Mike Whitney
unz.com
Un gruppo separatista uiguro che ha contribuito a rovesciare il governo di Bashar al Assad ha espresso l’intenzione di tornare nello Xinjiang per condurre operazioni militari contro la Repubblica Popolare Cinese. L’annuncio suggerisce che Washington e i suoi alleati si stanno preparando ad aprire un altro fronte in una guerra che ha già gettato nel caos ampie zone dell’Europa orientale e del Medio Oriente. L’annuncio è stato per lo più ignorato dai media occidentali, ma gli analisti ritengono che potremmo essere entrati in una nuova fase della lotta che gli USA stanno conducendo per preservare la propria egemonia in declino, una fase in cui la probabilità di uno scontro diretto tra Stati Uniti e Cina è aumentata drasticamente.
Inoltre, se partiamo dal presupposto che il sabotaggio del gasdotto Nordstream da parte di Washington è stato concepito per impedire l’integrazione economica della Russia con l’Unione Europea, dobbiamo ritenere che lo stesso schema sarà applicato alla Cina. Washington userà i suoi proxy uiguri per recidere le essenziali vie di comunicazione che collegano la Cina all’Europa, bloccando così l’ascesa di un Superstato di libero scambio che minerebbe gravemente l’influenza regionale degli Stati Uniti. Ciò significa che dobbiamo aspettarci un’ondata di attacchi asimmetrici alle infrastrutture vitali, finalizzati a impedire lo sviluppo della Belt and Road Initiative, patrocinata dalla Cina. (Ne parleremo ancora in seguito). Come sempre, la politica estera statunitense è guidata da un credo dispotico, chiamato Dottrina Wolfowitz, che afferma quanto segue:
Il nostro primo obiettivo è quello di impedire il riemergere di un nuovo rivale, sul territorio dell’ex Unione Sovietica o altrove, che rappresenti una minaccia dell’ordine di quella rappresentata in passato dall’Unione Sovietica. Questa è una considerazione dominante alla base della nuova strategia di difesa regionale e richiede ogni nostro sforzo per impedire a qualsiasi potenza ostile di dominare una regione le cui risorse, sotto un controllo consolidato, sarebbero sufficienti a generare una potenza globale.
L’Asia centrale è la collina su cui l’Impero Statunitense ha scelto di morire. Tuttavia, una Superpotenza “messa all’angolo”, armata fino ai denti e guidata da famelici guerrieri, può fare danni considerevoli prima di essere messa sotto controllo. Detto questo, l’attenzione di Washington per l’Asia centrale è del tutto comprensibile, visto che l’area è sulla buona strada per diventare la regione più popolosa e prospera del mondo. Ecco come l’aveva riassunta Zbigniew Brzezinski in La grande scacchiera, nel 1997:
“Per l’America, il principale premio geopolitico è l’Eurasia... (p.30)….. L’Eurasia è il continente più grande del mondo ed è geopoliticamente assiale. Una potenza che dominasse l’Eurasia controllerebbe due delle tre regioni più avanzate ed economicamente produttive del mondo. …. In Eurasia vive circa il 75% della popolazione mondiale e lì si trova anche la maggior parte della ricchezza fisica del mondo, sia nelle sue imprese che nel suo sottosuolo. L’Eurasia rappresenta il 60% del PNL mondiale e circa tre quarti delle risorse energetiche conosciute”. (p.31)
Mentre Brzezinski ci aiuta a comprendere l’importanza dell’Eurasia riguardo all’ambizione dell’America di mantenere la sua presa sul potere globale, l’analista politica Li Jingjing fornisce i dettagli del perché gli Stati Uniti hanno scelto di usare gli uiguri come mezzo per destabilizzare l’Asia centrale. Guardate questo avvincente video dove spiega l’importanza geostrategica dello Xinjiang e come si sia arrivati alla creazione della bufala del “genocidio uiguro”:
Li Jingjing – Sapete perché gli Stati Uniti vogliono separare lo Xinjiang dal resto della Cina?
Perché la posizione dello Xinjiang è troppo importante dal punto di vista geopolitico. Attraverso lo Xinjiang, la Cina può portare a tutta l’Eurasia quello che spaventa di più i politici statunitensi: la pace.
Ora vi spiego come.
