Simplicius
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L’ultimo articolo dell’Economist ci porta in un bunker ucraino fuori dalla città assediata di Chasov Yar. Il pezzo contiene alcuni elementi interessanti che concordano con gli avvenimenti attuali.
Quello di Chasov Yar è un fronte atipico perché, a differenza della maggior parte degli altri fronti, dove esiste una grande disparità tra le truppe d’élite di una parte e i difensori dell’altra, qui le due parti sono pari. Una delle brigate più elitarie dell’Ucraina, la 92ª Brigata d’assalto, si difende contro la 98ª Divisione aviotrasportata russa, cosa che rende i combattimenti particolarmente infernali e spietati. La 92ª Brigata era stata una delle brigate che avevano preso parte all’offensiva di Kharkov alla fine del 2022, guadagnandosi molte medaglie e onorificenze quando aveva costretto le forze russe a ritirarsi da Izyum e Kupyansk.
L’articolo descrive il loro battaglione di difesa aerea – composto da 250 soldati – e dotato di un proprio terminale radar in grado di mostrare tutte le attività aeree russe nelle loro vicinanze. Se è vero, è un resoconto impressionante di ciò che possono vedere e seguire: missili Smerch che passano sopra di loro a 900 miglia all’ora, jet russi che, a 50 km dalla linea del fronte sganciano bombe plananti che il loro radar è in grado di tracciare, anche se non hanno modo di abbatterle.
Un punto degno di nota dell’articolo sottolinea una cosa che avevo già scritto, ovvero che, a questo punto, la maggior parte degli ufficiali e dei soldati ucraini non sta più combattendo per i confini del 2022 o per quelli del 1991, ma piuttosto per la semplice sopravvivenza:
Un anno fa, mentre l’Ucraina si preparava alla controffensiva, il semplice mantenimento delle posizioni era considerato lo scenario più pessimistico. Ora, mentre è la Russia a prepararsi per una nuova offensiva, è considerata l’ipotesi migliore. Dai soldati ai generali, tutti coloro con cui The Economist ha parlato nell’ultima settimana sanno che l’Ucraina non ha le risorse per tornare ai confini del 1991, come hanno promesso i suoi politici. “A chiunque parli di confini del 1991 suggerisco di arrivare fino a Bakhmut”, dice il colonnello Timchenko, riferendosi alla città che l’Ucraina aveva perso un anno fa dopo mesi di combattimenti selvaggi.
La posta in gioco non è l’integrità territoriale dell’Ucraina, ma la sua sopravvivenza.
Il comandante della brigata continua affermando che, se Konstantinovka cade, i russi raggiungeranno molto rapidamente il Dnieper; Konstantinovka è il prossimo grande centro strategico dopo Chasov Yar, la cui importanza probabilmente eclissa quella di Bakhmut, dato che Konstantinovka e la vicina Druzhkovka fin dal 2014 sono il quartier generale dell’intera ATO/JFO ucraina:
Il colonnello Pavlo Fedosenko, comandante del 92°, che aveva contribuito a liberare la provincia di Kharkiv nel settembre 2022, sta ora combattendo a circa 350 km a sud-est della città. “Tutti sanno che se non combattiamo per Kostiantynivka e Druzhkivka [il probabile prossimo obiettivo della Russia], le forze russe saranno a Dnipro, Kharkiv, Kryvyi Rih poche settimane dopo”, dice.
Ritiene che ci sia un “70% di possibilità” che la Russia possa occupare il resto della regione del Donbass. La domanda è: quanto tempo ci vorrà e quanti danni l’Ucraina sarà in grado di infliggere al nemico?
Si noti il grassetto.
L’articolo si lamenta del fatto che gli alleati non forniscono abbastanza armi all’Ucraina, sottintendendo che, se lo facessero, l’Ucraina magicamente vincerebbe. Il comandante dice di ricevere 5 proiettili al giorno per i suoi pezzi di artiglieria Paladin. Ma abbiamo appena visto gli stessi artiglieri statunitensi dei Paladin usare proiettili coreani in addestramento. L’Economist non lo capisce? Non c’è più nulla da dare: la produzione non ce la fa.
