Pfizer e altri sociopatici

Martin Hanson
off-guardian.org

“… se falliamo, allora il mondo intero, compresi gli Stati Uniti, compreso tutto ciò che abbiamo conosciuto e a cui teniamo, sprofonderà nell’abisso di una nuova Età Oscura resa più sinistra, e forse più protratta, dalle luci della scienza perversa”.

Winston Churchill aveva pronunciato queste parole poco prima della Battaglia d’Inghilterra, ma, se fosse vivo oggi, potrebbe fare riferimento alla “pandemia” Covid. Il suo accenno alle “luci della scienza perversa” avrebbe reso le sue parole ancora più calzanti nella lotta contro il dominio di Big Pharma.

In un precedente articolo avevo sostenuto che la Nuova Zelanda, insieme a molti altri Paesi nominalmente “democratici”, è fascista e, in seguito, avevo continuato affermando che Pfizer e altre società di Big Pharma sono reti di criminalità organizzata che gestiscono l’equivalente un racket di protezione globale.

Quello che avevo lasciato in sospeso è che Pfizer e altre società sono anche sociopatiche – lo scopo di questo saggio.

In una lettera aperta all’amministratore delegato del General Medical Council del Regno Unito, il dottor Aseem Malhotra, cardiologo di fama internazionale e pluripremiato, ha dichiarato che [grassetto aggiunto]:

“La diagnosi fatta dal preminente psicologo forense Robert Hare e dal professore di legge Joel Bakan oltre 20 anni fa è che le grandi aziende (come Big Pharma) sono psicopatiche nella loro ricerca del profitto. A livello istituzionale, mostrano gli stessi comportamenti caratteristici degli individui con tendenze psicopatiche: insensibile indifferenza per la sicurezza degli altri, incapacità di provare senso di colpa, ripetute menzogne e truffe a scopo di lucro”.

Robert Hare è un famoso psicologo forense specializzato in psicopatologia. Ha sviluppato la Psychopathy Checklist o Hare Psychopathy Checklist-Revised, ampiamente utilizzata per valutare i casi di psicopatia.

Ha anche tracciato una distinzione tra “psicopatia” e “sociopatia” sulla base del fatto che la prima è “innata”, mentre la seconda è “acquisita”. La psicopatia si manifesta nella prima infanzia ed è quindi innata, mentre la sociopatia si sviluppa come risultato dell’esperienza ambientale. Nella lotta per arrampicarsi sul “palo della cuccagna”, la politica è probabilmente un’influenza potente.

Poiché dubito che qualcuno pensi che gli amministratori delegati di Big Pharma e i politici come Jacinda Ardern e Justin Trudeau si divertissero a torturare gli animali da bambini, possiamo supporre che la loro manifesta mancanza di coscienza sia il prodotto dell’esperienza di vita. Per questo motivo, nella maggior parte di questo saggio descriverò i colpevoli come sociopatici piuttosto che come psicopatici.

Nonostante la chiara distinzione, i termini sono spesso usati in modo intercambiabile e, poiché citerò Joel Bakan, inizierò utilizzando il termine alla sua maniera.

Bakan affronta la natura della corporation nel suo libro “The Corporation: The Pathological Pursuit of Profit and Power“. In esso mostra come questo istituzione dominante del mondo sia essenzialmente psicopatica, amorale e priva di coscienza.

Dal suo libro è stato tratto un documentario su YouTube in cui Bakan dimostra che le aziende non solo mettono gli interessi degli azionisti (cioè il profitto) al di sopra di tutto, ma sono obbligate a farlo (almeno negli Stati Uniti) per legge. Come dice Bakan, “la responsabilità aziendale è quindi illegale, almeno quando è autentica“.

Riprenderò questa particolare citazione dal libro di Bakan più avanti.

Mancando di qualsiasi considerazione per il benessere umano, le aziende rientrano quindi nella definizione di psicopatia (se sembra strano considerare un’organizzazione come avente una personalità, sappiate che dalla fine del XIX secolo negli Stati Uniti le aziende sono legalmente considerate come “persone”).

Come aveva detto a Balkan il guru del management Peter Drucker:

“Se trovate un dirigente che vuole assumersi responsabilità sociali, licenziatelo”.

