Più nello specifico, i quesiti formulati chiedono l’abolizione della caccia, della possibilità di ingresso dei cacciatori nei fondi privati, degli allevamenti intensivi, della sperimentazione animale e dell’utilizzo degli animali nelle manifestazioni storiche, nei circhi e nei giardini zoologici.
Le firme possono essere apposte utilizzando la nuova piattaforma statale per le iniziative popolari (a questo link) oppure negli uffici comunali che hanno a disposizione nei moduli.
Con i primi due quesiti, l’associazione “Rispetto per tutti gli animali” chiede di «rendere illegale la crudele e inquinante pratica della caccia, ormai obsoleta, non più significativa per l’esistenza dell’essere umano» e di «vietare l’ingresso nei fondi privati da parte dei cacciatori», che ora è previsto per legge «anche senza l’autorizzazione del legittimo proprietario».
Il terzo quesito punta ad abolire i metodi di allevamento definiti «crudeli», quali «la limitazione forzata dello spazio vitale a volte estrema come nel caso dei polli, delle gabbie per le scrofe o delle vasche per i pesci di allevamento», che costituiscono un «ambiente di allevamento malsano, maleodorante e mortifero senza accesso ad aria e luce che causa il diffondersi di patologie dolorose» e dove spesso si verificano mutilazioni, soppressioni selettive e massivo utilizzo di farmaci e ormoni. L’associazione sottolinea anche le «enormi problematiche ambientali» presenti in tali strutture, con rifiuti pericolosi altamente inquinanti che minacciano «la salubrità di terreni, falde acquifere, fiumi, laghi, mari e aria», nonché i «rischi per la salute del consumatore».
Attraverso il quarto quesito si propone invece l’abolizione della sperimentazione animale, poiché, come mette nero su bianco l’associazione promotrice, «per progredire la ricerca scientifica non necessita più di cavie da laboratorio vive». I promotori puntano il dito contro le attuali pratiche a cui sono sottoposti gli animali.
L’associazione chiede anche di sottoporre a referendum un quesito in cui si richiede l’abolizione dell’impiego degli animali in «circhi», «delfinari» e «zoo», dove gli esemplari sono «costretti a limitare le loro necessità etologiche solo per soddisfare la curiosità degli esseri che li hanno imprigionati», oltre alle «pratiche che rendono anche le rievocazioni storiche un terreno di maltrattamento».
I promotori devono raccogliere almeno 500mila sottoscrizioni valide per ogni punto. È possibile firmare fino al 16 settembre 2024.