Ecco una delle parti più rivelatrici dell’articolo:
Circa il 70% dei soldati russi impegnati in questi assalti sono ex detenuti, afferma il colonnello Fedosenko. Dice di vedere anche mercenari tagiki, uzbeki, turkmeni, cubani e somali. Molti soldati non hanno mai combattuto prima. “Le nostre intercettazioni suggeriscono che stanno raschiando il barile, utilizzando chiunque possano costringere a combattere: cuochi, muratori, meccanici, chiunque”.
Questo è in relazione con l’ultimo rapporto della BBC di qualche giorno fa, secondo cui la Russia sarebbe riuscita a caricare la maggior parte delle sue perdite su unità di volontari e prigionieri:
Si noti come la stragrande maggioranza dei caduti russi durante l’operazione Bakhmut, dall’inizio del 2023 fino alla sua conclusione nel maggio 2023, fosse costituita da prigionieri, cioè da unità di Storm-Z. Si noti poi come, esattamente in corrispondenza dell’inizio dell’assalto ad Avdeevka, cioè all’inizio dell’ottobre 2023, le barre colorate di verde che rappresentano le perdite dei volontari erano cresciute più di tutte le altre.
Perché è importante? Chi ha letto il mio ultimo articolo a pagamento capirà esattamente il motivo. La Russia sta attuando una gestione metodica delle forze armate, da manuale, risparmiando i soldati professionisti a contratto più esperti e utilizzando forze più “sacrificabili” in assalti pericolosi che comportano rischi di perdite più elevati. Sembra insensibile dirlo in questo modo, ma questa è una guerra e vince chi utilizza le proprie risorse in modo più intelligente. La Russia sta tenendo da parte i suoi migliori guerrieri, preservandoli mentre accumulano un’esperienza che potrà essere condivisa e assorbita dall’intera struttura delle forze armate.
Avevo già descritto come si era svolto l’assalto ad Avdeevka. Le unità del 1° Corpo d’Armata della DPR, come il 114°, integrato da ex carcerati del gruppo Storm-Z, avevano guidato gli assalti, con un alto numero di vittime, e, solo dopo che le linee ucraine avevano iniziato a sfaldarsi, la Russia aveva iniziato a mandare in campo gli Spetsnaz e altre unità d’élite come forze di proseguimento e di sfondamento che avevano dato la caccia agli ucraini in ritirata, tagliandoli fuori e scatenando l’inferno sulle loro linee.
Una breve introduzione al concetto di truppe volontarie
La domanda è: cosa sono esattamente i volontari? Nessuno sembra saperlo o capirlo in modo chiaro. Il motivo è che la definizione è cambiata drasticamente.
All’inizio della guerra, e in particolare nell’era post 2014, un “volontario” era qualcuno come Russell Bentley che arriva di sua volontà, si arruola con poca o nessuna formazione, spesso o di solito senza neanche una paga, e viene dislocato da qualche parte. Nel 2022, nei primi giorni del “selvaggio west” dell’Operazione Militare Speciale, le cose erano più caotiche, disordinate e permissive. Le persone potevano semplicemente andare a “offrirsi volontarie” e combattere gratuitamente, praticamente senza alcun addestramento.
Questo non esiste più. Tutto è diventato più serio e sistematizzato. Ma qual è esattamente la differenza tra un volontario e un regolare a contratto o kontraktniki? Un volontario è una persona che entra in un ufficio di arruolamento e si arruola nell’esercito russo. Ma, ci si potrebbe chiedere, non basta questo a renderlo un soldato regolare dell’esercito russo? I volontari ora vengono pagati anche con le tariffe standard, ecc.
