunità alle forze armate, di criminalizzare qualsiasi protesta e di estendere il delitto di terrorismo anche a contesti di proteste sociali. Con la scusa della guerra interna Noboa ha quindi potuto riprendere in mano i progetti estrattivisti del suo predecessore, contando anche sulla paura generata dal contesto nazionale di questi mesi.
Nonostante lo stop sancito dalla Corte, il governo ha ripreso ad avanzare nel suo progetto estrattivista. Solo poche settimane fa Noboa si è recato in Canada per contrattare con Justin Trudeau la svendita del territorio ecuadoriano alle imprese estrattive canadesi. Il 7 marzo, nel tentativo di forzare ll processo di consultazione popolare, un gruppo di uomini armati sotto contratto della Atico Mining ha fatto irruzione a Palo Quemado ferendo alcuni abitanti e minacciando tutti gli oppositori dell’impresa mineraria. L’attacco alla popolazione in resistenza è avvenuto su più fronti: mentre i paramilitari seminavano terrore nel pueblo, la procura ecuadoriana ha denunciato 70 abitanti di Palo Quemado e Las Pampas per il presunto delitto di “terrorismo”, come risposta alla loro opposizione alla consultazione popolare.
In un clima di sempre maggior tensione, il 18 marzo l’Esecutivo ha inviato a Palo Quemado 500 uomini tra polizia ed esercito per garantire il “libero” processo di consultazione popolare, vale a dire ha utilizzato risorse dello Stato per difendere gli interessi economici di imprese private. L’arrivo di così tanti uomini armati non poteva che causare ulteriore tensione e infatti il giorno seguente le proteste degli abitanti sono state duramente represse dalle forze armate causando almeno 15 feriti tra la popolazione resistente. Con la repressione quindi le forze armate hanno potuto far svolgere la consultazione popolare, rivelatasi tutt’altro che libera come denuncia infatti il Frente Nacional Antiminero in un comunicato «oggi circa 500 poliziotti hanno represso i villaggi di Las Pampas e Palo Quemado a Sigchos, Cotopaxi, per garantire una falsa consultazione ambientale, con 70 abitanti su 1100 della parrocchia, per favorire la miniera canadese Ático Mining. Come conseguenza degli attacchi della polizia e militari finora sono state contate 15 persone ferite, tra cui anziani, donne, giovani, che sono stati attaccati con proiettili di gomma, pallini e bombe lacrimogene. Delle 15 sono 7 gravi con ustioni su volti, braccia e gambe. Riteniamo il governo di Daniel Noboa responsabile dell’integrità e della vita dei contadini colpiti dalla loro aggressiva politica mineraria».
L’invasione di Palo Quemado e Las Pampas è solo la punta di un iceberg sempre più pericoloso per le popolazioni originarie: l’avanzata dell’estrattivismo nei territori indigeni. Un’avanzata a tutto campo: mentre era in Canada a firmare trattati con Trudeau, il Ministero dell’Energia ha firmato un accordo ministeriale con il quale si promuove l’uso di un manuale per soppiantare l’applicazione della consultazione preventiva, libera e informata con un processo non vincolante che permette operazioni minerarie anche con l’opposizione di popoli, nazionalità e comunità indigene. Contro tale possibilità la CONAIE ha già presentato alla Corte Costituzionale una domanda di incostituzionalità dell’accordo in quanto la regolamentazione di un diritto costituzionale come la consultazione preventiva deve essere effettuata attraverso una legge organica, come stabilito dalla Costituzione stessa.
Seppur nascosti tra la selva rigogliosa delle Ande i due piccoli pueblos di Palo Quemado e Las Palmas sono al centro del dibattito nazionale e diventati simbolo della battaglia contro l’estrattivismo minerario. Da diverse province circostanti sono numerose le popolazioni che in queste ore si stanno dirigendo verso il cantone di Sigchos per portare solidarietà e un aiuto concreto alla popolazione che resiste alla sempre più dura repressione riversata contro di loro dallo Stato. Nei prossimi giorni inoltre è in programma un incontro nazionale antiminerario per discutere le strategie nazionali in difesa dei territori di fronte all’avanzare dell’estrattivismo in un Paese segnato dalla violenza e dalla guerra al narco.