Acqua bene comune? Le lotte contro l’estrattivismo e l’inquinamento da PFAS

Il 6 settembre si è tenuto al Woods Climate Camp di Vicenza un dibattito che ha visto attivist* di Les Soulèvements de la Terre (movimento francese nato nel 2021, che si oppone alla devastazione ambientale causata dalle grandi opere industriali e dall’agricoltura intensiva), Francesco Bertola (Presidente ISDE Vincenza, un’organizzazione internazionale che riunisce medici impegnati nella tutela della salute umana attraverso la protezione dell’ambiente) e Claudia Terra (dottoranda all’Università di Trento. Ha curato, assieme a Giovanni Fava, la traduzione italiana dell’Abbecedario dei Soulèvements de la Terre, Orthotes, 2024) riflettere sul tema dell’acqua come bene comune e sulla sua gestione, in un contesto che sempre di più la rende simbolo dell’estrattivismo capitalista.

Il movimento francese Soulevements de la Terre da anni lotta contro l’estrattivismo e l’agricoltura intensiva. A settembre hanno organizzato una Carovana dell’Acqua, partita da Marais Poitevin, e arrivata durante il Woods Climate Camp proprio a Vicenza, per mettere in connessione le lotte contro l’estrattivismo idrico, e riportando all’ordine del giorno, a partire dalla lotta contro i mega bacini idrici in Francia, le rivendicazioni sull’acqua. Anche nel territorio vicentino il tema dell’acqua è un tema fondamentale e pregnante, sia per il caso Miteni e Pfas, e ora anche per il progetto Tav.

Un attivista di Soulevements de la Terre racconta quindi proprio l’esperienza della Carovana dell’Acqua: “Soulevements de la Terre è nato nel 2021 a partire dall’esperienza della lotta contro la costruzione dell’aeroporto di Notre-Dame de Landes. C’era la necessità di occuparsi di ecologia, andando però oltre i grandi cortei, costruendo qualcosa che potesse andare a colpire al centro dello sfruttamento capitalista, coinvolgendo anche il movimento contadino, che in Francia è molto presente.“ Riflessioni importanti per il movimento sono state quelle sulla condivisione delle terre, che hanno portato naturalmente alla lotta per l’acqua. Da qui è venuta l’intersezione con la lotta contro i megabacini (gigantesche grandi opere che privatizzano l’acqua portando via la terra ai piccoli agricoltori), portata avanti dai comitati locali.

Sono state messe in dialogo grazie a queste lotte tutte le realtà che si occupano di acqua in Francia, portando a moltissime mobilitazioni di livello internazionale che hanno chiamato attiviste e attivisti da tutta Europa. Da qui è nata l’idea della Carovana dell’Acqua, che ha messo insieme diversi collettivi. Il messaggio che vuole portare la Carovana è che è necessario portare oltre i confini le lotte per l’acqua, mettendosi in rete.

Interviene poi un’attivista di un comitato locale di Grenoble, STopmicro38, nato contro le industrie della microelettronica presenti nel territorio che utilizzano moltissima acqua per la loro produzione. Pone l’accento sulla contraddizione della grande fiducia nella tecnologia, che dovrebbe secondo le istituzioni e i potenti della Terra, essere fondamentale nel contrasto al cambiamento climatico, quando in realtà molte delle differenze socioclimatiche derivano proprio dalle dinamiche di oppressione portate avanti dalle industrie, in particolare dal settore del digitale. Il collettivo quindi, partendo da una cosa concreta come l’acqua, che coinvolge tutta la popolazione, mostra come il digitale sia intrinsecamente materiale, e quindi una vera transizione ecologica non può essere digitale, e non può darsi all’interno di un sistema capitalista.

Una delle aziende in questione è STMicroelectronics, un’azienda italo-francese che in questo momento si sta ampliando nel territorio di Catania, dove sappiamo bene esserci una grave crisi di siccità, che ormai si ripropone ogni estate. Questa azienda produce materiale per le più grandi industrie tecnologiche a livello mondiale, ma anche per l’industria bellica, ad esempio per i droni. Sono infatti stati ritrovati chip di STMicroelectronics anche in droni russi o in droni a Gaza.