Le differenze sono ora più sottili. In primo luogo, l’esercito russo preferisce reclutare i suoi soldati a contratto internamente, tra i soldati di leva effettivamente richiamati e che hanno appena completato il campo di addestramento per il servizio obbligatorio. Come sapete, la Russia ha una chiamata di leva sia in primavera che in autunno. Una certa percentuale di questi soldati di leva farà l’addestramento obbligatorio di 12 mesi e tornerà a casa, mentre alcuni firmeranno un contratto di arruolamento nell’esercito e saranno inviati all’Operazione Speciale. Per non parlare delle varie accademie militari da cui provengono le truppe professionali del corpo degli ufficiali a contratto.
I “volontari”, invece, sono generalmente persone che hanno prestato il servizio obbligatorio molto tempo fa, che ora sono più anziani e hanno vissuto la loro vita, hanno avuto una carriera, ecc. e che hanno scelto di arruolarsi per senso del dovere o semplicemente per una buona paga. Tuttavia, una delle differenze principali è che questi volontari spesso confluiscono in gruppi “volontari” separati, battaglioni, brigate, ecc. che, sebbene tecnicamente sotto gli auspici ufficiali delle Forze Armate russe, a volte sono più simili ad una struttura paramilitare o ausiliaria. Cioè, piuttosto che essere all’interno di vere e proprie formazioni/brigate russe classiche, possono operare come una sorta di Rosgvardia/Guardia Nazionale, o unità “speciali” Akhmat, ecc.
Una delle ragioni è che il loro addestramento è diverso e non necessariamente “standard” rispetto a quello che l’Esercito russo vero e proprio conduce sui propri coscritti/reclute annuali. Ovviamente, l’addestramento dei volontari è spesso molto accelerato e forse anche più blando, dato che molti volontari sono più anziani, tanto per cominciare, anche se ci sono molti tipi diversi di unità specializzate “volontarie” come i BARS, costituiti essenzialmente da vecchi veterani. Ci sono molti gruppi diversi e i volontari vengono spesso raggruppati in gruppi omogenei, come un’unità di tutti i soldati di età superiore ai 50 anni, o un’unità di tutti gli stranieri, ecc.
Tuttavia, non è detto che la situazione sia così netta e potrebbe esserci un certo grado di interoperabilità o commistione tra le varie formazioni, ad esempio alcuni volontari potrebbero trasferirsi nelle unità dell’esercito russo come soldati a contratto, ecc.
Ma il punto principale è che, in una certa misura superficiale, non c’è differenza tra “volontari” e truppe regolari. Sono entrambi truppe da combattimento ufficialmente riconosciute e sono entrambi pagati con tariffe standard. Ma ci sono differenze fondamentali nel modo in cui i volontari vengono reclutati e addestrati, e nei tipi di unità in cui vengono inseriti. Questo perché provengono “dall’esterno del sistema”. I coscritti chiamati alla leva annuale, invece, prestano già servizio all’interno delle formazioni nominali delle unità russe, cioè unità classiche e storiche (anche se non partecipano all’OMS, ovviamente) con le quali al termine del servizio di leva possono successivamente firmare contratti ed entrare a farne parte.
Inoltre, molte unità di volontari finiscono per essere subordinate alla struttura della DPR/LPR e fanno quindi parte del 1° o del 2° AK (Corpo d’Armata), piuttosto che delle Forze Armate ufficiali russe. Sì, il 1° e il 2° sono ora ufficialmente sotto la Russia, ma, poiché il trasferimento è avvenuto solo in tempi semi-recenti, significa che le realtà organizzative sono ancora per molti versi più simili a quelle della DPR che a quelle della Russia, il che, a volte, significa standard di condotta più permissivi. Questo è il motivo per cui spesso si vedono video (in particolare quelli che quasi violano le norme di sicurezza di prima linea) di queste unità, mentre le unità dell’Esercito russo vero e proprio hanno codici telefonici/video molto più severi e non si vede quasi nulla di loro, a parte i video rilasciati ufficialmente dal Ministero della Difesa.
