Venezia81 – “The order” riporta galla le trame – ancora attuali – dei suprematisti bianchi nell’America di 40 anni fa

Sceneggiato da Zach Baylin e basato sul libro The Silent Brotherhood di Kevin Flynn Gary GerhardtThe Order di Justin Kurzel torna indietro con l’orologio al 1983 quando una fazione scissionista di una chiesa di estrema destra – L’ordine appunto – smette di pregare e inizia numerose rapine con il fine ultimo di scatenare una guerra razziale secondo i dettami della supremazia bianca. Jude Law, che ha anche prodotto il film, interpreta Terry Husk, con baffi e gomma da masticare costantemente spiaccicata in bocca al corredo, agente dell’FBI che arriva dall’Idaho, esperto di organizzazioni terroristiche. Tye Sheridan dà corpo e voce a Jamie Bowen, il giovane poliziotto locale che lo segue con assoluta fedeltà.

Nicholas Hoult interpreta Bob Mathews, l’angelico ragazzo di campagna con gli occhi dolci e l’anima del male, che ha in serbo un grande progetto di vita, rendere l’America una nuova Terra Promessa interamente bianca. Dirige una banda di “scappati di casa” – sempre nazi of course – col cuore di pietra e l’ideologia in testa, la cui attività prevede bombardare cinema a luci rosse e sinagoghe, agghindarsi con passamontagna neri e mitra MAC-10 per rapinare banche. Vogliono arricchirsi, ma stanno anche finanziando un “esercito” pronto a entrare in azione contro il governo. Tutti hanno una causa, ma in realtà lavorano per sé stessi.

Il film getta uno sguardo rigorosamente autentico – e pieno di suspense – sulle radici di un movimento che è diventato sempre più pericolosamente attuale, con una scia di eredi pronti a entrare in azione. È chiaro sin dalle prime scene che The Order sia un pertinente commento al fascismo americano di oggi e alla sua storia.

Nick Fenton al montaggio crea dei piani sequenza – in particolare un assalto su strada a un furgone della Brink’s – che classificano questo film come un avvincente thriller poliziesco; ci sono rapine, appostamenti, sparatorie, interrogatori e altri elementi caratteristici del comparto dei servizi segreti. C’è tensione da una parte e prevedibilità dall’altra, per esempio nella trita amicizia tra lo sbirro vecchio e burbero e il novellino entusiasta.

Kurzel è riuscito a dare immagine a un inquietante racconto di ammonimento sugli eventi attuali, poiché nonostante delle sette siano state fermate e alcuni dei loro membri messi dietro le sbarre, il nazionalismo fanatico e le frange estreme del suprematismo dimostrano che l’ideologia è ancora viva e pulsante e, cosa più inquietante di tutte, prospera. 

Non solo, ci sono due facce della stessa medaglia: la fazione che agisce di pancia e che crede che il governo degli Stati Uniti sia il nemico, e quella più legale e “presentabile”, ugualmente razzista incallita ma che non pensa che il governo degli Stati Uniti sia il nemico. Il punto è capire che la seconda può essere nettamente più pericolosa della prima, perché diventa mente che ha a disposizione un esercito.

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