Perchè la lotta ai contanti?

di Costantino Rover

Lotta ai contanti, vita, morte e miracoli dei veri evasori, mentre noi diamo la caccia alle streghe.

Nonostante si tratti di appena il 2% del denaro al mondo, c’è una campagna denigratoria molto in voga da decenni che usa gli argomenti più disparati per denigrare la moneta “reale”; i contanti, rei secondo gli avversari, delle più immani nefandezze tra cui le più popolari sono: evasione fiscale, produzione di CO2, propagazione di germi e veicolo di virus, ignoranza e arretratezza culturale, analfabetismo digitale, eccetera.

Perché tutta questa attenzione su una percentuale irrisoria di denaro circolante nell’economia reale e ben lontano dalla speculazione finanziaria e dai grossi gruppi industriali?

Vediamole in sintesi e verifichiamone la fondatezza. Se ne hanno una.

I contanti sono causa dell’emissione di CO2

Secondo un recente articolo del Sole 24 Ore  basato su uno studio prodotto da Community Cashless Society – Ambrosetti; sì, esatto, proprio quelli del forum di Cernobbio, l’uso del contante produce la tanto pericolosa CO2, definendola “Inqui- namento da contante” (anche se le prove scientifiche fondate su cen- tinaia di anni di ricerca e statistica, garantiscono che la CO2 non è in- quinante). Ebbene, secondo questo “studio” il motivo di fondo sarebbe che, per utilizzare il contante i consumatori debbono spostarsi in auto per fare i loro acquisti; mentre acquistando online se ne starebbero seduti ecologicamente davanti al PC.

È importante infatti sapere che al posto di inquinare per andare in centro ci sia qualcuno che con mezzi a pedali ci porta le merci a casa nostra, 7 giorni su 7, 24 ore al giorno (quindi senza rispettare i turni di chiusura, che sono veramente ecologici) per conto di Amazon & C. Sto facendo dell’ironia spicciola, ovviamente.

Restano solo quelle tonnellate di CO2 prodotte dal consumo di energia per acquistare sul web, la cui entità e i cui effetti non trovano spazio nell’articolo della Community Cashless Society, Ambrosetti.

Di contro ormai siamo certi che il via-vai di ciascuno delle centinaia di furgoni che fanno decine di volte al giorno lo stesso percorso che faresti tu, una volta ogni tanto, con la tua utilitaria oppure a piedi per spendere il tuo sporco contante nella bottega sotto casa, sta salvando il pianeta.

Che questa reticenza sui dati dei consumi energetici del nostro PC o dello smartphone sia dovuta al fatto che tra gli sponsor del Community Cashless Society – Ambrosetti figurano, tra i tanti, proprio alcuni portatori di interessi non proprio imparziali come: Mastercard, Satispay, Intesa SanPaolo, PayPal, American Express, Discover, Nexi, ecc.?

Sembra che sia coinvolta un sacco di gente che ha tutto da guadagnarci dalle limitazioni all’uso del contante, dato che fa profitti sulle transazioni digitali…

Ma per fortuna per trovare un articolo che confuta ogni corbelleria scritta su il Sole 24 Ore mi basta sfogliare il Sole 24 Ore. Ecco qui un articolo di segno opposto che fin dal titolo ci suggerisce la risposta mancante nello “studio” precedente: Le aziende puntano sul digitale, ma quanto inquina?

Leggiamone un breve estratto: “INSOSTENIBILITÀ DIGITALE: 3,7% EMISSIONI CO2 VS 2% TRAFFICO AEREO: Il business digitale è energivoro, per certi aspetti insostenibile: «I data server rappresentano l’1 per cento della domanda globale di energia elettrica – spiega a Econopoly Fabio Mecarone, responsabile dell’Osservatorio Karma Metrix –. Un solo server può produrre all’anno una media di 1-5 tonnellate di CO2. Volendo fare un paragone, il digitale contribuisce alle emissioni mondiali di anidride carbonica mediamente per una quota del 3,7% del totale contro il 2 per cento del traffico aereo.”

