La tragedia della Libia

Larry Romanoff – Moon of Shangai – Marzo 2023

Questa è una di una lunga serie di storie tragiche che coinvolgono l’imperialismo statunitense e la disinformazione dei media. Come per tutte le altre, dovete mettere da parte tutte le sciocchezze che avete letto nei media occidentali sulla Libia e sul suo presidente, Moammar Gheddafi, e imparare alcune verità.

Gheddafi
Il 14 novembre 1969, Muammar Gheddafi saluta la folla per la prima volta dopo il rovesciamento della monarchia libica. Gamma-Keystone / Getty Images. Fonte

Gheddafi divenne leader della Libia con un colpo di stato incruento contro il vecchio re Idris [1], che era stato insediato dalle potenze imperiali dopo l’ultima guerra e che era stato più che disposto a cedere tutte le risorse petrolifere della Libia alle multinazionali occidentali in cambio del suo “regno“. L’Occidente non ha mai perdonato Gheddafi per questo, e lo ha costantemente demonizzato nei media, ha imposto molti tipi di sanzioni contro il Paese e, in generale, ha fatto del suo meglio per punirlo per decenni per la perdita del suo Re Burattino. I media americani vi diranno il contrario, ma questa è la causa principale dell’ostilità occidentale nei confronti di Gheddafi e della Libia.

La fine del governo [di Re Idris] avvenne solo un decennio dopo la scoperta del petrolio in Libia, uno sviluppo che aveva trasformato la nazione desertica, per lo più arida, da uno dei Paesi più poveri in uno dei più potenzialmente prosperi…, i libici sembravano essersi sistemati sotto un’autocrazia benigna. Il re portò il suo Paese ad una stretta alleanza con la Gran Bretagna e gli Stati Uniti” [2].” Tutto era stato architettato nella City di Londra, con le compagnie petrolifere straniere che possedevano tutti i beni petroliferi della Libia; questa fu la causa del colpo di Stato.

Un tempo la Libia era una bella nazione, ricca e prospera, e facilmente, una delle più progressiste dell’Africa. Oggi è una zona disastrata di povertà, miseria, malattie e illegalità, grazie alla “guerra umanitaria” inventata dagli Stati Uniti. La storia è semplice, come molte altre: il leader di una nazione ha sottovalutato la brutalità selvaggia degli ebrei di fronte alla disobbedienza politica e alla minacce economica ai loro soldi e alle loro multinazionali, e l’intera nazione ne ha pagato il prezzo.

C’è anche da aggiungere che Israele ha sempre odiato sia la Libia che Gheddafi, ma non aveva la capacità militare di infliggere particolari danni al paese; quindi, come al solito, si è servito dell’esercito statunitense per fare il suo lavoro. I media internazionali di proprietà ebraica e il governo statunitense compiacente hanno condotto per decenni una campagna di propaganda negativa contro la Libia, convincendo gran parte della popolazione mondiale che questa nazione facesse parte di un “asse del male“. Non è mai stato così.

Nel 1984 alla Libia attribuita la responsabilità di una sparatoria contro una donna poliziotto a Londra. Questa versione dei fatti presenta numerosi problemi, al punto che un documentario televisivo britannico ne attribuì la morte alla CIA e probabilmente anche all’organizzazione criminale ebraica Mossad; comunque, per la maggior parte delle persone la Libia era colpevole, semplicemente perché era la Libia. Il potere della propaganda. L’arresto era stato “montato” e l’ondata di propaganda anti-Libia nei media fu estrema, sebbene non sembrassero risultare esistessero prove a sostegno della responsabilità attribuita alla Libia. Secondo il quotidiano britannico The Guardian:

il giudice ha detto che risultava che l’imputato fosse in custodia della polizia al momento della sparatoria… [3].” Poi si legge che il Regno Unito avrebbe “riaperto” il caso [4]. Ma, infine: “La polizia ha comunicato che un libico che le autorità britanniche sospettavano di aver ucciso un agente di polizia durante le proteste contro il regime di Muammar Gheddafi è stato rilasciato perché le prove contro di lui avrebbero potuto violare la sicurezza nazionale…, sebbene sia stato raccolto ‘materiale sufficiente per identificare i responsabili’, non è stato possibile presentarlo in tribunale…, il materiale chiave non è stato reso disponibile per l’uso in tribunale in forma probatoria per motivi di sicurezza nazionale“, ha dichiarato la polizia londinese in un comunicato. Ma dopo una revisione da parte della polizia, si legge nel comunicato, “i pubblici ministeri hanno deciso che non c’erano prove ammissibili sufficienti per accusare l’uomo [5].”