In primo luogo, la regione autonoma uigura dello Xinjiang, situata nella Cina nordoccidentale, collega la Cina all’Asia centrale. Lo Xinjiang confina con otto Paesi: Mongolia, Russia, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Afghanistan, Pakistan e India. Lo Xinjiang non era solo uno snodo fondamentale dell’antica Via della Seta, ma è anche una porta chiave per l’attuale Belt and Road Initiative, che si espanderà verso ovest. Collegherà Asia orientale, Asia centrale, Asia occidentale ed Europa.
Questa è la regione in cui il governo statunitense e diversi governi occidentali hanno speso miliardi di dollari negli ultimi decenni per sponsorizzare terrorismo, guerre e instabilità. Questa è la tipica strategia del divide et impera, perché l’Eurasia è troppo grande e, se si unisse, sarebbe troppo forte. E questa è una minaccia per gli Stati Uniti che mantengono la loro posizione privilegiata nel mondo, in altre parole, l’egemonia sul mondo.
Tuttavia, la Belt and Road Initiative della Cina sta portando infrastrutture e sviluppo economico in questa regione. Le ferrovie Cina-Europa passano da qui, i nodi commerciali dello Xinjiang registrano scambi per miliardi di dollari e questo sviluppo economico aumenterà il tenore di vita delle persone in tutta la regione. E quando le persone staranno meglio, non avranno motivo di cercare la guerra o il terrorismo.
Gli Stati Uniti hanno quindi escogitato un piano, prendendo la decisione di sostenere il separatismo e di dividere lo Xinjiang dalla Cina. Negli anni ’90, Graham E Fuller, che aveva lavorato nel Consiglio nazionale dell’intelligence e nella CIA, aveva scritto un rapporto intitolato “Il problema dello Xinjiang”. Nel rapporto insegnava ai suoi colleghi, politici e studiosi, come giocare la “carta uigura” per fomentare il separatismo tra gli uiguri e destabilizzare e contenere la Cina. Ecco cosa ha detto il tenente colonnello in pensione Lawrence B. Wilkerson, che era stato capo dello staff del Segretario di Stato Colin Powell,
“È quello che avevamo deciso per l’Afghanistan. Siamo stati in Afghanistan come nella Germania del secondo dopoguerra, per 50 anni. Non ha nulla a che fare con Kabul e la costruzione di uno Stato, non ha nulla a che fare con la lotta ai Talebani o con la dimostrazione che possiamo riconciliarci con loro, e non ha nulla a che fare con la lotta a qualsiasi gruppo terroristico. Perché è l’unico potere duro degli Stati Uniti che si trova vicino alla Belt and Road Initiative della Cina che attraversa l’Asia centrale. Se dovessimo incidere con la potenza militare, siamo in grado di farlo in Afghanistan.
Il secondo motivo per cui siamo lì è che siamo a stretto contatto con l’arsenale nucleare potenzialmente più instabile sulla faccia della terra, in Pakistan. Vogliamo essere in grado di intervenire su quelle scorte e stabilizzarle, se necessario.
E il terzo motivo per cui siamo lì è che ci sono 20 milioni di uiguri. E, se la CIA dovesse organizzare un’operazione utilizzando quegli uiguri, come ha fatto Erdogan in Siria contro Assad, e ce ne sono 20.000 a Idlib, in Siria, proprio adesso (ecco perché i cinesi potrebbero dispiegare forze militari in Siria in un futuro molto prossimo per occuparsi degli uiguri invitati da Erdogan). Ebbene, la CIA vorrebbe destabilizzare la Cina e questo sarebbe il modo migliore per fomentare disordini e unirsi a quegli uiguri per mettere sotto pressione i cinesi Han a Pechino dall’interno piuttosto che dall’esterno”.
Purtroppo per gli Stati Uniti, il loro piano di frammentazione della Cina sta fallendo. Tutti i 56 gruppi etnici della Cina si amano e si sostengono a vicenda, siamo uniti e ci teniamo stretti come semi di melograno. E ci uniremo al resto del mondo per costruire una comunità con un futuro condiviso per tutta l’umanità. How the CIA Plans to Destabilize Central Asia by Playing the Uyghur Card, Li Jingjing
Why the US wants to separate #Xinjiang from China?