Ovviamente stiamo facendone una questione di lana caprina, visto che LA CO2 NON INQUINA, come ci faranno notare i più fervidi sostenitori del contrario. Quando la balla verrà svelata al mondo saranno i primi a dirci che: “massì, si è sempre saputo”; as usual; però a noi piace sbriciolare i teoremi per quello che sono: pura propaganda. Fare notare l’ovvio, soprattutto oggi che ovvio è diventato il proprio contrario.


I contanti trasmettono i virus

“I soldi non portano la felicità, si sa (ca va sans dire, nda) però potrebbero portare il contagio.” garantiva LA STAMPA nel 2020.

E se a dirlo è l’OMS, che motivo avremmo di dubitarne? Saremo certamente di fronte a qualche studio medico-scientifico che lo dimostra! La bufala dei soldi che ti attaccano i virus è il jolly che non si sono voluti fare sfuggire con la scusa della pandemia di Covid-19. Una patacca che è durata molto poco, ma che ha funto da cavallo di battaglia per i credenti della scienza. Peccato che di scientifico non ci fosse proprio nulla. Anzi, si trattava di un falso clamoroso.

La Stampa

Usare il buonsenso? Macché, quella è roba per terrapiattisti che ragionano con la loro testa pur senza aver conseguito alcuna laurea in medicina o virologia. E infatti, olè: la notizia vera fu quella che le tracce del virus furono trovate diffusamente sui POS; come segue…

“Coronavirus. Nas nei supermercati: tracce di virus su Pos e carrelli”. Fonte RAI News.

“Nas in supermercati, 18% irregolari. Tracce di virus sui Pos”. Fonte ANSA.

Fonte RAI News

Dopo queste notizie come avrà reagito il buonsenso della maggioranza? Sarà tornato in modalità ON? Macché. Una volta dimostrata la bufala, la massa ci si butta a capofitto.

A confermarlo con viva e vibrante soddisfazione è questo articolo.

Fonte Bancomat

Poteva una bufala insensata; una leggenda metropolitana fare presa sui cittadini molto di più della ufficiale conferma dell’esatto opposto? Bancomat Spa non ha dubbi. Missione compiuta! Chapeau!


Senza tetto ma col cellulare di cittadinanza

Una delle prime evidenze che dovrebbe emergere … è che senza lavoro non c’è reddito e pertanto – in condizioni estreme – non c’è nemmeno denaro.

Ora, ai casi estremi di povertà, sempre più infrequenti si arriva per scelta oppure per “vocazione” che vale a dire che in mezzo a una strada ci finisci o perché decidi di uscire dalla società (e ne hai il pieno diritto) o perché è la società che ti ci spedisce. Perché, in un mondo senza contanti e senza un reddito per tutti o crei dei lager per clochard oppure dissemini il territorio nazionale di accalappia barboni, per prevenire le aggressioni per fame.

I detrattori vi diranno che la tecnologia è in grado di risolvere ogni problema, perciò: morti di fame ma col POS in tasca.

Da quando sollevammo questa questione sui social parecchi anni orsono, sono cambiati i tempi e quello che prevedevano gli avversari alla nostra tesi hanno effettivamente dimostrato che la cosa si può fare; basta ispirarsi alla Cina; lo spauracchio comune, fino a quando non si rivela una efficace soluzione da scaricare sugli altri. In Cina per ricevere la mancia, basta essere dotati di proprio QR code (sarà meglio farselo tatuare per non perderlo) e del dispositivo mobile per la ricezione delle elemosine

Insomma, nudi alla meta ma col cellulare “in tasca”.

Ma poi, immaginatevi la scena:

Barbone: “Sono mesi che cerco lavoro, non trovo nulla e non ho da dar da mangiare ai miei figli.”

Distinto signore: “Sono stato educato ai valori della solidarietà; sono una persona sensibile ai bisogni di chi è meno fortunato di me: favorisca il POS che l’aiuto volentieri… per quello che posso.”

Barbone: “Grazie signore, quanto può darmi?… Sa devo digitare la cifra sul terminale.”

Distinto signore: “Va bene 2 €? Sa com’è, in questo momento sarei un po’ strettino.”