Alcuni anni prima, un volo della Libyan Airlines era stato abbattuto nello spazio aereo egiziano da aerei da guerra israeliani [6], [7], [8]. Alla notizia dell’abbattimento dell’aereo di linea libico e della morte dei civili, Golda Meir, allora Primo Ministro di Israele, elogiò il suo capo di stato maggiore per il successo ottenuto e disse: “Voglio dirti che non solo ti apprezzo, ma ti ammiro!” [9], [9a]. Gli israeliani hanno parlato di un caso di errata identificazione. Non è chiaro se i giornalisti statunitensi si siano mai chiesti perché i soldati israeliani lungo il Canale di Suez stessero sparando missili terra-aria contro un aereo di linea civile, indipendentemente dalla sua identità [10].

Ma la tragica storia della Libia è iniziata seriamente negli anni ’90, quando il Presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan organizzò una massiccia campagna aerea in collaborazione con il Regno Unito, con lo scopo approssimativo di “dare una lezione alla Libia“. I fatti che portarono a quell’attacco aereo non hanno mai ricevuto attenzione in Occidente; ci è stata invece fornita una versione totalmente inventata che era nell’interesse degli Stati Uniti e di Israele promuovere. In breve, la Libia fu accusata di aver fatto esplodere un bar in Germania e di aver ucciso un militare americano, che portò al violento bombardamento di Reagan sulla Libia. Gheddafi si dichiarò innocente al riguardo e i fatti successivi dimostrarono che diceva la verità. Non c’è mai stata alcuna prova che collegasse la Libia a quella bomba. Quando gli accusati furono finalmente processati nel 1997, non c’era nulla che li collegasse alla Libia, ma c’erano prove sostanziali che puntavano in altre direzioni e sembrava certo che la Libia fosse stata incastrata dal Mossad di Israele.

All’epoca, Israele nutriva da anni rancori nei confronti della Libia e voleva lanciare un proprio attacco aereo, ma concluse che la Libia era troppo lontana e troppo ben difesa per valere il rischio. Questo gettò le basi per un’operazione sotto falsa bandiera che rivelò di grande successo. Alcuni ebrei israeliani si recarono in Libia con passaporti falsi, con la scusa di essere commercianti di tappeti, e apparentemente affittarono degli alloggi vicino al palazzo di Gheddafi. Cosa ancora più importante, gli alloggi erano avevano una linea diretta dal palazzo al Mediterraneo, dove le navi statunitensi erano costantemente al largo per intercettare le comunicazioni libiche. Gli ebrei avevano portato con sé alcune apparecchiature di trasmissione radio direzionale e approfittarono della loro posizione per trasmettere false informazioni sull’intenzione dei libici di compiere un qualche atto terroristico contro gli americani, di piazzare una bomba da qualche parte. I dettagli furono abilmente forniti agli americani attraverso queste trasmissioni e, dopo un certo periodo di tempo, i dettagli di questo piano furono fatti trapelare e si dedusse che il luogo fosse la Germania. Successivamente il Mossad inviò un paio di suoi agenti in un bar tedesco e fece esplodere una bomba che provocò la morte un militare americano.

Naturalmente, la colpa fu immediatamente attribuita a Gheddafi e il piano di Israele ebbe successo: Reagan bombardò la Libia. La distruzione fu notevole, in gran parte finalizzata a uccidere Gheddafi, se possibile. La maggior parte dei siti presi di mira nei bombardamenti non erano militari ma civili, tra cui la casa e gli uffici di Gheddafi. Lui sopravvisse, ma alcuni suoi figli no.

Il modo in cui il Mossad israeliano ha ingannato gli Stati Uniti per attaccare la Libia è stato descritto in dettaglio dall’ex addetto ai casi del Mossad Victor Ostrovsky in “The other side of deception” (L’altra faccia dell’inganno), il secondo dei due libri rivelatori che ha scritto dopo aver lasciato i servizi segreti esteri di Israele” [11].