Because its location is too crucial for them to destabilize Eurasia.In this video, I laid out the strategic location of Xinjiang, and how CIA experts planned long ago to destabilize #China by playing the “Uyghur card.”👇 pic.twitter.com/KUcF54YkMx
— Li Jingjing 李菁菁 (@Jingjing_Li) January 28, 2024
Morale della favola: Il genocidio degli uiguri è una bufala sui diritti umani inventata per giustificare le future ostilità contro la Repubblica Popolare Cinese. In un recente articolo, l’editore Ron Unz ha smascherato questa messinscena e ha dichiarato:
Per diversi anni il nostro governo e i nostri media mainstream hanno pesantemente promosso le affermazioni di un genocidio cinese degli uiguri dello Xinjiang, presumibilmente attingendo a fonti segrete di intelligence che ho trovato molto dubbie. Dopo aver visto quelle quattro ore di diario di viaggio, considero quelle affermazioni incendiarie come totalmente assurde, come non ne ho mai sentite. Propaganda e bufale contro la realtà cinese
Alti funzionari dell’amministrazione…. Trump….(hanno dichiarato) che la Cina stava commettendo un “genocidio” contro la sua popolazione uigura musulmana della provincia dello Xinjiang, con il New York Times e gli altri principali media che hanno avallato e amplificato pesantemente queste accuse esplosive….. Ho sempre ridicolizzato queste accuse, sottolineando che non sembravano basate su alcuna prova solida e che mi ricordavano molto le false affermazioni sulle armi di distruzione di massa di Saddam, che erano state usate per scatenare la nostra sfortunata guerra in Iraq….. Ciò che faceva sembrare queste accuse sullo Xinjiang totalmente assurde era che l’enorme provincia era completamente aperta ai turisti cinesi e stranieri, che vi si recavano regolarmente in gran numero, attratti dai suoi panorami e dall’interessante cultura turco-musulmana. L’idea che la Cina stesse commettendo un “genocidio” in una regione costantemente attraversata dai turisti sembrava la più insensata delle propagande disoneste, rivolta ai creduloni e agli sprovveduti. Propaganda-Hoaxes vs. Chinese Reality, Unz Review
L’opinione di Unz sul genocidio degli uiguri è ulteriormente rafforzata dalla relazione sospetta del gruppo con la CIA, che suggerisce che i militanti [del Partito Islamico del Turkistan] sono stati preparati per portare avanti l’agenda geopolitica di Washington. Guardate questo estratto da un articolo di Global Research:
Il Partito Islamico del Turkistan (TIC) è un’organizzazione terroristica fondata da Jihadisti uiguri nel 1988, proprio mentre scoppiavano le rivolte separatiste nella provincia dello Xinjiang, nella Cina nord-occidentale. Il Partito Islamico del Turkistan, precedentemente noto come Movimento islamico del Turkestan orientale, è stato sponsorizzato della CIA fin dalla sua nascita.
In modo contraddittorio, il Partito Islamico del Turkistan, che ha sede in gran parte nel Pakistan nord-occidentale, è considerato un’organizzazione terroristica dagli Stati Uniti, insieme ad altri importanti Paesi come la Russia e, naturalmente, la Cina e il suo vicino Pakistan.
Nel 2001, i militanti uiguri si stavano preparando alla guerriglia negli stessi campi situati in Afghanistan dove la CIA e l’ISI, il servizio di intelligence pakistano, avevano addestrato gli estremisti mujahideen per contrastare le truppe sovietiche insediate in Afghanistan 40 anni fa. Tra il 1990 e il 2001, il Partito Islamico del Turkistan aveva compiuto oltre 200 atti terroristici, tra cui l’esplosione di auto bomba nei mercati e l’assassinio di funzionari del governo cinese….
Uno dei separatisti uiguri di alto profilo, Anwar Yusuf Turani, nato nello Xinjiang e fondatore del Governo del Turkestan orientale in esilio, vive nello Stato della Virginia, sulla costa orientale americana. Turani è stato un volenteroso strumento nel gioco di potere di Washington con la Cina; nel giugno 1999 aveva incontrato il presidente Bill Clinton e gli aveva chiesto di appoggiare i movimenti politici che cercavano l’indipendenza dello Xinjiang; in seguito Turani aveva dialogato con il successore di Clinton, George W. Bush, che ha promesso di sostenere i “diritti umani fondamentali” degli “uiguri e di altri che vivono in Cina”.…
Altri esuli uiguri di spicco che vivono in America hanno invocato l’indipendenza dello Xinjiang dalla Cina, come Rebiya Kadeer, cinque volte candidata al Premio Nobel per la Pace, nata nello Xinjiang e residente nello Stato americano della Virginia.