Barbone: “2 €? Si figuri con quelli non ci pago neppure le spese di transazione! E poi devo pure pagarci le tasse! Minimo 10 € o non se ne fa nulla!

Non posso mica mendicare e anche rimetterci!

Non ha letto le avvertenze scritte sul cartello che ho al collo?”

Distinto signore: “Mi perdoni non ci avevo fatto caso. Va bene 10 €?”

Barbone: “Grazie Signore …ops ci dev’essere un problema di connessione… mi farebbe il favore di passare più tardi. Le sarei infinitamente grato!”

Senza connessione non si mangerebbe neanche più.


Brutti, sporchi e ignoranti

La lotta al contante è un lungo film che ha come colonna sonora il mantra preconfezionato che ripete che il contante è solo un costo pazzesco.

La recente indagine di Banca d’Italia vuole sottolineare proprio questo.

Il contante è più costoso del denaro digitale. Per riuscire a far quadrare i conti, la BdI deve tirare in ballo i costi sociali (senza i quali la sua tesi non reggerebbe neanche al primo soffio di vento). Secondo questo studio infatti, i contanti risultano svantaggiosi (solo per i commercianti) se calcoliamo la possibilità, statisticamente molto evidente, di smarrimento e di furti. In altre parole, secondo questa ricerca sarebbe meglio farsi rubare i soldi dalle banche in costi fissi e su ciascuna transazione invece che dai malintenzionati fuori legge.

Di tutti, questo forse è l’unico argomento a vantaggio della tesi anti contanti.

La scomparsa delle cosiddette “monetine rosse” aveva proprio l’obiettivo di abbassare i costi per le aziende che ne facevano ampia raccolta (grande distribuzione organizzata, distributori automatici di snack e bibite, solo per citarne un paio), che non giustificavano gli oneri eccessivi, di stoccaggio, conteggio e trasporto, rispetto al “valore” delle monetine.

I contanti secondo molti sono anche un mezzo rudimentale, che denota una certa arretratezza e pieno analfabetismo digitale; insomma: elettronico è fico; cartaceo è medievale, come la scrittura manuale, l’alfabeto braille, lo scontrino fiscale, lo stuzzicadenti, l’automobile, la bussola, l’orologio da polso, la carta igienica, le tasse, ecc. ecc..

Rudimentali e arretrati fino a quando qualcuno o qualcosa non ti blocca il conto corrente o la carta per pagare.

Fonte 1

Fonte 2

Sole 24 Ore

Fonte Today

Sole 24 Ore 1

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Non ultimo, i contanti favoriscono il traffico di droga. Eggià, perché è piuttosto comune vedere la mala andare a prelevare al bancomat prima di fare avanti e indietro con la barca a remi tra Italia ed Isole Cayman a depositare biglietti da 100 Euro oppure in Colombia. Mica c’hanno i conti correnti di prestanome i trafficanti di droga, che ti credi?


I contanti favoriscono, anzi sono il principale veicolo dell’evasione fiscale

Quando si parla di contanti, lo spettro più spaventoso che aleggia nella mente degli italiani, è quello dell’evasione fiscale.

Ciò avviene nonostante, come abbiamo già ampiamente trattato e dimostrato nel capitolo dedicato all’evasione fiscale nel Libro di Economia Spiegata Facile, best seller e vincitore di due premi editoriali, ciò sia smentito dai fatti (tutti ben documentati dalle fonti) che dimostrano, semmai, che è sufficiente avere sedi nei paradisi fiscali, oppure omettere o falsare le dichiarazioni dei redditi per far sì che anche la moneta digitale possa trasformarsi in nero.

Un altro paradosso sempre sul genere, che non abbiamo ancora menzionato, ma che ci corre in soccorso in questo specifico frangente, è l’esistenza di forme di agevolazione fiscale alle società private sportive, come ad esempio quelle contenute nel decreto salva calcio, che prevedono sgravi fiscali a società di calcio con pezzi nascosti alle isole Cayman; tutto alla luce del sole, a parte i fondi occulti.

Quindi la domanda sorge spontanea: perché il mio fruttivendolo se incassa in contanti viene bollato come evasore e non può avere e avere la sede alle Cayman? Non sarebbe più semplice consentire a tutti di avere la sede fiscale in qualche paradiso per risolvere la faccenda?

