Vicenza – Prima azione del Woods Climate Camp: occupato il tetto di Iricav 2

Venerdì 6 settembre, oltre 150 persone si sono mosse dal Woods Climate Camp e hanno occupato il tetto della sede di Iricav 2 per denunciare la responsabilità dell’azienda nella costruzione del TAV a Vicenza e per lanciare le mobilitazioni che si terranno nei prossimi giorni, presso i boschi occupati di Lanerossi e Ca’ Alte.

L’azione, svoltasi verso mezzogiorno e durata un’ora, ha visto diversi striscioni venire calati dal tetto della sede dell’azienda e da un alto ponteggio al di fianco di essa. In contemporanea si è svolto un partecipato presidio di fronte all’azienda, nel corso del quale sono stati affissi sui muri dell’edificio diversi manifesti che denunciano le responsabilità di Iricav e di We Build non solo per quanto riguarda l’imminente devastazione prevista dal progetto TAV a Vicenza, ma anche per altri progetti nei quali le aziende sono state coinvolte in Etiopia, Sierra Leone, Uganda, Zimbabwe e Tagikistan.

Woods Climate Camp Vicenza

L’azione rappresenta il primo momento di mobilitazione del Woods Climate Camp, iniziato giovedì presso il bosco di Ca’ Alte e Lanerossi di Vicenza. Nel corso di queste giornate, fino a domenica 8 settembre, ci saranno diversi momenti di dibattito, workshop e azioni, che affronteranno la tematica climatica partendo dalla devastazione prevista dal progetto del Tav a Vicenza e collegandosi in modo intersezionale alle lotte di tutto il mondo.

Woods Climate Camp Vicenza

Iricav 2 è il general contractor del grande progetto TAV nella tratta Verona-Vicenza; il maggior azionista di questa azienda è WeBuild, enorme multinazionale italiana operante nel settore edile. WeBuild In passato ha partecipato alla costruzione di diverse grandi opere, tra cui numerose dighe sparse in diverse parti del mondo. Nel processo tra sviluppo e costruzione delle opere, l’azienda più volte non ha tenuto conto dei più basilari processi democratici, causando così numerosi danni alle popolazioni locali, in particolare in Africa e in Asia. Inoltre, le opere di cui l’azienda si occupa hanno un impatto ambientale enorme. La cementificazione necessaria per la loro costruzione impatta infatti moltissimo sulla salute dei territori. In passato, infatti, la costruzione di dighe da parte di WeBuild ha causato la distruzione di diversi villaggi e ha reso molteplici territori molto più suscettibili a inondazioni e disastri climatici di vario tipo.

Tali opere, che sulla carta dovrebbero essere a disposizione della cittadinanza, ad esempio per rendere l’elettricità accessibile, si trovano molte volte a essere controllate da aziende e multinazionali che agiscono solo in nome del profitto. In aggiunta a ciò, spesso durante i lavori necessari per costruire queste opere, vengono rinvenuti minerali materiali preziosi, che danno il via ad operazioni di contrabbando e sfruttamento di persone per l’estrazione ed il commercio.

Al termine dell’iniziativa l3 attivist3 sono tornate ai boschi per proseguire con le attività della giornata. Sono previsti per oggi diversi workshop, talk e dibattiti, tra cui il dibattito serale che sarà incentrato sulla tematica dell’acqua bene comune e le lotte contro l’estrattivismo idrico e l’inquinamento da PFAS. Per il programma dettagliato della giornata leggi qui.

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