Poco tempo dopo, un volo statunitense della Pan American fu distrutto da una bomba sopra Lockerbie, in Scozia, e ne fu incolpata la Libia. Il coinvolgimento della Libia in quella tragedia non è mai stato provato, e la mia ipotesi è che si trattasse di un’altra operazione sotto falsa bandiera del Mossad. Alcuni gruppi accusarono i palestinesi e altri di essere i responsabili, ma dubito che avessero i mezzi per compiere questa operazione. Non è il caso di soffermarsi sui dettagli di questo evento, poiché i molti particolari possono essere facilmente verificati online.

Il London Times accusò apertamente il governo di aver insabbiato la verità. Un articolo riportava una dichiarazione di Christine Grahame, membro del Parlamento scozzese, che affermava:

Esistono molti ‘interessi particolari’ che si sono fortemente opposti profondamente a questo appello perché sanno che farebbe un notevole passo avanti verso l’esposizione della verità dietro Lockerbie“.

Un professore di legge coinvolto nel processo affermò che c’erano state “forti pressioni” da parte del Dipartimento di Giustizia per porre fine al processo di appello, perché non volevano che le informazioni fossero rese pubbliche. Questi e molti altri esperti hanno a lungo messo in dubbio le cosiddette “prove” presentate al processo originale, sostenendo che era chiaramente impossibile che un solo uomo avesse compiuto un simile attacco.

Due libici furono stati arrestati e accusati del crimine. Uno fu rilasciato per mancanza di prove, l’altro fu condannato. L’accusa presentò un testimone che dichiarò che il libico “colpevole” era stato visto da diverse persone in un determinato giorno mentre in un negozio di Malta acquistava abiti, gli stessi che risultavano essere stati utilizzati per avvolgere la bomba che aveva distrutto il volo Pan Am. Poi, però, il libico accusato fornì la prova inconfutabile di essere stato in Europa, lontano da Malta, nei giorni in questione, e si scoprì che il governo statunitense aveva pagato al testimone 2 milioni di dollari per la sua testimonianza. Inoltre, molti osservatori erano convinti che la CIA avesse manomesso le prove rimanenti. Gli esperti hanno sempre dubitato delle prove utilizzate per condannare al-Megrahi e delle affermazioni secondo cui un solo uomo avrebbe potuto compiere un attacco così mortale. Ancora più grave è stata l’esibizione di un circuito stampato nuovo e perfettamente intatto, prodotto come prova del meccanismo usato per far esplodere la bomba; gli esperti di esplosivi hanno unanimemente ridicolizzato l’affermazione che un detonatore collegato a una bomba che ha distrutto un intero aereo, sarebbe sopravvissuto all’esplosione senza danni apparenti.

Il giudice che presiedeva il processo riconobbe che questi fatti “presentavano un serio problema” per l’accusa, ma dichiarò comunque colpevole il libico. Le trascrizioni dell’intero processo lo confermano: accuse formulate che si sono rivelate false, prove offerte che si sono rivelate inventate, il giudice che comunque ammette seri dubbi sulla veridicità delle affermazioni, ma emette un verdetto di colpevolezza nonostante i fatti. Se non avete letto queste trascrizioni, dovreste farlo; vi apriranno gli occhi in un modo che le mie parole non possono fare. La determinazione degli israeliani e degli americani a incolpare la Libia sarà evidente in tutta la sua stupidità, così come i pregiudizi politici della corte.

Il prigioniero condannato chiese un appello e un nuovo processo, che avrebbe dovuto essere concesso secondo la legge. Purtroppo, un appello avrebbe portato alla luce le molteplici ingiustizie del processo originale e molte nuove prove che non solo avrebbero dimostrato che il tribunale originale era sotto un’intensa influenza politica statunitense e israeliana, ma avrebbero anche aperto la porta a fatti che avrebbero implicato paesi diversi dalla Libia nell’attentato. Così, il tribunale, nel tentativo di risparmiare agli Stati Uniti e a Israele una violenta condanna mondiale, offrì all’uomo un’alternativa: lo avrebbero liberato, come gesto umanitario, con la scusa di aver contratto il cancro e di avere solo pochi mesi di vita, se avesse rinunciato al processo di appello legale e fosse tornato in Libia. E avesse tenuto la bocca chiusa. Purtroppo ha accettato l’offerta e la verità non si saprà mai. In Scozia c’era un ampio consenso sul fatto che, in cambio del suo rimpatrio, al-Megrahi avesse rinunciato a un appello che avrebbe messo in luce un grave errore giudiziario [12].