Elusione a norma di legge, ma solo se sei ricco e potente. Perché il mio fruttivendolo non può?

Come già detto, per evadere le tasse non servono pagamenti in contanti; è sufficiente disporre di, nell’ordine: una dichiarazione fiscale infedele, una sede fiscale in un paradiso fiscalmente vantaggioso come Olanda, UK, Lussemburgo, Delaware, ecc., una sede alle Cayman o intrallazzare con l’IVA, anche se emetti scontrino su ogni vendita, come avviene nella grande distribuzione organizzata.

Vediamo un po’ di esempi sparsi, estratti dal libro di economia spiegata facile, di truffe, multe, indagini, pizzicanti e prescrizioni per evasione fiscale, mentre va in scena la lotta al contante…

Il Resto del Carlino

Repubblica

Il Corriere della Sera

Fonte Gazzetta dello Sport

Corriere della Sera

L’elusione fiscale permette di aggirare le norme sull’evasione.

Come dimostra un nostro articolo, l’Olanda da sola sottrae 50 miliardi ai “partners” europei. È un problema di circolazione dei contanti?

L’elusione fiscale è una sorta di evasione a norma di legge che si ottiene sfruttando le leggi comunitarie che non prevedono una fiscalità comune tra gli Stati europei. È risaputo ed è scontato, eppure viene bellamente trascurato dai trattati sulla lotta all’evasione.

Per tali ragioni non c’è alcuna necessità di trasferire in valigette milioni di contanti a destra e a manca; fenomeno infatti fortemente ridotto e certamente non alimentato dai negozianti e dagli idraulici.

Credete forse che la FCA (l’ex FIAT), la Mediaset o la Ferrero trasferiscano fondi neri all’estero? No, è stato sufficiente trasferirci la sede fiscale.

E ancora dobbiamo ripeterlo per l’ennesima volta; Apple, Facebook, Google, ecc. transano la vendita dei loro prodotti in contanti?

Eppure negli anni sono risultati tra i maggiori evasori in Italia.

Credete che le Ferrari e gli yatch degli evasori vengano pagati in contanti? Il Vaticano non paga l’ICI; colpa dei contanti?

Le truffe bancarie avvengono con il contante?

Eh già, questa è una buona domanda. Perché la garanzia di sicurezza per i cittadini è prevista che debba passare per le banche…

Fonte Repubblica

Fonte La Stampa

Le principali frodi, include quelle bancarie avvengono con il denaro elettronico. La lotta al contante in nessun caso si è dimostrata efficace contro i reati fiscali e le truffe. Lo dimostrano gli studi di settore.

Uno dei tanti è quello della CGIA di Mestre:

“Nonostante l’Italia abbia il limite all’utilizzo del contante più basso d’Europa, l’evasione fiscale non sembra averne risentito. Anzi, dall’analisi elaborata dall’Ufficio studi della CGIA, emerge un dato sorprendente: c’è pochissima correlazione tra la soglia limite all’uso di cartamoneta imposta per legge e il rapporto tra la base imponibile Iva non dichiarata e il Pil, vale a dire l’evasione fiscale. Il diffusissimo uso del contante è correlato al fatto che in Italia ci sono quasi 15 milioni di unbanked – dichiara Giuseppe Bortolussi segretario della CGIA – ovvero di persone che non hanno un conto corrente presso una banca. Un record non riscontrabile in nessun altro paese d’Europa. … molte persone di una certa età e con un livello di scolarizzazione molto basso preferiscono ancora adesso tenere i soldi in casa, anziché affidarli ad una banca.

Del resto, i vantaggi economici non sono indifferenti, visto che i costi per la tenuta di un conto corrente sono in Italia i più elevati d’Europa”

Scarica lo studio di CGIA.

Bisogna abolire il contante; parola di alfiere della corretta informazione: Milena Gabanelli.

Il contante serve ai corrotti, agli evasori e al lavoro nero”. Già, mica a gente perbene come le banche e l’alta finanza… vero Gabanelli?