Il giornalista e imprenditore Brian Basham, scrivendo su The Independent, ricorda che un alto banchiere d’investimento britannico aveva detto:

“In una delle principali banche d’investimento per cui ho lavorato, usavamo i test sociometrici per reclutare individui sociopatici, perché le loro caratteristiche si adattavano perfettamente ai ruoli necessari per una finanza aziendale di alto livello”

I due esempi seguenti, descritti nel libro di Bakan, illustrano la natura della psicopatia aziendale.

1. Serbatoi di carburante che esplodono

Il giorno di Natale del 1994, una madre e i suoi quattro figli a bordo della loro Chevrolet Malibu erano stati tamponati mentre erano fermi ad un semaforo, l’urto aveva provocato l’esplosione del serbatoio di benzina, ustionando gravemente tutti e cinque i passeggeri. La General Motors era stata citata in giudizio e, nel corso del processo, erano emerse prove che dimostravano che la GM sapeva che il serbatoio era posizionato così indietro da poter esplodere in caso di impatto.

Non si era trattato di un caso isolato: all’epoca in cui si veniva progettata la nuova Chevrolet Malibu, circa 500 persone morivano in questo modo ogni anno.

Un ingegnere dell’azienda aveva calcolato che ogni incidente mortale sarebbe costato alla GM 200.000 dollari in danni legali. Dividendo questa cifra per 41 milioni – il numero di auto che GM aveva in circolazione – l’ingegnere aveva concluso che ogni morte sarebbe costata a GM solo 2,40 dollari [per auto]. Il costo della ricollocazione dei serbatoi di carburante per garantire che non sarebbero esplosi in caso di tamponamento era stato stimato in 8,59 dollari per auto. L’azienda avrebbe quindi potuto risparmiare 6,19 dollari per auto se avesse lasciato che le persone morissero in questi incendi piuttosto che modificare la progettazione dei veicoli per evitarli (Bakan, pagg. 61-63).

La vita umana non è mai stata una priorità della General Motors.

2. L’acqua di Cochabamba

Nel 1998 il Fondo Monetario Internazionale aveva prestato al governo della Bolivia 138 milioni di dollari, a condizione che il governo vendesse i beni di proprietà pubblica, compresa l’agenzia idrica della città di Cochabamba. Dopo un accordo negoziato segretamente, le strutture idriche di Cochabamba erano state vendute per 12,5 miliardi di dollari alla Bechtel Corporation, che aveva assicurato che i prezzi dell’acqua non sarebbero aumentati di più del 35%.

Nel gennaio 2000, i prezzi erano più che raddoppiati e una norma particolarmente grave era che alla popolazione non era nemmeno consentito raccogliere l’acqua piovana in cisterne (pp 164-166).

In un referendum non ufficiale, il 96% dei 50.000 votanti si era espresso contro la privatizzazione dell’acqua, ma, anche dopo che le proteste erano diventate violente, il governo si era rifiutato di troncare il contratto. Il presidente Hugo Banzer aveva dichiarato lo “stato d’assedio” e, alla fine, dopo che la polizia aveva sparato sulla folla in protesta con munizioni vere e la situazione aveva rischiato di trasformarsi in un’insurrezione di massa, Banzer era stato costretto a porre fine alla privatizzazione.

I PFIZER PAPERS: I CRIMINI DI PFIZER CONTRO L’UMANITÀ

È ormai chiaro che Aseem Malhotra aveva perfettamente ragione quando aveva affermato che Big Pharma è psicopatica e subordina la vita dei pazienti al profitto degli azionisti.

Ricordando l’affermazione di Bakan secondo cui “la responsabilità aziendale è quindi illegale, almeno quando è autentica”, Pfizer avrebbe probabilmente violato la legge statunitense se avesse tenuto conto dei segnali di allarme sulla “sicurezza ed efficacia” dei suoi ‘vaccini’ Covid.

Nonostante le prove schiaccianti della complicità governativa, molti si opporranno all’implicazione che governi e media siano complici nella morte di migliaia di persone innocenti. E, alla luce delle recenti rivelazioni imposte alla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, altri sosterranno che il termine “omicidio” potrebbe essere appropriato.