La maggior parte degli americani si è bevuta la storia e ha protestato violentemente contro il rilascio di questo “sanguinario assassino“, ma la maggior parte degli americani ignora i fatti della maggior parte delle cose che coinvolgono il proprio governo, e sono davvero pochi quelli che si prendono la briga di fare le proprie ricerche e scoprire la verità. In questo caso, la verità è che la Libia non era responsabile dell’attentato. Tuttavia, l’immagine del Paese era stata irrimediabilmente offuscata in questo processo, ponendo le basi per la sua successiva distruzione per mano di queste stesse persone.

E siamo seri. Un assassino di massa fa esplodere un aereo e uccide quasi 300 persone, ma voi lo rilasciate rapidamente per motivi “umanitari” perché non si sente bene. Non è molto probabile.

Come riportato dal quotidiano britannico The Independent, la signora Grahame del Parlamento scozzese dichiarò:

Il rilascio del cosiddetto attentatore di Lockerbie era atteso da tempo, perché il caso contro di lui era politicamente pilotato [13], [14].”

Torniamo alla Libia e a Gheddafi. Sotto il regno filo-occidentale Idris, gran parte della popolazione libica viveva in baracche di lamiera ondulata. Gheddafi cambiò tutto questo, affermando che una casa decente era “un diritto umano naturale“. La Libia aveva l’unica moneta al mondo interamente sostenuta dall’oro: il dinaro libico. Dopo molte discussioni, Gheddafi aveva convinto il suo governo a distribuire alla popolazione del Paese 20 dei 60 miliardi di dollari di riserve in contanti, come una sorta di “bonus petrolifero”. Sotto Gheddafi, la Libia non era solo prospera, ma anche progressista, di gran lunga lo Stato più illuminato dell’Africa. Tutta l’istruzione era universale e gratuita, compresa l’università e, come in Iraq, gli studenti ricevevano lo stipendio e tutte le spese durante gli studi all’estero. Anche l’assistenza sanitaria era universale e gratuita, così come l’acqua e l’elettricità, la benzina per le auto era quasi gratuita e i cittadini potevano ottenere prestiti senza interessi per la casa e per altri scopi. A tutti i libici che volevano avviare un’attività agricola venivano dati gratuitamente un terreno, una casa e tutte le forniture necessarie. L’elettricità era gratuita per tutti e la benzina per le auto era quasi gratis [15]. I nuovi sposi ricevevano dal governo 50.000 dollari americani per l’acquisto della prima casa. Nei primi decenni di governo di Gheddafi i tassi molto alti di senzatetto, povertà e analfabetismo che caratterizzavano il Paese furono stati quasi azzerati. In totale, l’Indice di Sviluppo Umano della Libia era superiore a quello di 2/3 dei Paesi del mondo. Gheddafi prese in mano la banca centrale libica, salvò riserve di oro e contanti per 150 miliardi di dollari e liberò il Paese dal debito [16].

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La Libia era rinomata per la sua uguaglianza di genere, senza restrizioni per le donne, che erano libere di lavorare e vestirsi come volevano; i diritti delle donne erano i più avanzati del continente. Gheddafi istituì un “Ministero delle donne” per garantire l’uguaglianza di genere e, in onore delle donne, formò uno speciale gruppo di guardie di palazzo femminili. È vero che erano solo cerimoniali, ma erano indicativi del rispetto che Gheddafi e i libici in generale avevano per le donne, anche se i media ebraici occidentali non si sono fatti scrupolo di presentare questo fatto come una prova delle perversioni sessuali di Gheddafi. Il britannico The Guardian si spinse fino a pubblicare un articolo sorprendentemente stupido e perverso sostenendo – senza alcuna prova a sostegno – che queste guardie di palazzo “rivelano un’immagine di controllo spietato e di vite distrutte” [17]. In realtà, però, Gheddafi era un leader così progressista che l’ONU aveva pianificato di assegnargli una medaglia in una seduta speciale delle Nazioni Unite, proprio per riconoscere l’illuminato progresso sociale della Libia. Questo avveniva solo due settimane prima che gli Stati Uniti iniziassero la loro “guerra umanitaria” che ha distrutto il Paese – la cosiddetta “primavera araba“.

