
Da metà dicembre cittadin3, comitati ed associazioni si sono mobilitati per le famiglie che verranno sfrattate dalle loro case a causa del progetto Tav. Le famiglie che si sono attivate sono circa una trentina, ma il problema interessa molti più nuclei familiari che al momento non sono stati mappati.
Si tratta di una vera e propria emergenza abitativa che sta colpendo, già da mesi, la città di Vicenza. La speculazione sugli affitti è di per sé insostenibile, arrivando anche a pagare un monolocale 600€. A tutto ciò si aggiungono le più di 300 case ATER sfitte a causa della mancanza di soldi per la ristrutturazione.
Molte di queste famiglie si sono rivolte ai servizi sociali che hanno proposto come alternativa l’albergo cittadino, interessato anch’esso dalle demolizioni per l’alta velocità.
Il Tav bussa alle porte della città. Il general contractor Iricav 2 fa pressione sui proprietari affinché facciano liberare gli immobili affittati con la minaccia di una mora, anche molto onerosa, da pagare. I proprietari di conseguenza sfrattano gli affittuari che rischiano di trovarsi a dormire in macchina o peggio per la strada. Il general contractor affiliato a We Build riesce a guadagnare anche su questo. Dall’altra parte c’è la mobilitazione di numeros3 cittadin3 che si stanno battendo affinché vengano trovate delle soluzioni alternative e dignitose, chiedendo che venga convocato un tavolo con le istituzioni. Iricav 2 non può togliersi la responsabilità di trovare un’altra abitazione a tutti i nuclei familiari che, oltre a vedersi togliere il tetto, sono in condizioni economiche e sociali precarie.
Ieri doveva essere eseguito il primo sfratto, che però è stato bloccato e rinviato al 13 febbraio.