Interviene infine un attivista del collettivo Bassines Non Merci, nato nel 2017. Il territorio di Marais Poitevin è una zona molto bassa sul livello del mare, per cui rappresenta un’oasi di biodiversità, ad esempio per gli uccelli migratori, e presenta una grandissima ricchezza del suolo, recuperando i sedimenti dei territori circostanti. È chiamato anche “Venezia verde”, per i canali che si sono formati. Prima degli anni ’80 queste terre erano gestite in maniera molto sapiente, caratterizzata dalla conoscenza del territori; ma in seguito le coltivazioni intensive di mais hanno distrutto l’ecosistema, portando la popolazione del territorio a lottare costantemente contro la siccità, in quanto queste coltivazioni hanno bisogno di moltissima acqua. Negli anni ’90 i comitati locali hanno intrapreso un’azione legale importante contro lo Stato, che è stata vinta, rendendo il territorio un’area protetta. La Francia ha quindi ideato la “soluzione” dei mega-bacini, per sorvolare il problema dell’acqua e mantenere le coltivazioni. Questi megabacini portano, oltre alla devastazione del territorio, alla cementificazione, anche al saccheggio delle falde acquifere.  “In questo spirito di lotta contro l’estrattivismo abbiamo voluto unire con la nostra carovana la Venezia Verde con la Venezia della Laguna”.

Claudia Terra racconta poi il processo di traduzione e di pubblicazione dell’Abbecedario dei Soulevements de la Terre: comporre le resistenze per un mondo comune.È un testo agile e intenso, che nasce nel processo di repressione che il movimento ha dovuto affrontare negli anni scorsi. Parla delle lotte francesi, ma allo stesso tempo può parlare anche alle lotte italiane. “Lo abbiamo visto come un ponte che potesse unire delle lotte, proprio come questa carovana. Al testo è stata aggiunta una mia introduzione, e anche un testo di Ecologia Politica Network, proprio per sottolineare l’importanza di creare reti tra movimenti”.

Claudia Terra sottolinea due elementi. Il primo è la composizione del movimento, che è estremamente varia, per classe e generazione, ci sono i comitati locali, ci sono moltissimi contadini, realtà organizzate o gruppi autonomi. “Nel tradurlo ho riflettuto alle lotte italiane, che spesso sono molto puntuali. Quello che mi sembrava interessante di questo movimento è proprio la continuità, una continua veglia di ciò che succede in tutta la Francia. “ Il secondo elemento rilevante per le lotte italiane è proprio questa resistenza prolungata, capace di durare nel tempo. “Ho trovato una nota del servizio di intelligence francese, del novembre 2022, che dice I Soulevements de la Terre hanno convinto la gente a passare dalla disobbedienza civile, alla resistenza. Mi sembra un punto interessante su cui riflettere insieme.“

Interviene poi Francesco Bertola, che collega il tema dei PFAS a ciò che è stato detto dai compagni francesi. “I Pfas in Veneto ci hanno insegnato che l’acqua ha due facce: quella di quando la prendi, e quella di quando la restituisci. Abbiamo visto che, quando chi la prende ha solo interessi di profitto, viene restituita inquinata. E questo non è proprio un particolare. “ Sull’esempio della storia del Veneto anche in altre regioni si stanno facendo oggi dei controlli sull’acqua, alla ricerca dei PFAS, trovando delle tracce non indifferenti, ad esempio in Lombardia. L’acqua che beviamo è l’acqua di falda, che viene controllata solo per le sostanze definite dalla legge, che però non sono aggiornate, mentre in pochi anni dal punto di vista dell’industria chimica può cambiare tutto, possono essere prodotte fino a 10 000 sostanze; ed è proprio alle industrie chimiche che l’acqua serve di più. I PFAS sono in tutto il mondo, forse è giunto il momento di pensare ad una lotta internazionale.

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