La complicità della FDA può essere fatta risalire al 23 agosto 2021, al comunicato stampa “La FDA approva il primo vaccino COVID-19“. Il commissario ad interim della FDA, Janet Woodcock, aveva infatti rilasciato questa rassicurante dichiarazione:

“L’approvazione di questo vaccino da parte della FDA è una pietra miliare per continuare a combattere la pandemia COVID-19. Sebbene questo e altri vaccini abbiano soddisfatto i rigorosi standard scientifici dell’FDA per l’autorizzazione all’uso in caso di emergenza, essendo il primo vaccino COVID-19 approvato dall’FDA, il pubblico può essere sicuro che questo vaccino soddisfa gli elevati standard di sicurezza, efficacia e qualità di produzione che l’FDA richiede per un prodotto approvato”.

Il direttore del Center for Biologics Evaluation and Research della FDA, Peter Marks, M.D., Ph.D, aveva aggiunto:

“I nostri medici ed esperti scientifici hanno condotto una valutazione incredibilmente approfondita e ponderata di questo vaccino. Abbiamo valutato i dati scientifici e le informazioni contenute in centinaia di migliaia di pagine, abbiamo condotto le nostre analisi sulla sicurezza e l’efficacia di Comirnaty e abbiamo effettuato una valutazione dettagliata dei processi di produzione, comprese le ispezioni degli impianti di produzione. Non abbiamo perso di vista il fatto che la crisi sanitaria COVID-19 continua negli Stati Uniti e che il pubblico conta su vaccini sicuri ed efficaci. Il pubblico e la comunità medica possono essere certi che l’approvazione di questo vaccino, pur essendo stata rapida, è stata pienamente conforme agli elevati standard esistenti per i vaccini negli Stati Uniti”.

Un mese dopo, il 22 settembre 2021, la FDA aveva autorizzato il richiamo del vaccino COVID-19. Janet Woodcock, commissario ad interim della FDA, aveva dichiarato:

“L’azione di oggi dimostra che la scienza e i dati attualmente disponibili continuano a guidare il processo decisionale della FDA per il vaccino COVID-19 durante questa pandemia. Dopo aver considerato la totalità delle prove scientifiche disponibili e le deliberazioni del nostro comitato consultivo di esperti esterni e indipendenti, l’FDA ha modificato l’EUA [l’autorizzazione di emergenza] per il vaccino COVID-19 di Pfizer-BioNTech per consentire una dose di richiamo in alcune popolazioni, come gli operatori sanitari, gli insegnanti e il personale di assistenza diurna, i lavoratori dei negozi di alimentari e le persone che si trovano in rifugi per senzatetto o nelle prigioni, tra gli altri”.

Continuando con le rassicurazioni, il direttore del Center for Biologics Evaluation and Research dell’FDA, Peter Marks, M.D., Ph.D., aveva dichiarato:

“Siamo grati per il parere dei medici, degli scienziati e dei principali esperti di vaccini del nostro comitato consultivo e per l’importante ruolo che hanno svolto nel garantire discussioni trasparenti sul vaccino COVID-19″. Apprezziamo la solida discussione, compreso il voto riguardante i soggetti di età superiore ai 65 anni e quelli ad alto rischio di malattia grave, nonché le opinioni del comitato in merito all’uso di una dose di richiamo per coloro che hanno avuto un’esposizione istituzionale o professionale al SARS-CoV-2. Per arrivare alla decisione odierna l’FDA ha preso in considerazione i suggerimenti del comitato e ha condotto una propria revisione approfondita dei dati presentati. Continueremo ad analizzare i dati presentati all’FDA relativi all’uso delle dosi di richiamo del vaccino COVID-19 e prenderemo ulteriori decisioni in base a tali dati”.

Si poteva quindi pensare che, soprattutto per quanto riguardava le rassicurazioni di Peter Marks sulla trasparenza, il pubblico potesse assumere il prodotto con fiducia.

