In queste settimane moltissime città del Veneto – e di tutta Italia – si stanno mobilitando per organizzare un’opposizione dal basso al cosiddetto Ddl sicurezza, già passato alla Camera e in attesa di essere approvato anche al Senato. Questa spinta è mossa sicuramente da realtà politiche organizzate ma viene colta anche da moltissime singolarità, a testimonianza di quanto questo disegno di legge sia destinato a impattare la società intera, in termini di restrizione di diritti e libertà.
Davanti a uno spartiacque di portata storica, oltre 200 persone si sono ritrovate in assemblea a Padova lo scorso 10 ottobre. Da qui è emersa la necessità comune di intraprendere un percorso unitario, che sappia estendersi a livello regionale e che ha già indicato una data di mobilitazione. Il prossimo 26 ottobre a Padova ci sarà infatti una manifestazione regionale, che partirà alle 15 dal piazzale della stazione FS.
In ogni città, attraverso assemblee, riunioni e dibattiti stanno emergendo numerosi contenuti che indicano come questo disegno si palesi come un tentativo muscolare di rendere il governo dell’intera società più repressivo, puntando su punizioni più dure e nuovi reati, contro ogni forma di dissenso e di lotta (dall’emergenza abitativa, alla crisi ecologica fino ad arrivare ai luoghi di lavoro). Ma non solo: l’impianto ideologico su cui si regge il ddl è la restrizione di tutti gli ambiti di esercizio della libertà individuale ed incarna repressione politica, controllo sociale, populismo penale e razzismo, trasformando il diritto in privilegio. Il tutto in perfetta continuità con le logiche di guerra che stanno caratterizzando questa fase storica e di cui il governo italiano è tra i principali responsabili. Dal genocidio in atto a Gaza all’escalation portata avanti da Israele in Libano e in tutto il Medio Oriente, dalla difesa dei confini alla violenza su corpi e territori: il nesso tra militarizzazione e autoritarismo è sempre più evidente.
L’urgenza della situazione è chiara: il tessuto sociale, culturale e politico deve rendersi capace di arginare questa deriva e organizzarsi per riaprire collettivamente degli spazi di riconquista di diritti e libertà, andando oltre gli identitarismi per rovesciare una cultura della rassegnazione e stimolare invece dinamiche di conflitto dal basso. La manifestazione regionale del 26 Ottobre a Padova è la rappresentazione della necessità a cui ci troviamo di fronte, ovvero la ricomposizione, una vera convergenza verso un obbiettivo comune: contro il Ddl sicurezza.
Assemblea di Padova contro il “DDL sicurezza”