Guerra e castigo

Dmitry Orlov
boosty.to

Guerra e castigo” non è solo un grande romanzo di un grande autore russo, Tolstoevskij, ma è anche la politica estera della Russia. Supponiamo che vogliate scatenare una guerra sul confine russo con la speranza di distruggere la Russia – e di perderla. Cosa pensate che vi accadrà dopo? La pace? No, sarete puniti. La punizione, a scopo didattico, potrebbe essere distinta in cinque categorie: finanziaria, economica, politica, sociale e culturale:

– Finanziariamente – le vostre istituzioni bancarie saranno evitate e le vostre valute saranno escluse dalla circolazione internazionale, privandovi dei profitti bancari, dei benefici del signoraggio e della possibilità di continuare a gestire deficit commerciali e fiscali strutturali e di accumulare debiti.

– Dal punto di vista economico, pagherete il doppio o il quadruplo per le risorse chiave senza le quali la vostra industria non potrà funzionare: risorse come il gas naturale, l’uranio arricchito, il titanio per la produzione di aerei, le terre rare e i gas nobili per la produzione di semiconduttori e molto altro. Ciò causerà il deperimento della vostra industria, rendendo a sua volta impossibile il mantenimento delle vostre infrastrutture civili e militari.

– Dal punto di vista politico, i vostri politici diventeranno talmente impopolari che verranno estromessi dalle loro cariche. L’intera élite politica si sgretolerà e sarà sostituita da persone scelte a caso, che continueranno a peggiorare le cose, e di molto. A ogni successiva iterazione, i demagoghi saranno sostituiti da ciarlatani, i ciarlatani da mafiosi e i mafiosi da mostri.

– Socialmente – le vostre società si divideranno in coloro che non riescono a smettere di mentire e coloro che non ce la fanno più ad ascoltare altre bugie, con conseguenti lotte e conflitti sociali. Una guerra civile costante e di bassa intensità sfocerà periodicamente in una conflagrazione, inghiottendo questa o quella città un tempo grande, finché non ne rimarranno solo rovine e ceneri.

– Culturalmente – la vostra cultura verrà considerata basata sulla menzogna e quindi degenerata e tossica e verrà esclusa da gran parte del resto del mondo come una malattia pericolosa e contagiosa. La vostra scena culturale sarà dominata da fenomeni da baraccone, da reginette di bellezza morbosamente obese e da “musicisti” la cui arte consiste nell’urlare torrenti di oscenità. Il vostro stesso linguaggio diventerà così volgare che il resto del mondo escluderà ogni vostro tentativo di comunicare.

Passando dal generale allo specifico, parliamo dell’ex Ucraina alla luce del recente discorso di Putin al Ministero degli Affari Esteri. Il testo completo del discorso è disponibile qui e vi consiglio vivamente di leggerlo per intero. In questo discorso, Putin ha dato istruzioni specifiche ai suoi colleghi del Ministero degli Affari Esteri, specificando cosa sono autorizzati a comunicare alle loro controparti in altre nazioni.

Questi funzionari del MAE sono stati incaricati di smontare un coro di bugie ripetute all’infinito dai media e dai funzionari occidentali. L’enorme menzogna al centro di tutto è l’affermazione, ripetuta all’infinito, che l’Operazione militare speciale (SMO) della Russia per smilitarizzare e denazificare l’ex Ucraina sarebbe “un atto di aggressione non provocato”. Come ha spiegato Putin, si tratta in realtà di un’azione di polizia per prevenire una catastrofe umanitaria.

Nel febbraio del 2022, le truppe ucraine erano ammassate al confine con le Repubbliche popolari di Donetsk e Lugansk, bombardavano i quartieri civili e si preparavano a invadere. La risposta tempestiva della Russia aveva evitato un vero e proprio disastro umanitario. Poiché Donetsk e Lugansk sono abitate da russi che non sono affatto diversi da quelli che vivono al di là del confine nelle regioni di Rostov, Belgorod e Voronezh, la Russia stava salvando le vite dei propri cittadini.

