Ogni cellulare possiede un umano, come diminuirne la dipendenza

Se qualcuno solo una trentina di anni fa, quindi non cento o mille anni fa, ci avesse detto che saremmo tutti andati in giro con una protesi elettronica dalla quale non ci saremmo praticamente mai staccati e che senza quella ci saremmo sentiti perduti, gli avremmo detto che era un pazzo.
Ma, così come succede con tante altre cose assurde che ci circondano, basta farle accettare socialmente a suon di bombardamento pubblicitario miliardario e comprandosi tutti i media e politici possibili, e qualsiasi follia diventa assolutamente normale e si fa diventare anormale o strano chi invece si chiede se tutto ciò sia normale. Il telefono cellulare, detto anche lampada di Aladino tascabile, sta cambiando profondamente la vita delle persone in maniera velocissima senza che ci si renda nemmeno conto delle conseguenze che tutto ciò ha sulle persone stesse e sull’ambiente. E per un oggetto del genere che rende fortemente dipendenti e che ormai vari studi scientifici ufficiali paragonano alle droghe pesanti, ritenere che sia solo uno strumento significa essere inconsapevoli o in malafede o entrambe le cose. La sua presunta comodità e le sue miracolose performance sono pari alla sua pericolosità per la salute (anche questa acclarata dagli studi indipendenti non prezzolati dalle multinazionali della telecomunicazione) e al fatto di rendere la vita delle persone sempre più frenetica. E infatti le persone si sentono sempre di corsa, con la costante sensazione che manchi loro il tempo, poiché è impossibile poter seguire gli infiniti input, contatti, chat, social che costantemente ci bombardano e che sono tutti a portata di mano, irresistibili al richiamo. Nonostante molti abbiano la percezione che ci sia qualcosa di profondamente negativo in tutto ciò, ci si arrende al solito fatalismo per il quale vale la legge del: fanno tutti così o ancora peggio, non si può tornare indietro. Ma chi lo ha detto che dobbiamo accettare l’assurdo? Anche perchè ancora più gravi sono gli ormai acclarati problemi che danno questi dispositivi ai bambini e ragazzi, sia dal punto di vista della salute perché ancora in fase di sviluppo, sia per le conseguenze psicologiche che hanno e che stanno allarmando insegnanti, psicologi e genitori incapaci di gestire delle forze che li travolgono. Si può mettere la testa sotto la sabbia, si può fare finta di nulla ma questo non cambierà di un niente le grandi problematiche che abbiamo di fronte, anzi l’inazione le aggraverà. E non dimentichiamoci che la lampada di Aladino tascabile ha bisogno di tanta energia e tanti materiali per poter essere realizzata e per poter funzionare; cosa faremo se questa energia e questi materiali, che non sono certo infiniti, verranno a mancare? Forse è il caso di agire, piuttosto che aspettare nefaste conseguenze.

Fornisco poi alcuni dati che possono aiutare ulteriormente la riflessione. L’Unione internazionale delle telecomunicazioni (ITU), nel 2022 dichiarava che erano in uso più di 8,58 miliardi di abbonamenti mobili in tutto il mondo, rispetto a una popolazione globale di 7,95 miliardi. Continuando con questo trend, si calcola che nel 2025 i dispositivi mobili saranno il doppio degli abitanti del pianeta, ovvero 18 miliardi. E nel conto della popolazione non ci sono i neonati e gli oltre 1,1 miliardi di persone al mondo che non hanno accesso alla corrente elettrica per ricaricare i cellulari. In Italia siamo alla cifra monstre di circa 80 milioni di telefoni cellulari per meno di 60 milioni di persone compresi i neonati.
Più di 60 elementi diversi vengono usati per produrre uno smartphone e per ottenere questi elementi si devastano l’ambiente, si sfruttano persone, fra cui anche i bambini in paesi lontani dagli occhi e dal cuore. Gli stessi paesi che fanno poi da discarica per le montagne di rifiuti elettronici che gli recapitiamo. Il ciclo di vita media di uno smartphone è inferiore ai 22 mesi ma non perché smetta di funzionare, bensì semplicemente perché il bombardamento pubblicitario ci convince a comprare l’ultimo modello.
Servono quantità enormi di energia per produrre i miliardi di telefoni cellulari a livello mondiale e quindi vengono prodotte altrettante emissioni di gas serra. I lavoratori che estraggono i minerali necessari al loro funzionamento e quelli che lavorano nelle fabbriche di telefoni cellulari situate soprattutto nei paesi asiatici, sono esposti a sostanze chimiche dannose per la loro salute.
Alla luce di tutto ciò, per chi vuole riacquisire maggiore libertà e dipendere meno dal proprio telefono cellulare, per chi non si rassegna a seguire la massa nel suo incedere verso un precipizio, domenica 21 luglio 2024 può fare una bella giornata di disintossicazione e consapevolezza nella splendida cornice naturale del Parco Energia Rinnovabile

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