Si era poi scoperto che la “trasparenza” non era affatto tale. In realtà di trasparenza non ce n’era proprio, perché la FDA non aveva nemmeno rilasciato i documenti, settimane dopo che era stata intentata una causa federale. Questo, nonostante la legge federale stabilisca che, una volta ottenuta l’autorizzazione, “i dati e le informazioni del vaccino autorizzato sono immediatamente disponibili per la divulgazione al pubblico“.

Le rassicurazioni sulla trasparenza si erano rivelate vane perché, quando un gruppo di oltre 30 illustri accademici aveva chiesto la divulgazione dei dati su cui la FDA si era basata per autorizzare il vaccino Covid, la FDA aveva chiesto a un giudice federale di ritardare la divulgazione completa dei dati per 75 anni, fino al 2097, quando quasi tutte le persone colpite dal “vaccino” di Pfizer e i responsabili – i dirigenti di Pfizer e della FDA – non sarebbero più state in vita.

Ora, perché avrebbero dovuto farlo, se erano trasparenti? A meno che non avessero qualcosa da nascondere.

Il giudice distrettuale statunitense Mark Pittman non era dello stesso parere. Il 6 gennaio 2022 aveva ordinato alla FDA di rilasciare le 450.000 pagine di documenti al ritmo di 55.000 pagine ogni 30 giorni, anziché 500 pagine al mese, come richiesto dalla FDA. Con il primo rilascio iniziato il 1° marzo 2022, i dati sul vaccino Pfizer sarebbero stati resi pubblici entro la fine di settembre 2023, anziché nel 2097, come era nei piani della FDA.

L’analisi di una tale quantità di dati poteva essere effettuata solo da un team di specialisti medici e scientifici con competenze diverse. La sfida era stata raccolta dalla giornalista e scrittrice investigativa Naomi Wolf e da Amy Kelly, che avevano riunito e coordinato un gruppo di volontari con queste competenze. In due anni Amy Kelly e il suo team di volontari avevano analizzato 2.369 documenti e il risultato è stato il libro, pubblicato di recente,The Pfizer Papers: Pfizer’s Crimes against Humanity.

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È un libro importante, in tutti i sensi. Le sue 408 pagine sono ricche di informazioni che dimostrano che il mantra “sicuro ed efficace”, che è stato lo strumento di pubbliche relazioni per costringere milioni di persone a sottoporsi alla ‘vaccinazione’ Covid, non era nient’altro che una palese menzogna.

Un esempio delle rivelazioni:

– Già dopo 3 mesi dalla disponibilità del prodotto, Pfizer si era resa conto della sua inefficacia nel prevenire la diffusione della Covid.

– Mentre l’ufficialità sosteneva che il vaccino rimaneva localizzato nel muscolo della spalla, Pfizer sapeva che, nel giro di 48 ore, si sarebbe distribuito nel fegato, nelle ghiandole surrenali, nella milza, nelle ovaie e avrebbe attraversato la barriera emato-encefalica fino a raggiungere il cervello

– Pfizer sapeva già dall’aprile 2021 che la sua iniezione stava danneggiando il cuore dei giovani.

– Alla fine di febbraio 2021, Pfizer sapeva che la sua iniezione era collegata a numerosi eventi avversi. In aggiunta ad oltre 1.233 decessi nell’arco di 3 mesi, si erano verificati casi di lesioni epatiche e renali, malattie autoimmuni, paralisi facciale, insufficienze d’organo multiple, migliaia di dolori articolari di tipo artritico, coaguli di sangue, miocarditi e pericarditi. La metà degli eventi avversi gravi, compreso il decesso, si era verificata entro settantadue ore dall’iniezione.

-Nel capitolo 10, Ute Krüger, specialista del cancro al seno, documenta un’impennata di tumori dopo l’introduzione dei ‘vaccini’ Covid a mRNA. La Kruger riferisce di aver ricevuto improvvisamente segnalazioni in persone giovani, di età compresa tra i 30 e i 50 anni, di tumori che stavano crescendo in modo insolitamente rapido e, cosa più significativa, di tumori multifocali, cioè due o più tumori indipendenti localizzati nello stesso seno.

– Gli effetti più sinistri si erano verificati a carico dell’apparato riproduttivo femminile. All’inizio del 2021 Pfizer sapeva che la somministarzione del ‘vaccino’ Covid causavano gravi rischi per il feto e il neonato, compresa la morte (il 23% dei feti o dei neonati delle madri vaccinate era morto) [LINK].