Per 11 anni, fino al novembre 2017,Rebiya Kadeer è stata a capo del World Uyghur Congress (WUC), con sede a Monaco di Baviera, in parte finanziato dal National Endowment For Democracy (NED). Il NED, parzialmente sovvenzionato dal Congresso degli Stati Uniti, ha una lunga storia di interferenze di “soft power” negli Stati sovrani di tutto il mondo: Cina, Nicaragua, Ucraina e così via.
Il World Uyghur Congress era stato fondato nell’aprile 2004 da Erkin Alptekin, ex consigliere della CIA. Seventy Years of U.S. Destabilisation in China. U.S. Sponsored Uyghur Insurgency in Xinjiang, Global Research
Quindi, alcuni separatisti uiguri “vivono in Virginia” (ospiti della CIA?) e noi dovremmo credere che l’unico interesse di Washington siano i diritti umani?
Sciocchezze. Gli Stati Uniti stanno ovviamente armando, addestrando e finanziando un’altra feroce organizzazione terroristica che intendono usare per infliggere una “sconfitta strategica” alla Cina, come stanno cercando di fare con la Russia in Ucraina.
Questo è tratto da un articolo di Asia Times:
Il rapido collasso dell’Esercito arabo siriano di fronte all’avanzata di Hayat Tahrir al-Sham, sostenuto dai turchi… ha attirato l’attenzione sui combattenti stranieri presenti tra le loro fila. I combattenti stranieri sono innanzitutto gli uiguri della regione autonoma cinese dello Xinjiang. Essi combattevano contro la Cina come parte del Movimento Islamico del Turkestan orientale, ma da qualche anno si sono ribattezzati come Partito Islamico del Turkistan.
Indipendentemente dal nome con cui viene chiamata, l’organizzazione… essa ha una storia di collaborazione con gruppi terroristici come Al Qaeda, a sostegno di uno Stato uiguro separato dalla Cina. Per questo motivo è stata designata come gruppo terroristico dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite….
Membri del gruppo hanno appena pubblicato un video dalla Siria in cui invocano la jihad militante contro la Cina. Yang Xiaotong ha contribuito con un dettagliato articolo di Asia Times su questo tema, intitolato “La Cina ha motivo di essere terrorizzata dalla Siria gestita dai ribelli”. Due dei punti più importanti sono che il Partito Islamico del Turkistan sta reclutando membri dall’Asia centrale e che [il Partito] potrebbe ristabilirsi in Afghanistan per compiere attacchi contro il Corridoio economico Cina-Pakistan.
Il corridoio è considerato il progetto di punta della Belt and Road Initiative e per anni è stato il bersaglio di attacchi da parte dell’Esercito di liberazione del Balochistan.…
Il Partito Islamico del Turkistan potrebbe ristabilirsi in Afghanistan … potrebbe attaccare il Corridoio Economico Cina-Pakistan …. non si può neanche escludere che il Partito Islamico del Turkistan voglia colpire in modo opportunistico il punto debole della Cina…
Oltre ad attaccare i progetti della Belt and Road con sede in Pakistan, tale motivazione opportunistica potrebbe trovare rilevanza anche in Asia Centrale…. Ci sono comunità uigure in Kazakistan e nel perennemente instabile Kirghizistan, da cui il Partito Islamico del Turkistan potrebbe trovare reclute – per compiere attentati contro i progetti della Belt and Road in Kazakistan o in Pakistan….
Un altro fattore che gli osservatori devono tenere presente è il ruolo dell’agenzia di intelligence militare ucraina GUR. Il Washington Post ha riferito che il GUR ha avuto un ruolo nel blitz di HTS in Siria. …Tuttavia, anche il GUR attuale è un progetto della CIA, come aveva riferito il Washington Post alla fine del 2023.