Non confondete la SMO con lo stratagemma preferito dai Washingtoniani, quello che loro chiamano “responsabilità di proteggere” o R2P, sostenuto dall’ipocrita di classe mondiale Samantha Power. Questo stratagemma prevede generalmente l’utilizzo di una finta crisi umanitaria per scatenare un’aggressione non provocata, come nel caso di Serbia, Iraq, Libia e Siria. Si noti anche che l’Ucraina aveva perso la sua sovranità nel violento rovesciamento del governo del 2014 e che le sue forze armate operavano sotto il controllo remoto di Washington, per cui gli oltre 6000 civili uccisi e gli oltre 13500 civili feriti nel Donbass dalle forze armate ucraine dal 2014 sono il genocidio dell’America.

Il primo compito della Russia è vincere sul campo di battaglia, poi verrà la punizione. I crimini di guerra non hanno confini giurisdizionali e non hanno termini di prescrizione. Ogni crimine di guerra ha un nome, un grado e un numero di serie. Ogni crimine di guerra è punibile con l’ergastolo o con l’esecuzione capitale (se la legislazione locale lo consente). Al momento in Russia vige una moratoria sulla pena capitale, ma in futuro, su richiesta popolare, potrebbe essere revocata per i criminali di guerra.

L’esecuzione tramite plotone d’esecuzione è considerata il modo più onorevole di morire. Un semplice colpo di pistola alla testa (quello che i russi chiamano “colpo di controllo”) è relativamente rapido e indolore. L’impiccagione pubblica era stato il destino dei criminali di guerra condannati dopo la Seconda Guerra Mondiale. Ma cosa si dovrebbe fare, di grazia, agli assassini di questa giovane donna, Christina, che è stata chiamata la Madonna di Gorlovka, uccisa con un proiettile di artiglieria o di mortaio? Perché non essere un po’ più creativi?

Come sempre, possono esistere circostanze attenuanti. Supponiamo che siate un povero ragazzo ucraino semianalfabeta (l’istruzione primaria e secondaria dell’Ucraina è piuttosto scadente) a cui la propaganda americana ha fatto un lavaggio del cervello incessante per fargli odiare irrazionalmente i russi fino alla pazzia. L’accertamento della non compos mentis farebbe di questo povero ragazzo un pessimo candidato per un processo per crimini di guerra.

O che ne dite di un padre di famiglia che era stato costretto ad arruolarsi nell’esercito ucraino mentre la sua famiglia era tenuta in ostaggio dal regime di Kiev e che sarebbe stato punito duramente se si fosse rifiutato di seguire gli ordini criminali del regime? Un pubblico ministero potrebbe sostenere che un crimine di guerra è sempre un crimine di guerra, indipendentemente dal fatto che sia stato commesso sotto costrizione o meno, e che eseguire degli ordini criminali è di per sé un crimine, ma una giuria potrebbe essere indecisa se emettere un verdetto di colpevolezza.

E allora che dire dei funzionari statunitensi che hanno ideato il brillante piano di trasformare l’Ucraina in un’organizzazione anti-Russia e di usare i poveri e inconsapevoli ucraini come carne da cannone da lanciare contro la Russia nel tentativo fallito di indebolirla o, idealmente, di distruggerla? Per loro, inevitabilmente, vengono in mente metodi di tortura e umiliazione davvero medievali.

Questa può sembrare una digressione autoindulgente rispetto all’argomento serio del discorso di Putin davanti al MAE, ma credo che sia importante capire la mentalità dei sostenitori di Putin che lavorano duramente e che hanno reso la Russia di nuovo grande. Alla televisione russa, i talk show che discutono dell’uso di armi nucleari per distruggere l’America sono diventati notevolmente più popolari negli ultimi tempi. Distruggere l’America, dicono gli esperti, non è poi così difficile.

Tutto ciò che si deve fare è bombardare quattro grandi porti marittimi con atomiche tattiche relativamente piccole… e poi aspettare un mese o due. Dal momento che gli Stati Uniti non producono più nemmeno la metà di ciò di cui hanno bisogno per sopravvivere, compreso il cibo, non resisterebbero a lungo. Cioè, continuerebbero ad esistere, come molti Paesi veramente miserabili, ma non come un Paese di cui la Russia o il resto del mondo debbano preoccuparsi, o almeno così assicurano gli esperti. Ma c’è ancora un po’ di inquietudine per il pericolo di scatenare una grande guerra nucleare.