Nonostante ciò, Pfizer aveva organizzato una campagna per vaccinare le donne in gravidanza. Il capitolo 2 rivela, senza sorpresa, che nove mesi dopo il lancio del ‘vaccino’ COVID mRNA, si erano verificati cali significativi dei tassi di natalità in 13 dei 19 Paesi europei, in Inghilterra/Galles, in Australia e a Taiwan.

Questi dati sono solo un esempio del fatto inconfutabile che Pfizer aveva continuato a promuovere la vendita del suo ‘vaccino’ Covid-19 sapendo, a tre mesi dal lancio, che aveva già ucciso e danneggiato gravemente migliaia di persone. La Tabella 1 del documento (datato 30 aprile 2021) riassume l’analisi dei rapporti sugli eventi avversi post-autorizzazione di Pfizer:

blankSi noti che su 42086 casi, 1223 erano fatali. Non c’è da stupirsi che Pfizer fosse restia a divulgare i dati.

A questo punto è opportuno ricordare la descrizione di Big Pharma fatta da Aseem Malhotra: “insensibile indifferenza per la sicurezza altrui, incapacità di provare senso di colpa, ripetute menzogne e truffe a scopo di lucro“.

LA GRANDE DOMANDA – QUALE POTREBBE ESSERE IL MOTIVO?

Il candidato più ovvio, naturalmente, sarebbe il profitto, come suggerisce il titolo della CNBCLa pandemia Covid porta le entrate di Pfizer nel 2022 a un record di 100 miliardi di dollari“.

Ma potrebbe trattarsi solo di avidità? I governi agiscono semplicemente come servi degli azionisti di Big Pharma, o potrebbe esserci dell’altro?

Una seconda ipotesi è che i globalisti e i loro governi clienti stiano usando la “pandemia” Covid per controllarci tutti attraverso la paura. Con la chiarezza del senno di poi, quelle che erano state fatte passare come misure di salute pubblica necessarie per controllare un virus possono ora essere viste come una forma di paura deliberatamente fomentata, come mostrano i documenti del governo britannico.

Il 22 marzo 2020, lo SPI-B, il sottogruppo di scienze comportamentali del Gruppo consultivo scientifico per le emergenze (SAGE), aveva pubblicato un documento intitolato “Options for increasing adherence to social distancing measures” (Opzioni per aumentare l’adesione alle misure di distanziamento sociale), in cui si auspicava l’uso della psicologia applicata per influenzare il comportamento sociale. Sebbene il documento si concentrasse sul distanziamento sociale piuttosto che sulle mascherine, l’intenzione di utilizzare la paura era chiara:

“È necessario aumentare il livello percepito di minaccia personale tra coloro che sono compiacenti, utilizzando messaggi emotivi di forte impatto. Per essere efficace, questo deve anche responsabilizzare le persone, rendendo chiare le azioni che possono intraprendere per ridurre la minaccia”.

Inoltre, l’opzione 2 dell’Appendice B raccomanda di “utilizzare i media per aumentare il senso di minaccia personale”. Questo è stato documentato da Laura Dodsworth, nell’introduzione al suo libro A State of Fear. In un articolo introduttivo fornisce alcuni esempi di cose di cui avere paura.

Un piccolo campione:

* Essere alti: “Le persone di altezza superiore al metro e ottanta hanno un rischio doppio di contrarre il coronavirus, secondo uno studio” (UK DailyTelegraph 28 luglio 2020).

* Essere calvi: “Cattive notizie per i calvi: un nuovo studio statunitense ha scoperto che hanno un 40% di rischio in più di contrarre il coronavirus. Una nuova ricerca ha trovato uno strano legame tra la calvizie maschile e la gravità del virus, dimostrando che gli uomini senza capelli hanno più probabilità di finire in ospedale”. (Daily Star, 23 luglio 2020).

* Possedere un cane e fare consegne a domicilio per i supermercati: “I proprietari di cani corrono un rischio maggiore del 78% di contrarre la Covid-19 – e le consegne a domicilio di generi alimentari raddoppiano il rischio, secondo uno studio”. (Mailonline 17 novembre 2020).