Ora torniamo all’articolo che, in modo esilarante, sostiene ancora una volta che Putin sarebbe sempre alla ricerca di una data mistica:
Per ora, tuttavia, le forze russe continuano ad avanzare. Sebbene l’Ucraina non stia collassando, sta perdendo circa 20 kmq alla settimana. Putin potrebbe voler infliggere il massimo danno prima della festa per il 75° anniversario della NATO a luglio, per umiliare l’Occidente e costringere l’Ucraina a negoziare.
Ma non imparano mai?
L’ultimo argomento chiave dell’articolo riguarda Kharkov, dove si sottolinea la possibilità che la Russia attacchi presto la “seconda città” dell’Ucraina, in un modo o nell’altro:
Con circa 50.000 truppe russe fresche che si stanno radunando oltre il confine a circa 40 km di distanza, i comandanti di Kharkiv sanno che potrebbero essere un obiettivo del prossimo attacco della Russia. Uno scenario sarebbe quello di isolare la città tagliando la strada principale per Kyiv. Un altro sarebbe quello di avvicinarsi di circa 10 km, mettendo la periferia orientale della città a portata dell’artiglieria e creando una zona cuscinetto per proteggere Belgorod, una città russa che viene colpita dai droni ucraini.
Lo hanno ribadito anche ieri le autorità ucraine della regione di Kharkov:
Ricordate che qualche tempo fa avevo detto che non avrei iniziato a credere a queste storie fino a quando non fossero apparsi rapporti ucraini credibili su effettivi concentramenti di truppe? Ebbene, sembra che ora stiano iniziando a comparire.
Ecco notizie dettagliate di ieri, provenienti da un canale militare ucraino:
Il nemico continua a concentrarsi nella fascia di confine delle regioni di Belgorod e Kursk, temporaneamente occupate.
Circa 33-35 mila orchi si sono già radunati nella prima, e altri 13-14 nella seconda. Il numero è in aumento.
Come si può capire, il numero di basi militari e di mezzi di distruzione (~430 carri armati, 135 unità di artiglieria semovente e 388 unità di artiglieria semovente e trainata) non è sufficiente per condurre un’operazione militare combinata e raggiungere anche un obiettivo operativo-tattico.
Per fare un paragone, al culmine dell’operazione di Avdiiv, c’erano più di 115.000 effettivi degli occupanti.
Questo su una sezione del fronte larga meno di 40 km (da Krasnohorivka a Krasnohorivka).
Anche il nemico lo capisce. Pertanto, il significato delle azioni degli occupanti può essere ridotto a quanto segue:
a) un attacco su Vovchansk per entrare nelle retrovie del nostro gruppo di Kupyan
b) incursioni in direzione di Kharkiv e Sumy/Glukhov
Entrambe le opzioni sono abbastanza realistiche. Si differenziano solo per l’obiettivo finale.
C’è ancora una terza opzione: battaglie di confine sul nostro territorio.
Nessuno sa cosa ne sarà di loro.
Ma posso dire con certezza che i nostri ragazzi sono pronti a qualsiasi sviluppo. Arrabbiati e motivati a distruggere il nemico🫡
Che altro si potrebbe dire: potrebbero esserci ancora più attacchi indiscriminati su Kharkiv/Sumy. Il nemico ha molti missili anticarro, fino agli s-300 e agli rszv. Oltre a quelli più precisi (shahedy/9m723/х-59/69). E fabs/cabs/altri tipi di armi tattiche per l’aviazione. Questo deve essere compreso.
Credete nella ZSU e fate una donazione alla ZSU! Solo i nostri guerrieri sono il garante della nostra sicurezza e dei piani infranti del nemico!
Quindi, secondo lui ci sono 35-50k uomini e in aumento, con “~430 carri armati, 135 unità di artiglieria semovente e 388 unità di artiglieria semovente e trainata”.
Si tratta praticamente di un paio di divisioni corazzate e, se non ricordo male, è la quantità totale di mezzi corazzati utilizzati dall’Ucraina nella grande controffensiva di Zaporozhye.
