Regno Unito – No al carcere per l’attivismo climatico

La versione originale di questo articolo di Steven Methven è stata pubblicata da Novara Media. Traduzione di Lorenzo Feltrin.

Giovedì scorso, il co-fondatore di Just Stop Oil, Roger Hallam, è stato condannato a cinque anni di carcere per aver parlato in una call su Zoom. Quattro altri attivisti – Cressida Gethin, Louise Lancaster, Daniel Shaw e Lucia Whittaker-De-Abreu – sono stati condannati a quattro anni di detenzione per lo stesso motivo, per aver acceso i propri microfoni e aver preso la parola. Così, i nostri microfoni sono stati tutti silenziati. E verremo sempre più ridotti al silenzio dall’effetto deterrente di queste condanne penali.

I cinque imputati sono colpevoli di aver partecipato a una call su Zoom, volta a reclutare attivisti per un’azione diretta che rivendicava la fine delle esplorazioni per nuovi giacimenti di petrolio e gas. La sentenza – la più dura nella storia del Regno Unito per fatti inerenti a proteste pacifiche – è stata emessa dal tribunale di Southwark Crown, l’accusa è di cospirazione al fine di disturbare l’ordine pubblico. Si tratta di un’invenzione legale derivante, a quanto pare, dal Crime, Sentencing and Courts Act fatto approvare dal governo conservatore nel 2022. In passato, i tribunali si erano dimostrati riluttanti a dare condanne carcerarie per reati di questo tipo. Come dichiarato dall’avvocato Adam Wagner, non più di qualche anno fa, organizzare una protesta “disturbatrice” ma pacifica difficilmente avrebbe portato al carcere.

Nessuno, men che meno Just Stop Oil, negherebbe che la protesta in questione – avvenuta nel novembre del 2022 – abbia causato disturbi. L’azione ha infatti bloccato l’M25 [la circonvallazione esterna di Londra]. Il proposito dell’iniziativa era per l’appunto quello di dimostrare come siamo quotidianamente e incoscientemente dipendenti dai combustibili fossili e come non siamo pronti per una vita senza di essi, nonostante il collasso climatico in corso. Non è necessario essere d’accordo con le tattiche di Just Stop Oil per considerare queste condanne come estreme. Secondo Ell Folan, esse sono più severe delle condanne medie per rapine, spaccio e crimini violenti.

Eppure, il giudice incaricato del caso, Christopher Hehir, non ha voluto sentir ragioni. E, a quanto pare, non ha voluto che nemmeno la giuria le sentisse. Ha infatti ordinato che i cinque imputati parlassero solo brevemente delle ragioni scientifiche che li hanno spinti ad agire, considerandole solo come “credenze politiche e filosofiche”, al pari dell’astrologia, del terrapiattismo o delle molte sosia di Avril Lavigne.

Gli imputati, però, non sono stati al gioco. I “Whole Truth Five” e i loro sostenitori hanno fatto sì che la polizia dovesse intervenire sette volte durante il processo, durato due settimane. Quattro dei cinque imputati sono stati rispediti in prigione per aver rifiutato di essere messi a tacere dalle condizioni imposte dal giudice. Inoltre, undici delle persone che protestavano all’esterno sono state incriminate per oltraggio alla corte. Vi ricordate delle critiche a Vladimir Putin per la repressione del dissenso? Sono finite nel dimenticatoio.

Uno dei cinque imputati – Daniel Shaw – è stato maltrattato a tal punto che il relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori del clima, Michel Forst, ha scritto al governo britannico, descrivendo il trattamento di Shaw come “punitivo e repressivo”. Dopo la sentenza, Forst ha dichiarato: “Questa condanna dovrebbe scioccare l’opinione pubblica tutta. Ci dovrebbe anche mettere tutti in allerta sullo stato dei diritti civili e delle libertà nel Regno Unito”.

Le proteste da parte delle Nazioni Unite sono un buon indicatore di uno Stato alla deriva. Un altro segnale preoccupante arriva quando la “stampa libera” complotta per far reprimere il diritto di protesta, conquistato al costo di grandi sacrifici. Si è scoperto che i cinque prigionieri politici sono stati venduti alla polizia da un giornalista del Sun, che si era infiltrato nella call fingendo di essere una persona che ha autenticamente a cuore il futuro del pianeta. Secondo la mia collega Clare Hymer, la polizia ha ricompensato quest’arci-crumiro dandogli l’esclusiva sull’arresto di Hallam. Com’è misera la vita negli abusi di potere.

Il giudice stesso ha una storia di tolleranza verso le violazioni commesse dalle forze dell’ordine. Hehir odia gli ingorghi stradali ma è più rilassato per quanto riguarda gli abusi contro le donne da parte di poliziotti.  Nel 2015, un poliziotto è andato a processo dopo che lui e un collega avevano accompagnato a casa una donna in stato di ebrezza in seguito a dei disturbi in un bar. Una volta nel parcheggio, un poliziotto ha “fatto sesso con la donna” mentre l’altro ha ricevuto un “atto sessuale”. Nella corte di Hehir, tale atto non era così grave da condurre alla galera, non ci fu una sentenza carceraria perché il giudice voleva “mettere fine a questa triste e spiacevole storia con un ultimo gesto di compassione”. Forse la sentenza ai danni dei “Whole Truth Five” è un atto di compassione eutanasica volto a mettere fine alle continue sofferenze del diritto di protesta nel Regno Unito.

La disobbedienza civile è una libertà disturbatrice di cui dovremmo godere tutti. Come il Lord Justice of Appeal John Laws ha detto in passato: “I diritti che vale la pena di avere sono quelli turbolenti”. Il tribunale sembra non essere d’accordo. Che cosa possiamo dire invece dei cinque imputati che hanno difeso questi diritti e messo in pratica la loro turbolenza? Che sono degli eroi, il cui microfono non sarà silenziato.

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