* Essere maschi: “Il dolore ai testicoli è potenzialmente un segno di Covid? A un uomo turco di 49 anni che non aveva altri sintomi viene diagnosticato il virus” (Mailonline 18 novembre 2020).

* Disfunzione erettile: “La COVID-19 potrebbe causare disfunzione erettile nei pazienti guariti dal virus, avverte il medico” (Daily Mail, 6 dicembre 2020).

* Le vostre dita dei piedi: “Coronavirus: Le persone che contraggono la COVID possono sviluppare dita dei piedi rosse e gonfie che poi diventano viola, dicono gli scienziati” (Sky News UK 29 ottobre, 2020.

Presi singolarmente potrebbero essere divertenti, ma, tutti insieme, fanno parte di “una panoplia di titoli funesti”.

“Quando guardo lo scaffale con tutti i libri che elencano le specie in via di estinzione, mi chiedo come sarebbe reincarnarsi in un animale la cui specie si è ridotta così tanto da essere in pericolo di estinzione. Quali sarebbero i suoi sentimenti nei confronti della specie umana, la cui esplosione demografica le ha negato un posto dove esistere… Devo confessare che sono tentato di chiedere la reincarnazione in un virus particolarmente letale, ma questo forse è andare troppo oltre”.

Il Principe Filippo (padre di quattro figli), nella sua prefazione a People as Animals, di Fleur Cowles [grassetto aggiunto].

Mentre l’avidità e il potere sembrano essere i motivi più accettati, una terza possibilità è stata accennata da Naomi Wolf in una recente intervista in un podcast, in cui ha condiviso i suoi oscuri pensieri sull’argomento. L’effetto più insidioso della somministrazione di mRNA è stato quello sulla riproduzione femminile, menzionato in precedenza. La Wolf ritiene che faccia parte di un piano per ridurre la popolazione mondiale e non mancano le prove a sostegno di questa tesi:

Il medico lancia l’allarme: I nati morti esplodono in Canada (Video)

Pfizer e FDA sapevano già all’inizio del 2021 dei terribili rischi per il feto e i neonati

I vaccini COVID causano aborti spontanei, cancro e disturbi neurologici tra i militari, i dati del Dipartimento della Difesa

Quindi, il mondo è davvero sovrappopolato?

Sebbene vi siano prove che il programma globale di somministrazione di mRNA stia avendo un effetto di spopolamento, significa necessariamente che questo è il motivo?

Molto dipende dal fatto che il mondo sia davvero sovrappopolato o piuttosto che i globalisti pensino che lo sia. Bill Gates sembra pensarlo, ma questa è un’altra storia, e Sir David Attenborough, che non è certo un miliardario globalista, lo pensa certamente. In un’intervista rilasciata a Radio Times nel gennaio 2013, aveva dichiarato:

“Siamo una piaga per la Terra. Nei prossimi 50 anni o giù di lì, tutti i nodi arriveranno al pettine. Non si tratta solo di cambiamenti climatici, ma anche di spazio, di luoghi in cui coltivare il cibo per questa enorme orda. O limitiamo la nostra crescita demografica o il mondo naturale lo farà per noi, e il mondo naturale lo sta facendo proprio ora”.

Il suo messaggio non era stato accolto con il massimo dell’entusiasmo. Tipico dei suoi detrattori è l’articolo di Liam Deacon sulla rivista online Spiked, intitolato: “Il miserabilismo anti-umano di David Attenborough“.

Attenborough ha certamente avuto il suo bel da fare per convincere il grande pubblico che il mondo è sovrappopolato. Il motivo è in parte la difficoltà che la maggior parte di noi ha nel valutare gli interessi della nostra generazione nei confronti dei nostri figli e nipoti e, cosa ancora più problematica, quelli degli individui con quelli della società.

Perciò, ogni azione governativa volta a controllare la crescita della popolazione si scontra frontalmente con le libertà e i diritti. La politica cinese del “figlio unico” poteva essere adottata solo da un governo che non si preoccupava dei diritti dell’individuo.