Sono d’accordo sul fatto che la quantità attuale di uomini e mezzi non è probabilmente sufficiente per prendere Kharkov, ma, per quanto riguarda gli altri obiettivi, dipende davvero dalla consistenza dei rinforzi ucraini. Per esempio, anche Wiki ammette che la Russia era riuscita a bloccare Kiev con l’esiguo numero di 15-30k uomini.
Alla voce “Battaglia di Kiev 2022“:
L’anno scorso avevo già scritto della possibilità che la Russia entrasse dai dintorni di Vovchansk per fare pressione sulle retrovie del gruppo di Kupyansk:
Utilizzando la strategia del boa constrictor, la Russia può rendere Kupyansk estremamente instabile e l’AFU molto più propensa a ritirarsi in massa.
L’articolo dell’Economist termina con il comandante del Kraken che concorda sul fatto che la Russia attaccherà Kharkov già a “metà maggio”, ma ritiene che l’offensiva fallirà:
Konstantin Nemichev è il comandante del famoso reggimento Kraken, un’unità di forze speciali formata nei primi giorni dell’invasione nel 2022 per la difesa di Kharkiv. Si aspetta che il nemico attacchi nuovamente la provincia a metà maggio, ma ritiene che non riuscirà ad avvicinarsi alla città. Intervistato all’esterno di un edificio scolastico in rovina nella parte orientale della città, luogo di un intenso scontro a fuoco nel 2022 durante il quale gli invasori erano stati spazzati via, il comandante afferma che la difesa è ora molto più forte. Dispone di tre linee di fortificazioni e di un’intera brigata per fermare i russi. “Possono spostarsi di qualche chilometro nella provincia”, dice, “ma non credo che possano fare più di 10 km”.
Una brigata completa per fermare i russi?
L’altra cosa interessante è che continuano ad abbondare le voci di un’elevata “attività” ai confini di Kharkov e Sumy. Ogni giorno i canali di informazione si riempiono di nuove voci su qualcosa di insolito. Ieri gli ucraini hanno fatto saltare in aria un ponte a Vovchansk, che è proprio uno degli unici punti di ingresso chiave che la Russia potrebbe utilizzare per attraversare il confine:
A ciò sono seguite voci secondo cui l’attività dei gruppi di sabotatori russi è aumentata nelle “retrovie” delle unità AFU nelle regioni di Sumy e Kharkov.
E poi questo oggi:
Infine, sempre oggi, la Russia ha pubblicato un’interessante foto del generale Lapin che effettua un “controllo di prontezza” delle truppe del Gruppo Nord al confine con Kursk, da lui comandato:
Il colonnello generale Aleksandr Lapin ha verificato la preparazione delle truppe e ha “fornito assistenza pratica” al comando del gruppo che copre il confine di Stato in direzione di Kursk.
Nel frattempo, la Russia continua i suoi attacchi alle infrastrutture, l’ultimo l’altro ieri sera. L’autorità ucraina per la rete energetica Ukrenergo ha ammesso che diverse centrali elettriche chiave sono state nuovamente colpite, questa volta nella parte occidentale del Paese, e “ampiamente danneggiate”:
Un articolo riportava i seguenti dettagli:
La Russia continua a condurre un approccio sistematico nella distruzione del complesso energetico dell’Ucraina. Così, nella centrale di Burshtyn, solo 10 turbogeneratori avevano un controllo secondario della velocità della turbina, per un totale di 12 turbine. Dopo gli attacchi precedenti, erano rimaste in funzione 4 turbine, sufficienti a regolare le deviazioni di frequenza dal valore nominale nei picchi serali di consumo di elettricità. A quanto pare, la notte scorsa sono state distrutte.
Presso la centrale di Dobrotvorskaya, il turbogeneratore n. 1 è stato distrutto, mentre in precedenza era stato distrutto solo il secondo turbogeneratore. Entrambi sono stati distrutti durante gli attacchi del mattino.
Un altro colpo è stato probabilmente inferto alla centrale di Ladyzhinskaya, visto che gli ultimi attacchi erano stati effettuati il 3 aprile e un mese dopo, il 3 maggio, aveva ripreso a funzionare. La centrale termica di Kryvyi Rih non è ancora stata “calibrata”.