Altri esperti sono lieti di riferire che gli Stati Uniti sono comunque al capolinea e che una combinazione di fattori, alcuni finanziari, altri fisici, darà loro il colpo di grazia molto presto, senza dover rischiare di scatenare una grande guerra nucleare. Il malessere terminale degli Stati Uniti va ben oltre l’evidente incapacità dimostrata dai geriatri che dovrebbero governarli, o il fatto che ogni generazione successiva di americani è meno abile della precedente. Si tratta piuttosto di numeri; nello specifico, di trilioni di dollari. Gli interessi sul debito federale ammontano ormai a mille miliardi di dollari l’anno. Il deficit del bilancio federale ha raggiunto i duemila miliardi l’anno. Per mantenere la solvibilità, il governo federale degli Stati Uniti deve prendere in prestito altri mille miliardi ogni tre mesi.

Putin sembra essere d’accordo con il secondo gruppo; ha ritardato l’avvio della SMO il più a lungo possibile e non ha fretta di terminarla, molto probabilmente per far coincidere la fine della SMO con la sconfitta degli Stati Uniti, dopo che si saranno messi al tappeto da soli con una piuma. Una grande maggioranza di russi si fida del suo giudizio e ha sufficiente pazienza per aspettare che gli Stati Uniti vadano KO. I video di Biden che si blocca ogni volta che una scheda perforata si incastra nel suo raccoglitore, o che defeca nel pannolino mentre si trova accanto al presidente francese durante una cerimonia solenne, o della sua affascinante assistente Kamala che parla a vanvera e schiamazza in modo folle, creano l’immagine di un nemico che può essere tenuto a bada punzecchiandolo giudiziosamente con l’estremità di un bastone affilato, piuttosto che con le armi nucleari.

Nel suo discorso, Putin ha definito alcuni termini per la cessazione del conflitto armato nell’ex Ucraina. Alcuni hanno pensato che questi termini fossero punti da discutere o da negoziare ulteriormente, ma non lo sono. Questi termini sono da accettare – nel qual caso potrebbe esserci la pace – o da rifiutare – nel qual caso l’azione militare continuerà e un numero enorme di ucraini continuerà a morire. E poi arriverà la prossima serie di condizioni, che saranno peggiori di quelle attuali. Proprio oggi, parlando in una conferenza stampa in Vietnam, Putin ha gentilmente ricordato che le condizioni attuali non saranno offerte a lungo e cambieranno con l’evolversi della situazione sul campo.

Alcuni hanno interpretato le condizioni di Putin come una sorta di ultimatum. È evidente che a costoro gioverebbe cercare in un dizionario il significato di un vocabolo importante come “ultimatum“. Un ultimatum è “una richiesta finale o una dichiarazione di termini, il cui rifiuto comporterà una ritorsione o una rottura delle relazioni”. Un ultimatum non può includere parole come “dovrebbe”, come in “l’Ucraina dovrebbe adottare uno status neutrale e non allineato, essere libera dal nucleare e sottoporsi a smilitarizzazione e denazificazione”.

Né può includere premesse o offerte di negoziazione basate su condizioni, come “… una volta che Kiev avrà accettato la linea d’azione proposta oggi, compreso il ritiro completo delle sue truppe dalla RPD, dalla LPR, dalle regioni di Zaporozhye e di Kherson, e avrà iniziato questo processo con serietà, saremo pronti a iniziare i negoziati prontamente e senza indugio”. E poi ecco la “condizione” finale: “Naturalmente, questo comporta anche la rimozione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia”.