Il problema era che Gheddafi era un po’ troppo “progressista“, in settori che gli Stati Uniti e i banchieri ebrei internazionali disapprovavano. Ad esempio, l’Africa era l’unico continente in cui gli Stati Uniti non avevano basi militari. Gheddafi vedeva queste basi per quello che erano, una colonizzazione militare strisciante del continente che avrebbe portato solo a spargimenti di sangue. Così, ogni volta che gli Stati Uniti offrivano a un Paese africano 3 milioni di dollari per il permesso di costruire una base militare, Gheddafi offriva loro 5 milioni di dollari per rifiutare. E quando i banchieri ebrei del Fondo Monetario Internazionale e della Banca Mondiale volevano prestare denaro per assistere la colonizzazione occidentale dell’Africa, Gheddafi creò una Banca Regionale Africana, alimentata con 30 miliardi di dollari del suo stesso denaro, proprio per tenere queste nazioni fuori dalle grinfie degli avvoltoi. Queste azioni erano destinate a procurargli dei nemici potenti.

Ma due ultimi atti segnarono il destino di Gheddafi e della Libia. Il primo contro gli interessi stranieri, soprattutto americani, britannici e francesi, che controllavano ancora le preziose riserve di petrolio della Libia. Gheddafi dichiarò pubblicamente che la Libia avrebbe dovuto nazionalizzare la sua industria petrolifera, togliendo il controllo agli stranieri e portandolo nelle mani del suo paese, in modo che i benefici delle risorse sarebbero andati ai cittadini libici piuttosto che alle multinazionali straniere. Quasi tutti i Paesi del mondo che hanno compiuto questo passo sono stati distrutti dal governo statunitense e dai banchieri ebrei della City di Londra, e la Libia non avrebbe fatto eccezione. L’ultimo atto progressivo – e pericoloso – fu la dichiarazione che la Libia non avrebbe più prezzato e venduto il greggio solo in dollari, ma che avrebbe accettato pagamenti in tutte le valute. E questa, come si dice, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Gheddafi aveva appena intrapreso queste azioni quando la CIA iniziò a infiltrarsi in Libia, cercando “dissidenti“, “combattenti per la libertà” e altro e lanciò una guerra interna contro il governo libico. Per la maggior parte i cosiddetti combattenti per la libertà non erano affatto libici, ma prigionieri di Al-Qaeda che gli Stati Uniti avevano rilasciato dalle loro prigioni di tortura in Iraq a condizione che partecipassero a questa guerriglia inventata in Libia. Naturalmente, il governo libico fu stato costretto a rispondere a questi attacchi terroristici di matrice straniera, e a quel punto la macchina della propaganda si mise in moto, accusando Gheddafi di “fare la guerra ai suoi stessi cittadini“. E, naturalmente, il governo statunitense, amico degli oppressi di tutto il mondo, fu costretto a rispondere e a difendere i poveri cittadini libici dal loro presidente “dittatore pazzo“.

Il sostegno mondiale per una guerra totale era scarso, ma l’ONU acconsentì all’istituzione da parte degli Stati Uniti di una zona di interdizione al volo, che avrebbe dovuto impedire agli aerei libici di bombardare i civili libici. Naturalmente, la Libia non stava facendo nulla di simile; stava bombardando le postazioni dei ribelli stranieri che stavano commettendo atti terroristici nel Paese, ma all’epoca pochi lo sapevano. Le uniche nazioni disposte a partecipare a questa imperdonabile ingiustizia furono l’Inghilterra e la Francia, che avevano entrambe ingenti investimenti nell’industria petrolifera libica ed erano restie a contemplarne la nazionalizzazione. Ma questo era sufficiente per un inizio. E una volta iniziata, la Libia ha sofferto di quello che gli Stati Uniti hanno definito “mission creep” (avanzata strisciante rende bene l’idea, N.d.T.), ovvero l’attività di interdizione al volo originaria si trasformò molto rapidamente in una guerra totale in cui l’intera infrastruttura civile libica è stata quasi completamente distrutta e il Paese portato all’anarchia.