Fonte Altra Economia

Repubblica


L’abolizione del contante è pericolosa e persino illegale, ecco perché.

Ma c’è una questione che ci meravigliamo di essere i primi e al momento gli unici a sollevare: la questione giuridica! Ciò che nessuno ha ancora notato è che l’abolizione del contante nell’eurozona è semplicemente impossibile. Lo dice la logica prima, lo conferma il punto di vista giuridico.

L’Euro è una moneta a valore legale prevista dai trattati che sono sovranazionali.

L’Italia, adottando l’Euro si è privata della sovranità monetaria. Essa comprende anche la gestione delle politiche monetarie che è passata dal Ministero del Tesoro (via Banca d’Italia) alla BCE (art. 128 A e B del Trattato di Lisbona).

Non soltanto. La BCE è un organo indipendente anche dal Parlamento europeo e dalla Commissione europea, oltre che – ovviamente – dai Parlamenti nazionali, come dimostra la famosa querelle sul quantitative easing tra la banca centrale europea e il Bundeshtag.

Infatti se da un punto di vista formale la Germania aveva sollevato la questione di proporzionalità nell’acquisto di Titoli da parte della BCE, adducendo che stesse infrangendo i trattati, nella pratica si è dovuta adeguare ed ingoiare il rospo.

La lotta al contante è inutile, perché le politiche monetarie europee sono fatte dalla BCE, non più dagli Stati membri

Pertanto non è più il legislatore che decide le politiche monetarie, ma bensì l’organo sovranazionale della BCE che in teoria non avrebbe ruoli politici, eppure, com’è evidente ha. Quindi, per quanto uno Stato presumibilmente possa ancora battere una moneta parallela (o complementare che si voglia), esso potrà vincolare a mezzi di pagamento elettronici soltanto quella.

Non l’euro, a meno che non sia autorizzato dalla BCE, che invece ha ribadito che anche con l’ingresso della sua CBCD, ovvero l’Euro digitale, il contante rimarrà in vigore.

Quindi, in ultima analisi, prima di procedere al reset, fermi tutti. Iniziate a considerare un subdolo e latente paio di buone ragioni della loro esistenza che non avete mai considerato fino a questo momento: i contanti SONO FUNZIONALI, SONO UTILI, SERVONO!

Fonte BCE

Altra questione è la località degli effetti di cui stiamo allegramente disquisendo, e cioè: stando alle proposte di legge che si susseguono, il contante sparirebbe o si ridurrebbe soltanto in Italia. Beh, su questo c’è veramente da sorridere poiché trovandosi l’Italia in un’area comunitaria che adotta la stessa moneta non si capisce come potrebbe vietarne o anche solo influenzarne la circolazione; a parte il fatto che sarebbe illegale.

Senza parlare dell’ostacolo alla libertà e alle abitudini degli stranieri circolanti sul nostro territorio,a cominciare dai turisti. Comunque se lo Stato italiano vietasse l’uso del contante, violerebbe diritti che rimarrebbero inalienabili negli altri Paesi europei, pertanto non potrebbe vietare la libera circolazione del contante proveniente da flussi di mercato o turistici, tanto per fare due esempi.

L’abolizione del contante è un’idea anti sociale

L’idea di eliminare il contante o anche soltanto di ostacolarne l’uso dovrebbe prevedere PRIMA le corrispondenti tutele a favore del suo scopo e non il contrario. La recente esperienza di aver creduto di fare un affare ad entrare nella moneta unica prima che fossero attuate le necessarie misure sociali, fiscali e politiche ci ha messi di fronte alla tattile realtà che sia stato l’Euro ad “entrare“ dentro di noi.

Ma se agli italiani “gli piace”, dopo aver subito il necessario lavaggio del cervello, non significa che sia necessaria una ragione, tanto meno ridicola, per “farlo”.

Del resto lo dice anche la BCE che i contanti devono rimanere e che sono stati a vera salvaguardia dell’economia, non solo e soltanto durante l’emergenza Covid.

Quindi, visto che va tanto di moda dare retta agli esperti, facciamocene una ragione e cominciamo a dare la colpa di tutti questi problemi alle reali cause e non al contante.

L’articolo originale di Rover

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