Coloro che chiedono a gran voce che Zelensky, o Biden, o chiunque altro negozi con Putin le sue condizioni, non colgono un punto importante: al momento, non c’è nessuno con cui Putin possa negoziare. Zelensky, secondo la costituzione ucraina, non è più il presidente: il suo mandato di cinque anni è scaduto a maggio e per ottenere un nuovo mandato deve vincere le elezioni, che ha annullato. Con Zelensky fuori, secondo la Costituzione ucraina, il potere passa automaticamente allo speaker del Parlamento, la Verkhovna Rada; solo che lo speaker, un ex campione di dimagrimento di nome Ruslan Stefanchuk, ha rifiutato di prendere in mano le redini. E poi, in assenza di nuove elezioni, il mandato della Verkhovna Rada stessa scade l’11 agosto; a quel punto il potere nell’ex Ucraina torna alle regioni, alcune delle quali sarebbero libere di organizzare un referendum pubblico e di votare per l’adesione alla Russia.

Chiunque pensi che le attuali condizioni di Putin, in scadenza a breve, siano inaccettabili, non dovrebbe aspettare il prossimo round, perché la prossima serie di condizioni sarà inaccettabile all’ennesima potenza. Cioè, ogni successiva serie di condizioni è garantita essere peggiore della precedente e, semplicemente, non si sa cosa potrebbe rimanere dell’ex Ucraina se la SMO farà il suo corso fino alla fine. Questa previsione è un’estrapolazione basata su un modello consolidato.

– Ricordiamo che all’inizio dell’intera vicenda Ucraina/USA la Russia era felice di affittare la base militare di Sebastopoli dall’Ucraina. Ma poi gli Stati Uniti e la NATO avevano pensato bene di buttare fuori la Marina russa e di trasformare Sebastopoli in una base navale della NATO (non facendo mistero del fatto). Non era stato certo un caso che dopo il putsch di Kiev del 2014 la Crimea avesse votato per diventare russa.

– La popolazione di Donetsk e Lugansk non aveva gradito il nuovo regime di Kiev controllato dagli Stati Uniti e si era ribellata. In risposta, il regime di Kiev aveva iniziato una campagna di terrore durata nove anni contro queste due regioni. La risposta della Russia era stata quella di negoziare gli accordi di Minsk, che avrebbero concesso a queste regioni l’autonomia, pur mantenendole all’interno dell’Ucraina.

– Il regime di Kiev (o meglio, gli americani che lo controllano) non aveva alcuna intenzione di rispettare i termini degli accordi di Minsk e si preparava ad attaccare e distruggere le due enclave separatiste di Donetsk e Lugansk. La Russia aveva sventato il loro attacco riconoscendo l’indipendenza di queste regioni e rispondendo alla loro richiesta di aiuto con il lancio della SMO. Allo stesso tempo, la Russia aveva avviato con Kiev dei negoziati che erano culminati con gli accordi di Istanbul, che avrebbero mantenuto Crimea, Donetsk e Lugansk come parte della Russia, ma avrebbero permesso a Kiev di controllare Zaporozhye e Kherson (all’epoca controllate dalle forze russe) se Kiev avesse concesso alla Russia l’accesso terrestre alla Crimea. Kiev si era rifiutata di accettare questo accordo.

– Le condizioni attualmente offerte prevedono che Crimea, Donetsk, Lugansk, Zaporozhye e Kherson siano territorio russo sovrano, ma che Kiev possa tenere il resto a condizione che disarmi e persegua i suoi criminali di guerra nazisti. Inoltre, il russo deve tornare a essere una lingua ufficiale, insegnata nelle scuole e nelle università. Oh, e l’Ucraina deve mantenere la neutralità. E tutte le sanzioni contro la Russia devono essere abolite. Ma è altamente improbabile che i burattinai americani di Kiev accettino questa offerta.

– E questo ci porta alla prossima offerta: le regioni di Kharkov, Dnepropetrovsk, Nikolaev e Odessa tengono un referendum e votano per entrare nella Federazione Russa. Evviva! Ancora nessun candidato?

– L’offerta successiva: le regioni di Chernigov, Sumy, Poltava e Kirovograd tornano alla Russia. Non è ancora abbastanza dolce per gli americani?