Si profila quindi la possibilità che la CIA utilizzi il GUR come un proxy, plausibilmente negabile, per gestire o almeno incoraggiare l’espansione del Partito Islamico del Turkistan nella regione geostrategica dell’Asia centrale tra Russia e Cina. Uyghur separatist threat could reach beyond China’s Xinjiang, Asia Times
Naturalmente, questo è esattamente ciò che sta accadendo. La CIA è direttamente coinvolta in una guerra ibrida contro la Cina che includerà la distruzione di obiettivi morbidi, essenziali per completare l’enorme progetto infrastrutturale di Pechino. Quale altra scelta ha Washington? Come Israele, Washington non può conservare il suo posto privilegiato nell’ordine mondiale competendo ad armi pari con la Cina, che ha già superato gli Stati Uniti in quasi tutti i settori del commercio, della scienza e della tecnologia. L’unico modo in cui gli Stati Uniti possono mantenere la loro tenue presa sul potere è distruggere tutto ciò che minaccia il loro dominio globale e poi convincere il mondo che stanno solo combattendo per i diritti umani. Ecco un’altra notizia dal Times of Israel:
I militanti uiguri hanno ucciso centinaia, se non migliaia, di persone in attacchi all’interno della Cina, in un’insurrezione che dura da decenni e che, inizialmente, aveva preso di mira la polizia e altri simboli dell’autorità cinese, ma che negli ultimi anni ha coinvolto anche i civili. Nel 2014, estremisti armati di coltelli avevano ucciso 33 persone in una stazione ferroviaria. All’estero, nello scorso settembre avevano fatto esplodere una bomba all’ambasciata cinese in Kirghizistan; nel 2014, avevano ucciso 25 persone in un attacco ad un santuario thailandese assai frequentato da turisti cinesi..…
La Cina è proprio come l’Occidente, dicono i suoi funzionari: il Paese è vittima del terrorismo e gli uiguri sono trascinati dall’ideologia jihadista globale piuttosto che dalle rimostranze in patria….. Seyit Tumturk, un attivista uiguro in Turchia che spesso parla con i combattenti in Siria… ha detto che è impossibile per i militanti uiguri liberare lo Xinjiang…. Ma l’ambizioso progetto del presidente cinese Xi Jinping di sviluppare linee ferroviarie, nodi di transito e altre infrastrutture che colleghino varie regioni alla Cina rende Pechino vulnerabile agli attacchi dei militanti all’estero.
Nel mese di giugno, lo Stato Islamico si è preso il merito di aver rapito e ucciso due insegnanti cinesi nella provincia pakistana del Baluchistan, che è una pietra miliare del cosiddetto progetto infrastrutturale Belt and Road di Pechino….
Funzionari cinesi e analisti occidentali affermano che l’esperienza degli uiguri nel crogiolo jihadista siriano probabilmente esacerberà la violenza contro obiettivi “morbidi” fuori dalla Cina. Il Ministero degli Esteri cinese ha definito il Partito Islamico del Turkistan una minaccia per la sicurezza del Medio Oriente. Uighur militants in Syria look to Zionism as model for their homeland, Times of Israel
Quindi, secondo il Times of Israel, il Partito Islamico del Turkistan (TIP) è un gruppo spietato di mercenari assetati di sangue, motivati più da “un’ideologia jihadista globale che non da rimostranze in patria”. Questa è l’organizzazione che gli Stati Uniti hanno deciso di sostenere nel loro tentativo di destabilizzare la Cina. E si noti che gli autori dell’articolo del Times hanno tratto la stessa conclusione dell’autore del pezzo di Asia Times, ovvero che il modus operandi degli uiguri sarà quello di effettuare attacchi su obiettivi morbidi, che avranno un impatto sulle infrastrutture critiche al fine di isolare la Cina dall’Occidente, mentre le basi militari statunitensi e le alleanze nel Pacifico stringono il cappio sul commercio marittimo della Cina.
E quali obiettivi sceglieranno questi Jihadisti asiatici?
Alcuni analisti come Andrew Korybko pensano che “compiranno attacchi contro il Corridoio Economico Cina-Pakistan….. (che) è considerato il progetto di punta della Belt and Road Initiative, Asia Times
Ma, a mio avviso, Washington attaccherà i nodi critici del sistema ferroviario Cina-Europa (CEFT). Si tenga presente che gli Stati Uniti sono impegnati a impedire il riemergere di un rivale in una regione che considerano vitale per la loro sicurezza nazionale (l’Asia centrale), quindi, logicamente, dovremmo aspettarci che adotteranno misure straordinarie per separare la Cina dall’Europa e, quindi, porre le basi per il suo strangolamento economico. Ecco altre notizie dalla European Financial Review:
La Belt and Road Initiative (BRI) cinese compirà ufficialmente dieci anni nel 2023…. Precursore cruciale della BRI e probabilmente il suo progetto di punta più importante, il Trasporto Commerciale su Rotaia Cina-Europa (CEFT) ha già compiuto il suo primo decennio di vita nel periodo 2011-21. Con 82 tratte che collegano attualmente quasi 100 città cinesi a circa 200 città di 24 Paesi europei e a più di una dozzina di Paesi dell’Asia centrale, orientale e sudorientale, il CEFT ha formato un vasto sistema di trasporto merci transcontinentale che abbraccia entrambe le estremità dell’Eurasia. Mentre solo 17 treni merci avevano viaggiato dalla Cina all’Europa nell’anno inaugurale del CEFT, il 2011, 60.000 treni avranno attraversato il continente eurasiatico e i suoi margini marittimi entro il 16 ottobre 2022, quando il 20° Congresso del Partito Comunista Cinese (PCC) si aprirà a Pechino.
