Sceneggiato da Zach Baylin e basato sul libro The Silent Brotherhood di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, The Order di Justin Kurzel torna indietro con l’orologio al 1983 quando una fazione scissionista di una chiesa di estrema destra – L’ordine appunto – smette di pregare e inizia numerose rapine con il fine ultimo di scatenare una guerra razziale secondo i dettami della supremazia bianca. Jude Law, che ha anche prodotto il film, interpreta Terry Husk, con baffi e gomma da masticare costantemente spiaccicata in bocca al corredo, agente dell’FBI che arriva dall’Idaho, esperto di organizzazioni terroristiche. Tye Sheridan dà corpo e voce a Jamie Bowen, il giovane poliziotto locale che lo segue con assoluta fedeltà.
Nicholas Hoult interpreta Bob Mathews, l’angelico ragazzo di campagna con gli occhi dolci e l’anima del male, che ha in serbo un grande progetto di vita, rendere l’America una nuova Terra Promessa interamente bianca. Dirige una banda di “scappati di casa” – sempre nazi of course – col cuore di pietra e l’ideologia in testa, la cui attività prevede bombardare cinema a luci rosse e sinagoghe, agghindarsi con passamontagna neri e mitra MAC-10 per rapinare banche. Vogliono arricchirsi, ma stanno anche finanziando un “esercito” pronto a entrare in azione contro il governo. Tutti hanno una causa, ma in realtà lavorano per sé stessi.
Il film getta uno sguardo rigorosamente autentico – e pieno di suspense – sulle radici di un movimento che è diventato sempre più pericolosamente attuale, con una scia di eredi pronti a entrare in azione. È chiaro sin dalle prime scene che The Order sia un pertinente commento al fascismo americano di oggi e alla sua storia.
Nick Fenton al montaggio crea dei piani sequenza – in particolare un assalto su strada a un furgone della Brink’s – che classificano questo film come un avvincente thriller poliziesco; ci sono rapine, appostamenti, sparatorie, interrogatori e altri elementi caratteristici del comparto dei servizi segreti. C’è tensione da una parte e prevedibilità dall’altra, per esempio nella trita amicizia tra lo sbirro vecchio e burbero e il novellino entusiasta.
Kurzel è riuscito a dare immagine a un inquietante racconto di ammonimento sugli eventi attuali, poiché nonostante delle sette siano state fermate e alcuni dei loro membri messi dietro le sbarre, il nazionalismo fanatico e le frange estreme del suprematismo dimostrano che l’ideologia è ancora viva e pulsante e, cosa più inquietante di tutte, prospera.
Non solo, ci sono due facce della stessa medaglia: la fazione che agisce di pancia e che crede che il governo degli Stati Uniti sia il nemico, e quella più legale e “presentabile”, ugualmente razzista incallita ma che non pensa che il governo degli Stati Uniti sia il nemico. Il punto è capire che la seconda può essere nettamente più pericolosa della prima, perché diventa mente che ha a disposizione un esercito.