Gli Stati Uniti sono andati ben oltre la creazione di una no-fly zone. Per prima cosa hanno distrutto tutti gli aerei e le basi aeree libiche nell’intero Paese. Hanno bombardato ripetutamente la casa e il quartier generale di Gheddafi, nel chiaro tentativo di ucciderlo, hanno attaccato l’intera capacità militare della Libia in ogni modo, distruggendo veicoli blindati, navi, basi, rifornimenti di carburante, qualsiasi cosa che potesse rendere possibile la difesa del proprio Paese. All’inizio gli Stati Uniti affermarono che non c’era alcuna “mission creep“, ma questo è poco più di uno scherzo di cattivo gusto. Gran parte del mondo condannò le azioni degli Stati Uniti e del Regno Unito, ma la ragione per cui la maggior parte dell’opinione pubblica non si oppose strenuamente fu l’efficace propaganda di demonizzazione portata avanti prima dell’invasione. Gli ebrei hanno inventato il marketing bellico e da decenni sono specializzati in questo, la guerra è solo un altro prodotto. Naturalmente, l’attacco alla Libia era illegale secondo tutte le leggi nazionali e internazionali.

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Il Presidente Obama non aveva alcuna autorità per dichiarare guerra alla Libia, né dalle Nazioni Unite né dal suo stesso governo. Un Presidente degli Stati Uniti ha bisogno di un atto del Congresso per scatenare una guerra, ma la Casa Bianca di Obama ha sostenuto che mesi di bombardamenti a tappeto non costituivano una “guerra” e che fornire a mercenari stranieri armi pesanti, droni, lanciamissili, carri armati, artiglieria e altri armamenti non equivaleva nel complesso a “scatenare ostilità“. Pertanto, non c’è stata alcuna guerra e non è stato necessario richiedere l’approvazione del Congresso. Sia la CIA che il Mossad israeliano sono stati pesantemente coinvolti nel minare la Libia dall’interno, fornendo volumi crescenti non solo di armi di piccolo calibro, ma anche di artiglieria, missili e attrezzature pesanti in grado di fare gravi danni. È stata una delle guerre di guerriglia meglio equipaggiate che il mondo abbia mai visto. I ribelli stranieri hanno ricevuto addestramento, istruzione, leadership, tutto il necessario per infliggere il massimo danno dall’interno mentre le grandi potenze distruggevano la Libia dall’alto. Quella piccola nazione non ha mai avuto una possibilità.

Oggi la Libia è un disastro completo. I servizi sociali sono inesistenti, così come l’istruzione e l’assistenza sanitaria. I banchieri ebrei hanno preso il pieno controllo del settore petrolifero libico, lasciando le restanti porzioni del Paese all’anarchia. Il mondo non ne è al corrente a causa dell’oscuramento totale delle notizie sulla Libia, ma i banchieri hanno preso tutto il petrolio libico, senza lasciare nulla al Paese – e prendendolo gratis. È esattamente quello che stanno facendo in Iraq, semplicemente rubando tutte le risorse naturali di una nazione.

Dopo che il Paese è stato sequestrato dai banchieri ebrei della City di Londra, la Libia è diventata un disastro umanitario. Anche l’istruzione è cessata, essendo ancora libera ma inaccessibile in quella che era essenzialmente una zona di guerra permanente. Tutto si è disintegrato e la popolazione del Paese è tornata in povertà e vive nel caos [18]. Anche la parità di genere è stata sospesa.