Come si può notare, gli attacchi missilistici vengono effettuati principalmente sulle centrali termiche dotate di apparecchiature secondarie per il controllo della frequenza. Questi permettono di regolare la frequenza a partire da un valore preimpostato di 50 Hz. Due delle tre centrali termiche sopra elencate dispongono di tali apparecchiature.
E un’altro:
I dettagli dell’attacco massiccio alle strutture elettriche nelle prime ore del mattino dell’8 maggio.
A Poltava è stato attaccato l’ultimo autotrasformatore 330/110kV, il precedente era stato distrutto ad aprile. Tuttavia, a giudicare dal fatto che a Poltava la luce non è mancata, evidentemente c’è un altro autotrasformatore in città che non è stato ancora distrutto.
Nella centrale di Ladyzhinskaya è stata distrutta la sesta unità di potenza e danneggiata la quinta. Nella centrale idroelettrica di Kremenchug, un razzo si è schiantato contro la copertura dell’unità idroelettrica n. 4 e ha danneggiato uno dei trasformatori dell’unità idroelettrica n. 4.6.
Un rapporto separato ha affermato che “tutte le principali centrali termiche controllate dall’Ucraina sono state distrutte o gravemente danneggiate” e che “le centrali idroelettriche sono prossime a ridurre la flessibilità della rete ucraina. Dopodiché l’Ucraina dovrà fare affidamento su 3 centrali nucleari e sulle importazioni dai Paesi dell’UE”.
È difficile verificare questo dato, poiché alcuni potrebbero essere solo colpi parzialmente andati a segno e ne occorreranno ancora per distruggere le altre turbine.
Per la cronaca, questi sono i dati ufficiali dell’Ucraina sull’abbattimento dei missili russi durante l’attacco, che siano o meno inventati:
▪ 33/45 X-101 / X-555;
Calibr 4/4;
20/21 droni Shahed/Geran;
0/1 Kinzhal;
0/2 Iskander-M;
2/2 X-59 / X-69;
0/1 Iskander-K.
Nella notte sono state attaccate tre centrali termiche DTEK. Le apparecchiature sono state gravemente danneggiate. Sono stati abbattuti tutti i bersagli aerei nell’area della capitale.
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E le forze russe continuano ad avanzare ogni giorno di più. Krasnogorovka ora è quasi completamente avvolta in un calderone:
A nord, Umanske – a ovest di Avdeevka – sarebbe stata totalmente o quasi conquistata, e secondo un rapporto le truppe ucraine avrebbero già iniziato a ritirarsi verso Skuchne, a ovest:
Inoltre, poco più a sud, le truppe russe sono avanzate nel centro di Netailove.
Questo è significativo perché rappresenta proprio la linea di difesa del fiume Vovcha, di cui abbiamo parlato a lungo, la linea difensiva finale dell’Ucraina nella regione.
Poi, Paraskovovka è stata quasi catturata a ovest di Novomikhailovka, che a sua volta è stata presa solo di recente:
Questo è importante perché le forze russe sono vicine a tagliare la principale via di rifornimento di Ugledar ai più importanti quartieri generali della regione:
Ciò significa che Ugledar è quasi alla fine. Una volta tagliata la strada, le cose inizieranno a diventare sempre più difficili e Ugledar sarà sempre più isolata e vulnerabile.
ISW ha confermato la maggior parte di questi progressi:
Infine, la consapevolezza si sta lentamente facendo strada e l’opinione pubblica viene preparata questa eventualità:
“Potremmo perdere l’intera regione di Donetsk, ma questo non significa che la guerra sia persa“. Il volontario ucraino Taras Chmut sta preparando i cittadini ad un nuovo scenario per il suo Paese.
Simplicius
Fonte: simplicius76.substack.com
Link: https://simplicius76.substack.com/p/victory-day-anxiousness-grows-amid
10.05.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org