Le case grandi sono sinonimo di benessere o di costi e sprechi?

In Italia quasi l’80% delle famiglie vive in case di proprietà e, dato che le persone quando devono cambiare vita e/o lavoro si preoccupano sempre delle sicurezze, in primis dei soldi, avere una casa rappresenta almeno da quel punto di vista una sicurezza, quindi già si parte in teoria con un notevole vantaggio. Ma per altri versi una casa di proprietà può essere una palla al piede e anche uno dei fattori di immobilismo, considerati ad esempio i mutui infiniti che si accendono per comprare quella “sicurezza”. Mutui che sono sempre una scusa buona per non cambiare, infatti tra le frasi più usate per bloccare qualsiasi cambiamento c’è: “Ho il mutuo da pagare”, come se fosse una condanna senza appello.

Se la casa è considerata una sicurezza, allora meglio che sia grande. Tutto ciò senza pensare all’effettiva utilità di una casa grande e di tutti i problemi e costi che ne derivano. Avere una casa grande poteva avere un senso quando c’erano le famiglie allargate ma adesso, grazie al lavoro incessante svolto dal sistema consumistico contro la comunità, ci sono sempre meno famiglie, figuriamoci se allargate. Peraltro in passato i genitori e nonni pensavano e speravano che i figli si sistemassero presso la loro casa ma questo attualmente non succede praticamente mai e quindi spesso le persone anziane si ritrovano ad abitare in case molto grandi che fanno la felicità solo di badanti e di chi fa pagare loro bollette e tasse per mantenerle.
Ma nonostante tutto, il desiderio che le case debbano essere comunque grandi, rimane. Così, diminuendo le famiglie e aumentando i single, che nelle principali città a volte sono anche la metà dei residenti, si trovano spesso situazioni di case grandi abitate da una persona sola o due. Persone single anche giovani che magari, su pressioni della famiglia, si comprano stadi da 100/150 metri quadrati, perché non si sa mai…. Inizialmente si potrebbe pensare che sia comunque un vantaggio avere una casa grande ma poi subentrano le tasse di questo e quello, gli alti costi energetici estivi per raffrescarla e invernali per riscaldarla, i costi di manutenzione, riparazioni, guasti, ecc. E che dire del tempo che si passa a pulirla e tenerla in ordine? Magari poi ricorrendo a qualcuno pagato che lo faccia per noi, per poi avere anche in questo caso una buona scusa per dire che ci servono tanti soldi per vivere. Inoltre se si ha una casa grande, c’è la predisposizione a riempirla di cose che poi diventano spesso ingombranti, essendo sostanzialmente superflue o utilizzate pochissime volte. La fissazione di avere una casa grande, oltre che derivante dalle paure tutte italiane di volere (false) sicurezze, è alimentata anche dal mercato immobiliare, dai media e dalla moda. Spesso infatti si vedono pubblicità di cucine enormi ultra moderne, quando poi in casa si cucina sempre meno. Frigoriferi dove ci sta dentro una squadra di calcio che si riempiranno di cibo che verrà in parte immancabilmente buttato. Ma il massimo del ridicolo lo si raggiunge quando si vedono personaggi più o meno VIP che mostrano le loro grandi e lussuose case arredate da esperti di design costati cifre da capogiro. Case per le quali serve uno stuolo di servitori per tenerle in ordine, pulite e chissà quanti soldi per mantenerle e dove poi alla fine saranno abitati sempre gli stessi spazi. Case da rivista patinata, in stile museo moderno, fredde, inutili e piene di sprechi. Ma il futuro delle case non è certo quello che ci vogliono vendere gli avvoltoi, bensì tutt’altro. Considerato il sano e auspicabile riavvicinamento delle persone alla natura, molti vivranno più tempo all’aperto, sia perché è sano, sia perché si dovranno/vorranno occupare della loro sussistenza con la coltivazione di orti, gestione di sistemi di food forest, alberi da frutto, ecc. E vivendo maggiormente all’aperto, non ci sarà bisogno di case grandi. Le case così come le vite, saranno essenziali perché più le si riempie di cose inutili, più la vita e i costi si appesantiscono. Saranno case leggere e modulari che, a seconda della presenza o meno di figl, si potranno ampliare, case magari in legno che è il migliore e più ecologico materiale in assoluto, ottimamente coibentate, energeticamente autosufficienti e in caso anche smontabili e trasportabili in altri posti. E più le case sono essenziali e meno soldi servono per mantenerle; meno soldi servono per mantenerle e meno soldi serve guadagnare. Meno soldi serve guadagnare e più tempo si avrà per fare quello che ci piace. Direi quindi che non avere case grandi, e non svenarsi per avercele, è un ottimo affare esistenziale ed economico.

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