Francia, Germania, Italia: crolli delle vendite di automobili. In una delle sue crisi cicliche, il sistema capitalistico della impossibile crescita infinita in un mondo dalle risorse finite, adesso colpisce il settore automobilistico. Ogni tanto capita e quando accade non si può che rallegrarsene. Il perché è presto detto: l’automobile è una delle invenzioni peggiori da ogni punto di vista ma anche purtroppo uno dei migliori business, quindi si continua a produrre e vendere, per la gioia dei padroni del mondo che sono poi quelli a capo delle multinazionali che stanno distruggendo il pianeta. Lo abbiamo scritto varie volte: l’automobile ha costi altissimi, economici, ambientali, sociali e sanitari e si è diffusa solo grazie ai soldi di chi la vende, che per poterla diffondere si è comprato i media e la politica. Con il falso mito della libertà, della velocità e a forza di un bombardamento pubblicitario costante, si è convinta la gente di dover avere assolutamente un ammasso di ferraglia di almeno una tonnellata e mezza che porta quasi sempre solo una persona di 60/80 chili, totalmente inefficiente dal punto di vista energetico dato che è considerata una stufa con le ruote, che è ferma per circa 22 ore al giorno occupando spazio inutilmente, per la costruzione della quale e per farla circolare ovunque, si sfrutta e si inquina mezzo mondo, alimentata dai combustibili fossili responsabili della catastrofe climatica e per comprarla, mantenerla e alimentarla, vanno via vari stipendi all’anno.
Sostanzialmente una follia da ogni punto di vista, ma sappiamo bene che quando una follia è accettata a livello sociale, diventa una legge indiscutibile e viene considerato folle chi la discute. E così l’italiano, che piange sempre miseria, ha investito montagne di soldi per comprarsi e mantenere questa costante emorragia di denaro. Per vendere questa pesantissima stufa con le ruote, si è costruita l’intera società a forma di automobile privata riempiendola di asfalto e strade. Quindi da una parte si è ipnotizzato il pubblico per farne comprare sempre di più, dall’altra si sono discriminati tutti i modelli di servizio pubblico, per fare in modo che l’automobile divenisse praticamente indispensabile per chi volesse muoversi, sopratutto laddove non ci sono servizi pubblici efficienti, cioè quasi ovunque. Così paesi come l’Italia sono diventati immensi garage con città dove ci sono più veicoli a motore che abitanti e le macchine non si sa più dove metterle, se non in terza, quarta o decima fila o una sopra l’altra… E nonostante ciò, si continua a vendere imperterriti automobili; ma dato che siamo già strapieni, è evidente che non se ne possano comprare di più e quindi altrettanto ovviamente il mercato va in crisi. Infatti ci si chiede, quante automobili a persona dovremmo comprare per fare contenti i vari Agnelli del mondo. E visto che gli Agnelli del mondo, e relativi azionisti, non possono certo smettere di lucrare sulle spalle di tutti, cosa ci si inventa per continuare a vendere queste inefficienti carri armati con le ruote? La macchina elettrica, che non risolve il problema ma lo sposta, perché il problema è la macchina privata, che è il peggiore mezzo di spostamento, sia a combustibili fossili, elettrica o altro, il problema cambia poco.
Immaginate miliardi di persone che hanno una macchina elettrica (o alimentata a combustibili fossili, tanto il problema è appunto lo stesso): ma dove si trovano tutte le risorse per produrla? E come si farà per smaltirle, visto che le nostre discariche sono già oggi stracolme. I paesi del terzo, quarto e quinto mondo sono anche loro discariche dei paesi del primo mondo, il mare è saturo con continenti di rifiuti che galleggiano negli oceani, dove metteremo queste ulteriori montagne di ferraglia? Peccato che tutte queste domande elementari se le fanno in pochi, come se a noi della nostra terra e di quello che lasceremo (?) ai nostri figli e nipoti, che diciamo di amare tanto, ci interessasse assai meno di zero. E in questo edificante quadro, stiamo tranquilli che ci penseranno sempre i nostri soldi a risolvere il problema della crisi di vendite. I politici faranno l’ennesima incentivazione, rottamazione, per regalare ancora miliardi e miliardi ai vari Agnelli dell’automobile e così la gente cambierà la centesima macchina. Infatti come si fa a resistere al fascino dell’ennesimo bolide fiammante nel paese che adora un insulto alla ragione chiamato Ferrari? E ci chiediamo come mai così tante persone, che dicono che siamo poveri in canna, poi osannano questo oggetto di super lusso dal costo di svariate centinaia di migliaia di euro. Ma sull’ipocrisia italiana ormai si fanno interi corsi di laurea…. Infatti ci si lamenta che non ci sono i soldi ma si comprano automobili nuove che appena uscite dal concessionario già si sono svalutate del 20% e che saranno unicamente un costo assurdo per tutta la loro vita. E per il quale la gente si ammazzerà di lavoro per pagare e poi dire che non ci sono abbastanza soldi, che la vita è cara e tutta la serie di assurdità dette per non cambiare e poter avere sempre e comunque una scusa per lamentarsi. Non sia mai che la smettessimo di lamentarci, vivendo meglio e non buttando soldi dalla finestra, ma neanche per sogno! Compriamoci la centesima macchina e ingraniamo la sesta nella ruota del criceto.
Soluzioni: non comprate nessuna auto nuova, se proprio dovete, compratela usata, va benissimo lo stesso. Condividetene l’uso, se siete in città è il mezzo peggiore in assoluto per (non) muovervi, utilizzate i mezzi pubblici e richiedetene l’estensione e il miglioramento. Utilizzate la bicicletta che è un normale mezzo di trasporto in paesi del nord Europa che hanno spesso vento, freddo cane e pioggia, quindi se la utilizzano loro, figuriamoci da noi. Costruite comunità locali il più possibile autosufficienti in modo da non dovervi spostare chissà dove per lavorare o comprare anche uno spillo.
Se si attueranno queste soluzioni il mercato automobilistico crollerà ancora? Magari! Così le persone che lavorano a costruire il carro armato stufa con le ruote, faranno finalmente lavori utili, dato che il settore metalmeccanico potrebbe intervenire ovunque nella realizzazione di sistemi di risparmio energetico e idrico. Settore dove c’è tantissimo da fare e i posti di lavoro complessivamente aumenterebbero rispetto al settore automobilistico ormai saturo. E quelli sul risparmio energetico e idrico sarebbero lavori fatti in Italia e non delocalizzati in giro per il mondo, come fanno le case automobilistiche, che poi hanno anche le sedi ben poco patriotticamente in paradisi fiscali. E i loro padroni si spostano in elicottero o in jet privato (altro che automobili) e se la ridono di aver convinto così tante persone a buttare infiniti soldi non in un mezzo di spostamento ma in uno status symbol.