PROBLEMI E SITUAZIONI DIFFICILI

Strettamente legata all’incapacità di molte persone di distinguere tra pensieri e sentimenti, è l’incapacità quasi universale di politici ed elettori di comprendere la distinzione tra un problema e una situazione difficile.

Un problema è qualcosa che ha una possibile soluzione, mentre una situazione difficile è qualcosa che deve essere affrontata, ma non può essere risolta facendola semplicemente sparire. Le persone che si erano lanciate dai grattacieli in fiamme l’11 settembre 2001 si trovavano in una situazione difficile. Nulla di ciò che potevano fare poteva evitare la morte, non era un problema che poteva essere risolto. Di fronte alla morte inevitabile, si trattava di scegliere tra due possibili esiti, una morte agonizzante o una morte istantanea.

Per i politici, la “popolazione” non è né un problema né una situazione difficile – semplicemente non vogliono parlarne affatto, perché non c’è nulla da imputare all’opposizione. Ma, per quei pochi cittadini che pensano a queste cose, è un problema, perché riconoscono che arrestare l’ascesa della popolazione mondiale si scontra con i “diritti” e le “libertà”.

Ma per i sociopatici non si tratta tanto di una situazione difficile ma di un problema, poiché i valori umani non entrano in gioco. E, come problema, ha una soluzione. Che tipo di soluzione potrebbe quindi portare alla necessaria riduzione del numero di persone? Gran parte di questo saggio si è occupato del “movente”, abbiamo tralasciato i “mezzi”.

In tempi recenti, due sviluppi scientifici e tecnologici hanno reso attuabile un tale movente:

-La tecnologia ha consentito ai governi di monitorare il comportamento di milioni di persone contemporaneamente. Basti pensare al controllo sociale in Cina, dove 1984 di Orwell è vicino alla realtà. Nei Paesi in cui i governi sono consapevoli dei vantaggi di un controllo sociale alla cinese, la moneta digitale della Banca Centrale (CBDC) potrebbe essere molto efficace, in quanto potrebbe essere introdotta sotto una maschera di benefici sociali, come la prevenzione delle frodi finanziarie.

-La ricerca sul guadagno di funzioni, che ha lo scopo di aumentare la trasmissibilità e/o la virulenza degli agenti patogeni microbici. L’agente ideale non dovrebbe essere necessariamente un virus, ma un “vaccino” prodotto per “proteggere” le persone da un virus.

Il “vaccino” non dovrebbe essere efficace contro il virus, i suoi effetti sarebbero piuttosto quelli di provocare il decesso imitando cause di morte già note, come le disfunzioni cardiovascolari e il cancro.

Per massimizzare i suoi effetti, le persone dovrebbero essere spinte dalla propaganda governativa e mediatica ad assumere il “vaccino” o, in caso contrario, a perdere i loro mezzi di sostentamento. Le azioni sfrenate di Big Pharma riportano alla mente il famoso detto di Lord Acton:

“Il potere tende a corrompere e il potere assoluto corrompe in modo assoluto. I grandi uomini sono quasi sempre cattivi, anche quando esercitano l’influenza e non l’autorità; ancor più se si aggiunge la tendenza alla certezza della corruzione da parte dell’autorità”.

E, a proposito…

Vale la pena di ricordare che, in risposta ai dubbi sulla sicurezza e sull’efficacia dei ‘vaccini’ di Pfizer espressi dai social media, la Reuters ha presentato delle “confutazioni” in una serie di “Fact Check”. Un esempio tra i tanti: Fact Check: Nessuna prova che le persone di età compresa tra i 25 e i 44 anni abbiano registrato un aumento dell’84% della mortalità in eccesso a causa dell’introduzione del vaccino COVID

C’è solo un problema: il presidente della Reuters è un importante investitore e membro del consiglio di amministrazione di Pfizer.

Mi è sembrato giusto farlo presente.

Martin Hanson

Fonte: off-guardian.org
Link: https://off-guardian.org/2025/01/04/pfizer-and-other-sociopaths/
04.01.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

Martin Hanson è un insegnante di biologia in pensione e vive a South Island, Nuova Zelanda. È nato e ha studiato nel Regno Unito, dove si è laureato in zoologia all’Università di Manchester.

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