Siccità estrema in Sicilia, ma si sprecano fiumi di acqua

Difficile al mondo trovare un paese più masochista di quello italiano, dove i cittadini più sono vessati, presi in giro e derubati e più perseverano nel dare potere a chi li riduce in queste condizioni. Si accetta qualsiasi sopruso, sfruttamento e disagio, laddove viene a mancare anche la sicurezza della basi stesse della vita, come l’acqua. Il caso della Sicilia è emblematico, ormai allo stremo, stretta fra cambiamenti climatici che non lasciano scampo, sprechi assurdi dell’acqua e una politica che se ne frega altamente della situazione, nonostante a livello regionale i politici sultani abbiano stipendi e privilegi stellari. Che si andasse verso questa situazione di scarsità, è chiaro da decenni, ma lo stesso non si è fatto nulla, gli sprechi nella rete idrica raggiungono quantità pazzesche, anche del 50%, in un sistema distributivo che è un colabrodo e da tempo ormai è normale avere razionamenti in tante città siciliane. L’agricoltura e l’allevamento sono in ginocchio e, come sempre quando non c’è più nulla da fare, ecco che vengono puntualmente dichiarate le solite, inutili, farsesche, emergenze, come se improvvisamente ci si svegliasse da un sonno eterno. Le dichiarazioni dei politici (comprese quelle delle false opposizioni, che quando erano al governo non hanno fatto nulla, quindi tutti hanno credibilità zero), sono quanto di più insensato si possa affermare.

Nessuno che dia soluzioni reali e strutturali; si rinfacciano le responsabilità, si accusano come bambini che bisticciano al parco giochi e intanto la Sicilia muore (per ora, poi toccherà all’Italia, statene certi). Nessuno che abbia uno straccio di idea concreta, se non il solito buttare soldi per interventi che non risolvono niente e che andranno a finire nelle solite mani. I cittadini non hanno altra possibilità che organizzarsi da soli, tanto la politica non farà nulla di risolutivo, basti pensare che nonostante questa situazione drammatica, si buttano valanghe di soldi in armi che non dissetano di certo nessuno e nella futura costruzione di una delle opere più assurde, costose e folli che la mente umana abbia mai partorito, come il ponte sullo Stretto; ma questa è una mostruosità di cui ci occuperemo nel dettaglio in un altro articolo. Se quindi si volesse agire con intelligenza e concretezza, i modi per alleviare la situazione sono semplici e diversi e possono essere realizzati attraverso una grande mobilitazione diretta della popolazione.
1. Ridurre alla fonte gli sprechi di acqua con l’installazione di riduttori di flusso alle rubinetterie e docce di ogni tipo con risparmi di almeno la metà dell’acqua.
2. Installare ovunque sistemi di recupero dell’acqua piovana, infatti proprio perché piove sempre di meno, quando accade, va recuperata più acqua possibile.
3. Realizzare, in ogni situazione adatta, sistemi di fitodepurazione delle acque reflue con riutilizzo dell’acqua alla fine del processo.
4. Installare ovunque di sistemi di compost toilet, ovvero bagni a secco che riducono a zero il consumo di acqua e danno pure compost come risultato; questi sono sistemi attivi e utilizzati in centinaia di migliaia di abitazioni nel nord Europa da più di 50 anni
5. Realizzare ovunque orti auto irriganti che riducono al minimo il consumo di acqua.
6. Recuperare l’intelligenza ormai perduta che avevano i nostri nonni e nonne, che ad esempio mettevano sempre bacinelle e catini nei lavandini e nelle docce per recuperare l’acqua da utilizzare successivamente negli sciacquoni dei bagni o per altri usi dove non serve l’acqua potabile. Questo sembra un gesto banale ma alla fine dell’anno sono migliaia e migliaia di litri di acqua (e tanti soldi) risparmiati.
7. Pretendere in ogni modo che i soldi, che ci sono eccome, vengano investiti nella riparazione dell’intera rete idrica controllando minuziosamente che ogni centesimo finisca nelle mani che riparano e non nelle mani che rubano.
Con questi interventi a tappeto fatti dai cittadini che si mettono insieme, magari in collaborazione con chi si impegna a vario titolo nella società civile e, chissà, anche con qualche sparuta amministrazione locale illuminata, ci sarebbe finalmente un segnale di riscatto, un risparmio di soldi e di acqua e si darebbe da lavorare anche a tante persone per fare lavori intelligenti e veramente utili. Mi rendo conto però che stiamo parlando di pura fantascienza, aspettiamo quindi di​ vedere se l’immobilismo arriverà fino al punto del suicidio assistito, nel senso che si assisterà alla fine di natura e persone come se nulla fosse e come se non interessasse a nessuno, perché l’Italia moderna è così: se ne frega, guarda e aspetta la fine peggiore.

_______

LETTURE UTILI

L’ORTO AUTOIRRIGANTE. COLTIVARE CON POCO LAVORO E POCA ACQUA IN CAMPAGNA E IN CITTA’

Gli orti autoirriganti sono un sistema innovativo, semplice, alla portata di tutti, necessitano di poco lavoro, un bassissimo apporto di acqua e la possibilità di coltivare anche senza suolo, quindi in città oltre che in campagna. Indipendenza alimentare e risparmio idrico sono temi fondamentali e l’invenzione degli orti autoirriganti è una risposta efficace per chi vuole risparmiare soldi, aumentare la propria qualità della vita, essere autosufficiente, tutelare l’ambiente e mangiare cibo buono e sano.

L’autore: Paolo Ermani
Formatore, agricoltore, scrittore, facilitatore, consulente per progetti di pianificazione energetica, ambientale e lavorativa, presidente dell’associazione di promozione sociale non profit PAEA, è tra i fondatori del giornale web Il cambiamento e del progetto Ufficio di Scollocamento.
Da oltre trent’anni si occupa professionalmente di ambiente, energia, bioedilizia, stili di vita, economie alternative e propone soluzioni a livello sociale, economico e lavorativo per la costruzione di società che tendano alla prosperità, al benessere, al miglioramento della qualità della vita e alla tutela della natura. Ha scritto centinaia di articoli per il giornale Il Cambiamento e i libri Il nemico artificiale, Pensare come le montagne con Valerio Pignatta, Ufficio di scollocamento con Simone Perotti, Solo la crisi ci può salvare con Andrea Strozzi, L’Italia verso le emissioni zero di Paolo Ermani, L’orto autoirrigante con Alessandro Ronca, e il più recente Essere normalmente speciali.

L’autore: Alessandro Ronca
È fondatore e direttore scientifico del Parco dell’Energia Rinnovabile (PeR), struttura all’avanguardia sulle colline umbre.
Il suo scopo è promuovere, diffondere e perseguire uno stile di vita sostenibile. È autore del libro Vivere senza Bollette

Condividi questo contenuto...

Lascia un commento