– Bene, allora ok! Che ne dite se la Russia si prende le regioni di Cherkasy, Vinnitsa, Zhitomir e… Kiev? Questo darebbe alla Russia un bel confine quasi rettilineo e altamente difendibile. E poi l’ex Ucraina (o come si chiamerà) potrà tenersi il resto. La Polonia, l’Ungheria e la Romania, senza dubbio, si contenderanno varie parti del territorio; lasciamo che sia un loro problema per il prossimo secolo o due. Sarà una sorta di riserva gremlin per i vecchi e logori criminali di guerra nazisti ucraini, proprio come la provincia di Idlib nel nord della Siria lo è ora per i vecchi criminali dell’ISIS, visto che i loro padroni del Pentagono e della CIA li hanno abbandonati.

Ma, se gli Stati Uniti sono comunque allo stremo, perché far loro offerte che, chiaramente, non sono pronti ad accettare? Perché non ignorarli per tutto il tempo? La risposta non riguarda gli Stati Uniti o l’Occidente, ma il resto del mondo, che oggi è la maggioranza globale, comprende tutte le nazioni in via di sviluppo economico e ha relazioni generalmente amichevoli o neutrali con la Russia. Di fronte a questo vasto pubblico, la Russia si sforza di apparire come una nazione pacifica che cerca di porre fine ad un conflitto armato che le è stato imposto dagli Stati Uniti, un Paese ostile che cerca di farle del male per derubarla.

Ma la Russia non è una vittima; ha raccolto la sfida e sta contrastando questa minaccia, e così facendo è diventata il campione del Sud globale nel suo sforzo di porre fine all’eredità dell’oppressione occidentale. In quanto paladina del mondo intero, escluso l’Occidente, la Russia non deve apparire egoista o arrogante, ma altamente morale. Essendo una nazione per il 75% cristiana (e per il 25% musulmana), la Russia deve fare la cosa cristiana: offrire ai peccatori un percorso di confessione, pentimento e, infine, espiazione e salvezza.

Se gli americani che hanno fomentato l’empio pasticcio ucraino non si assumeranno la responsabilità e non espieranno i loro crimini con pentimento e umiltà, allora andranno sicuramente dritti all’inferno, ma, finché qualcuno di loro rimarrà in vita, la via della salvezza deve essere tenuta aperta. Putin, in quanto Cristiano ortodosso, deve credere che “Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori, dei quali è il primo” [1 Timoteo 1:15] e astenersi dal giudicare gli altri, offrendo loro una possibilità di pentimento e di salvezza.

Sebbene la prosecuzione dell’azione militare sia, a questo punto, inevitabile, ciò a cui la Russia aspira è la sicurezza, e non solo per se stessa ma per tutta l’Eurasia. Putin lo ha espresso nei termini più chiari possibili: “… la futura architettura di sicurezza dovrebbe essere aperta a tutti i Paesi eurasiatici che desiderano partecipare alla sua creazione … [compresi] anche i Paesi europei e della NATO”. Oppure no, essendo la loro partecipazione del tutto volontaria.

E qual è la minaccia più grave per la sicurezza dell’Europa? “La minaccia principale per gli europei è la loro dipendenza critica e crescente dagli Stati Uniti sotto il profilo militare, politico, tecnologico, ideologico e informativo”. La Russia vuole aiutare l’Europa a liberarsi dall’occupazione statunitense, che risale a 80 anni fa, al termine della Seconda Guerra Mondiale, e che sarebbe dovuta terminare 35 anni fa con la fine della Guerra Fredda. Quale ruolo vede Putin per gli Stati Uniti in futuro? “… è necessario, a lungo termine, eliminare gradualmente la presenza militare di potenze esterne nella regione eurasiatica”. Questo è probabilmente il modo più gentile ed educato di dire “Yankee, tornate a casa!”

Dmitry Orlov

Fonte: boosty.to
Link: https://boosty.to/cluborlov/posts/07a82414-207f-4316-9207-a7f773e44fd3
20.06.2024
Tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Dmitry Orlov è nato a Leningrado, nell’URSS, da una famiglia di accademici ed è emigrato negli Stati Uniti a metà degli anni Settanta. Laureato in ingegneria informatica e linguistica, ha lavorato in diversi campi, tra cui la fisica delle alte energie, il commercio su Internet, la sicurezza delle reti e la pubblicità. È autore di numerosi libri, tra cui Reinventing Collapse e The Five Stages of Collapse

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