Fine delle vacanze: ritornare nella ruota del criceto o pianificare lo scollocamento?

In una delle tante follie del sistema “lavora, produci, consuma e crepa”, per tante persone vengono programmate le vacanze nello stesso periodo, così lo stress e il caos che si vivono nelle città ce li si ritrova nei luoghi di villeggiatura. Poi grazie ai cellulari o dispositivi informatici, ormai parti integranti del corpo e incapaci di staccare, si continua comunque a lavoricchiare o a essere contattati da capi o clienti vari i quali ritengono che anche in vacanza qualcosa si possa fare… 

Comunque sia, le statistiche ci dicono che una schiacciante maggioranza di persone odia il proprio lavoro, lo considera inutile, senza scopo, stressante e fonte di insoddisfazione, e il tutto si ripercuote sulla propria salute che viene danneggiata. Se poi a questi elementi uniamo pure il fatto che spesso i lavori hanno gravi conseguenze sull’ambiente e sulle persone, le motivazioni per cambiare diventano davvero tante. Sarebbe quindi forse utile iniziare a interrogarsi se non sia il caso di “scollocarsi” cioè cambiare lavoro e conseguentemente vita, dato che il lavoro assorbe una gran parte del nostro tempo. Al contrario di quanto si pensa comunemente, affrontare questo cambiamento non è un salto nel buio e nemmeno una follia, bensì un’azione sana e sensata per se stessi ma anche per i propri figli. E qui sorge subito la solita domanda: come farò con i soldi? Morirò di fame? Finirò sotto un ponte? I miei figli mendicheranno
agli angoli delle strade?
Con una attenta pianificazione e organizzazione, tantissime persone nelle nostre società opulente, strapiene di sprechi e sicurezze, hanno cambiato lavoro e vita e non sono morte di fame o costrette a mendicare, anzi a volte hanno pure guadagnato più di quello che guadagnavano prima o perché ponendosi in maniera più attenta hanno risparmiato o perché hanno iniziato lavori più remunerativi.
Ma l’aspetto più importante è che hanno cambiato in meglio la qualità della loro vita, hanno avuto maggiore tempo per loro, i figli e parenti, gli amici o per interessi che magari erano anni e anni che volevano riprendere in mano e non riuscivano mai a fare. E in tanti casi, mettendo da parte paure e sfidando tigri di carta, riescono a far sì che proprio quegli interessi lasciati in un cassetto per troppo tempo diventino il loro lavoro.
Quindi non fatevi ipnotizzare dalle paure, dai media, da chi vi dice di non percorrere strade diverse, e lo dice perché lui o lei non ha il coraggio di tentare e non potrebbe mai ammettere a se stessa o se stesso che era possibile, vedendo chi ce la fa.
Non date il vostro cervello, le vostre capacità, le vostre qualità, le vostre emozioni, il vostro tempo, i vostri sogni a chi i sogni li ha cancellati e per questo fa vivere, a se stesso e agli altri, degli incubi. Credete a quello che sentite nel profondo e chiedetevi se volete vivere una vita dettata dalla paura, anche perché quando sarete anziani nessuno vi darà un premio o vi dirà bravo, al massimo vi consegneranno un sacchetto di mangime per dare da mangiare ai piccioni al parco, un telecomando della televisione o l’ultimo modello di supersmartphone per finire indegnamente una vita sprecata.
Siamo esseri raffinati, intelligenti e capaci e non vale la pena buttare le nostre esistenze, quindi prendete in mano il vostro destino e scollocatevi. 

Se volete intraprendere questo percorso l’associazione PAEA vi offre tre possibilità

Il corso “Cambiare vita e lavoro si può”: QUI tutte le informazioni

Il libro “Essere normalmente speciali”: QUI lo potete acquistare

La consulenza on l’Ufficio di Scollocamento: QUI tutte le informazioni

Per informazioni: info@paea.it

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