Durante il Woods Climate Camp di Vicenza, dal 5 all’8 settembre, si è tenuto il talk “Giustizia climatica e riconversione produttiva: Il caso GKN “. Ha esordito Matteo Moretti, del Collettivo di Fabbrica GKN, ripercorrendo le principali tappe della vertenza GKN, dal licenziamento improvviso di tutti gli operai alla lunga lotta per una transizione giusta ed ecologica: “I bodyguard mandati dal fondo d’investimento Melrose sono scappati alle 11.30 circa del 9 luglio 2021 e noi siamo ancora dentro a quella fabbrica. Semplicemente tre anni di lotta di classe. Quando il Tribunale del Lavoro ha respinto i nostri licenziamenti, il titolo di Melrose in borsa ha avuto un crollo del 7%”. È entrato così in scena l’imprenditore italiano Francesco Borgomeo che, come riportato da Il Sole 24 Ore, ha “comprato” lo stabilimento con 1 euro per poi lasciare gli operai senza stipendi né cassintegrazione per otto mesi nel 2023 e fino ad oggi nel 2024. “Stimiamo di aver portato in piazza circa 100.000 persone nelle varie manifestazioni dall’inizio della vertenza, perché è diventata una lotta molto più ampia.”
Nel frattempo, il Collettivo di Fabbrica si è adoperato per un progetto di transizione ecologica dal basso: “Assieme a una straordinaria rete di intelligenze collettive abbiamo elaborato un piano di conversione produttiva che si basa su due pilastri: le cargobike e il riciclo di pannelli solari, in modo da renderne la produzione meno legata all’estrattivismo. In questo momento, una delegazione del Collettivo di Fabbrica è a Bilbao per conoscere la situazione dei lavoratori dell’automotive nei Paesi Baschi e per incontrare dei possibili partner per la conversione produttiva”.
Tuttavia, non è stato facile strappare concessioni dalle autorità pubbliche per concretizzare la conversione: “Siamo passati dal governo del neoliberista Draghi a quello del ‘Made in Italy’, eppure nemmeno quest’ultimo ha alcuna intenzione di lasciar spazio al nostro piano per la reindustrializzazione dello stabilimento. A Campi Bisenzio c’è una giunta di sinistra con cui riusciamo a collaborare, però non hanno abbastanza leve per sbloccare la situazione. Con l’amministrazione della Toscana siamo riusciti ad aprire un percorso per l’approvazione di una legge che permetterebbe alla Regione di acquisire lo stabilimento per farvi un condominio industriale che comprenda anche la nostra cooperativa, ma – nonostante le promesse – si susseguono le battute d’arresto e di conseguenza le tempistiche continuano ad allungarsi”.
L’idea della cargobike è nata da una trama di contaminazioni: “Quando abbiamo dato vita al presidio permanente, la fabbrica si è letteralmente riempita di compagni e compagne che ci hanno aiutati a difenderla. Così ci siamo avvicinati ai movimenti ecologisti. Da lì sono emerse le nostre idee, nel momento in cui – rimasti senza padroni – siamo stati noi a dover decidere che cosa produrre. Noi veniamo da una grande azienda multinazionale, quindi ci approcciamo in punta di piedi al mondo dei piccoli produttori. La nostra ambizione è quella di creare un grande consorzio in cui le diverse ciclofficine possano collaborare invece che competere”.
In questo momento, le rivendicazioni chiave del Collettivo sono tre: pagamento degli stipendi, commissariamento dell’azienda e approvazione della legge regionale per la reindustrializzazione. “A questo fine ci siamo accampati per 41 giorni di fronte alla Regione, punzecchiando la politica in campagna elettorale. La campagna di azionariato popolare per contribuire alla capitalizzazione della cooperativa GKN For Future è arrivata a 911.000 euro, puntiamo ad arrivare al milione entro fine mese. Vogliamo vincere per noi e per tutti gli altri lavoratori e lavoratrici che verranno a trovarsi nelle nostre condizioni.”
La prossima grande scadenza sarà l’11-12 ottobre per le giornate della reindustrializzazione dal basso e il 13 ottobre per l’assemblea nazionale e internazionale dell’azionariato popolare all’Ex GKN di Campi Bisenzio. “È la nostra ora X per dire a politici e imprenditori: se noi lavoratori siamo pronti per produrre, voi a cosa servite?”