Mentre il CEFT entra nel suo secondo decennio, pronto per una crescita continua, si profila una domanda cruciale: la guerra della Russia contro l’Ucraina sta interrompendo il CEFT, e in che modo? Da un lato, il CEFT dipende fortemente dalla Russia, sia come capolinea che come corridoio di transito più importante, con il 37% di tutto il traffico CEFT fino al 2021, davanti alla Germania con il 24,3% e alla Polonia con il 23,4%. D’altra parte, il CEFT è ancorato a una vasta rete di città principali e minori, con una flessibilità e una capacità di recupero tali da superare la tempesta ucraina.
L’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel febbraio 2022 ha gettato una grossa ipoteca geopolitica sulla rete di trasporto merci eurasiatica resa possibile dal CEFT….. L’interruzione sembra importante, poiché la guerra è il più grande conflitto europeo degli ultimi vent’anni, con gravi conseguenze geopolitiche…… Potrebbero verificarsi alcune interruzioni…. poiché le aziende europee evitano di utilizzare le ferrovie russe, temendo sanzioni economiche….
Mentre la guerra in Ucraina mantiene alte le tensioni geopolitiche, la vasta rete CEFT, che fa capo alle città, ha acquisito una sufficiente resilienza grazie alla sua continua espansione, al miglioramento delle infrastrutture e all’adattabilità operativa. Queste qualità possono garantire la sostenibilità del CEFT come sistema di trasporto merci in tutta l’Eurasia. Eurasia’s Freight Infrastructure vs. Russia’s War in Ukraine, Chicago Council on Global Affairs
Mentre le sanzioni economiche contro la Russia hanno ridotto il traffico merci lungo la rotta settentrionale di circa il 50%, il blocco del Mar Rosso da parte degli Houthi ha avuto un impatto drammatico sulla navigazione attraverso il Canale di Suez. Queste crescenti minacce alla sicurezza globale hanno spostato il traffico sulla Via di trasporto internazionale transcaspica (Trans-Caspian International Transport Route, TITR), una rotta commerciale che va dal Mar Nero e dal Caucaso alla steppa dell’Asia centrale. Questo cosiddetto Corridoio di Mezzo, che “segue il percorso dell’antica Via della Seta”, offre una valida alternativa alla rotta settentrionale, ma deve anche affrontare le proprie sfide in termini di sicurezza e infrastrutture.
Purtroppo, pensiamo che gli strateghi della politica estera statunitense si concentreranno su questo Corridoio di Mezzo come punto di strozzatura primario per interrompere il servizio di trasporto merci della Cina verso l’Europa. Ancora una volta, gli Stati Uniti non possono prevalere nella loro guerra contro la Cina se non sono in grado di indebolire il Paese attraverso sanzioni, isolamento e una persistente guerra per procura. Washington si sta posizionando per bloccare o sabotare i flussi commerciali della Cina verso l’Europa, proprio come ha sabotato il flusso di gas russo verso l’Europa. Riteniamo che gli Jihadisti uiguri saranno utilizzati per contribuire a portare avanti queste operazioni.
Riteniamo inoltre che Washington utilizzerà qualsiasi reazione eccessiva da parte di Pechino come scusa per schierare la Marina statunitense e bloccare i trasporti marittimi di energia verso la Cina, impedendo così al Paese di accedere alle risorse di cui ha bisogno per riscaldare le proprie case e alimentare le proprie industrie. La Cina importa oltre il 70% del suo petrolio, il che la rende vulnerabile all’interdizione ostile.
Gli Stati Uniti avevano usato la stessa strategia contro il Giappone pochi mesi prima dell’attacco a Pearl Harbor, quindi comprendono perfettamente le implicazioni delle loro azioni.
Morale della favola: Le élite occidentali hanno già deciso che faranno “tutto il necessario” per preservare il primato globale dell’America. E, se questo significa guerra nucleare, ben venga.
Mike Whitney
Fonte: unz.com
Link: https://www.unz.com/mwhitney/washington-deploys-proxies-to-xinjiang-to-scuttle-chinas-giant-infrastructure-project/
21.12.2024
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org