Come tocco finale, e per mettere la ciliegina sulla torta finanziaria, siamo stati informati che uno dei primissimi atti dei “ribelli”, dopo aver ucciso Gheddafi, è stato quello di istituire una nuova Banca Centrale Libica di proprietà ebraica a immagine e somiglianza della FED statunitense. Si tratta di ribelli competenti, che di giorno combattono una guerra e di notte pianificano un nuovo mondo bancario internazionale [19], [20]. Forse dopo la guerra gli Stati Uniti non li faranno tornare nelle prigioni di tortura dell’Iraq e potranno diventare tutti consulenti finanziari per Goldman Sachs. Purtroppo, la nuova “Banca Centrale” libica non era in alcun modo collegata ai ribelli stranieri, ma è stata creata dagli stessi banchieri ebrei che possiedono la FED statunitense – quasi certamente i Rothschild, i Warburg e la solita banda di sospetti. Non va dimenticato che la “vecchia” banca centrale libica conteneva più di 60 miliardi di dollari in oro che ora sono stati confiscati – rubati – da questi stessi banchieri e non saranno mai più rivisti. Inoltre, gli Stati Uniti hanno confiscato più di 30 miliardi di dollari di depositi libici in banche statunitensi e di altri Paesi, e anche quel denaro è scomparso per sempre. Se si è abbastanza potenti e si hanno gli amici giusti, la guerra è davvero molto redditizia.

La Libia è solo un altro esempio di come l’unico vero crimine al mondo sia quello di andare contro “l’interesse nazionale” degli Stati Uniti. L’omicidio va bene, la tortura va bene, il genocidio viene ignorato. Ma non si deve mai andare contro gli interessi commerciali dell’impero. Dovrebbe essere ormai chiaro a tutti che ciò che è accaduto in Libia non è stato altro che una guerra di conquista coloniale combattuta per il petrolio, travestita da crociata per la vita e la libertà dell’Occidente. Nessuno crede che gli Stati Uniti abbiano agito per la prospettiva di atrocità di massa contro la popolazione libica. Era solo per il petrolio.

Per non dimenticare, la Libia è stata bombardata con le stesse scorie nucleari dell’Iraq, che causeranno indicibili sofferenze umane, producendo cancro e difetti alla nascita nella popolazione per le generazioni a venire [20a]. Nel tragico assalto contro il popolo libico, gli Stati Uniti hanno sparato centinaia di missili da crociera e migliaia di proiettili d’artiglieria contenenti testate all’uranio impoverito che hanno ricoperto gran parte della Libia di una polvere radioattiva che sta già mostrando i risultati strazianti così evidenti in Afghanistan, Iraq, Jugoslavia e Palestina. I missili Tomahawk contengono ciascuno 360 kg di uranio arricchito e plutonio, residui delle scorte di rifiuti nucleari degli Stati Uniti. Con un tempo di dimezzamento di 4,5 miliardi di anni, questi sottoprodotti radioattivi causeranno miseria per sempre. È una guerra nucleare con un altro nome.

Una volta entrati ufficialmente nel Paese, hanno catturato Gheddafi e, in una deliziosa celebrazione dell’arroganza, hanno fatto circolare un video di qualcuno che gli sparava in testa e lo uccideva, per la gioia di Hillary Clinton che in seguito si è vantata (ridendo): “Siamo venuti, abbiamo visto, è morto” [21]. Donna affascinante. Alla notizia della morte del colonnello Gheddafi, il presidente Obama, grande cristiano americano e premio Nobel per la pace, ha dichiarato che si trattava di “un giorno epocale” e ha reso omaggio ai “nostri uomini e donne in uniforme“, dicendo senza neppure riprendere fiato al mondo che grazie a loro “innumerevoli vite sono state salvate“. Alla fine, Hillary Clinton ha avuto ancora più da dire, come tipico dell’ipocrisia e della mancanza di vergogna americana. Tra i suoi commenti più preziosi: “Sono orgogliosa di stare qui sul suolo di una Libia libera. Gli Stati Uniti sono stati orgogliosi di stare al vostro fianco nella vostra lotta per la libertà e continueremo a stare al vostro fianco mentre continuate questo viaggio. Questo è il momento della Libia. Questa è la vittoria della Libia e il futuro appartiene a voi“.

Quando vedo cose del genere, mi ritrovo a sperare con tutto il cuore che esista un Dio e che ci sia un Inferno, e che tutte queste persone ci vadano.

Larry Romanoff è un consulente di gestione e uomo d’affari in pensione. Ha ricoperto posizioni dirigenziali in società di consulenza internazionali ed è stato proprietario di un’azienda di import-export internazionale. Attualmente vive e lavora a Shangai. 

Link: https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/10648/

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