Un nuovo ordine mondiale?

Julian MacFarlane
julianmacfarlane.substack.com

Il mio amico H mi ha inviato il link a questo articolo dicendo: “Non mi avevi creduto quando avevo detto che Trump sarà un bene per il mondo…” No, non gli avevo creduto allora e continuo a non credergli! Sono un vecchio testardo.

Ecco l’articolo di Arnaud Bertrand

È sempre più chiaro che stiamo assistendo a un cambiamento sismico nelle relazioni degli Stati Uniti con il mondo, tra:

1) Lo smantellamento da parte degli Stati Uniti dei loro apparati di ingerenza all’estero (come USAID)

2) L’affermazione di Marco Rubio secondo cui ora siamo in un mondo multipolare con “altre grandi potenze in diverse parti del pianeta” e che “l’ordine globale del dopoguerra non è solo obsoleto, ora è un’arma usata contro di noi”.

3) I dazi sui presunti “alleati” come il Messico, il Canada o l’UE,

gli Stati Uniti stanno effettivamente dicendo che “il nostro tentativo di governare il mondo è finito, a ciascuno il suo, ora siamo solo un’altra grande potenza, non la ‘nazione indispensabile’”.

No, gli Stati Uniti non stanno dicendo che smetteranno di “governare il mondo”, ma solo che riconosceranno il potere di Russia e Cina, che, insieme, li superano militarmente ed economicamente. Gli Stati Uniti, tuttavia, non hanno rinunciato alle loro manie di superiorità, se non di grandezza. Piuttosto, si rendono conto che i precedenti tentativi di ostacolare i loro concorrenti sono falliti.

Ma continueranno a provarci. In questo momento stanno solo ripetendo ciò che avevano fatto in passato.

Per le nazioni più deboli, compresi gli “alleati”, non è certo “a ciascuno il suo”. Immaginate cosa succederebbe se il Canada lasciasse la NATO e si orientasse verso i BRICS e la Cina!

Chi ha creato l’”ordine globale postbellico”? Gli Stati Uniti. L’ordine è ancora mantenuto, hanno solo cambiato le regole in modo arbitrario.

Sembra “stupido” (come ha appena scritto il WSJ) essere ancora mentalmente nel vecchio paradigma, ma è sempre un errore pensare che quello che fanno gli Stati Uniti (o qualsiasi altro Paese) sia stupido.

Le nazioni sono come le persone. Alcune intelligenti. Alcune stupide. Dall’inizio di questo secolo gli Stati Uniti hanno raddoppiato l’idiozia. “Stupido” recentemente significava insultare la Russia con false stime di intelligence che Trump doveva sapere essere false. Ancora più stupido è non preoccuparsi  di leggere le notizie.

Cercare di costringere la Russia a “negoziare” in termini che piacciono all’America, ignorando l’influenza della Russia e tanto meno il concetto di “sfera di influenza” in un “mondo multipolare”, mette in dubbio tutto ciò che Rubio ha detto.

L’egemonia, prima o poi, doveva finire e ora gli Stati Uniti stanno praticamente scegliendo di farla finita alle loro condizioni. È l’ordine mondiale post-americano, portato dall’America stessa.

No. Bertrand parla di un mondo “multipolare” – con un polo così potente che gli altri non possono competere. Umm… non mi sembra equilibrato. Un mondo squilibrato può girare?

Si tratta di egemonia, naturalmente, non di “multipolarismo”. Gli Stati Uniti non hanno mai ammesso l’”egemonia”. E ora hanno trovato una nuova parola per un’idea che, in questo modo, è sempre più vendibile.

Anche i dazi sugli alleati, visti da questo punto di vista, hanno senso, in quanto ridefiniscono il concetto di “alleati”: [gli USA] non vogliono – o forse non possono più permettersi – vassalli, ma piuttosto relazioni che si evolvono sulla base degli interessi attuali.

Gli Stati Uniti non hanno mai avuto “amici”, ma solo “interessi”, come si suol dire. I dazi sugli alleati hanno lo scopo di metterli al loro posto, proprio come l’inflazione, le tasse e l’abbassamento del tenore di vita mettono al loro posto – al fondo – i lavoratori americani, facendoli sentire impotenti. Non si tratta di relazioni che “evolvono”, ma di relazioni che si devolvono.

Il gioco si chiama “egemonia” ed è io vinco-tu perdi. Le tariffe doganali sono vincenti e, nel caso degli Stati vassalli, sono tasse non feudali.

Si può vederlo come un declino – perché sembra indubbiamente la fine dell’Impero Americano – o come il mezzo per evitare un ulteriore declino: un ritiro controllato dagli impegni imperiali per concentrare le risorse sugli interessi nazionali fondamentali, piuttosto che essere costretti a una ritirata ancora più disordinata in una fase successiva.

“Interessi nazionali fondamentali”? Non fatemi ridere!

Per gli Stati Uniti questi “interessi” dovrebbero essere la riduzione delle disuguaglianze, l’istruzione gratuita e di alta qualità per tutti, l’assistenza sanitaria gratuita, il miglioramento delle infrastrutture – per cominciare – e altro ancora. Per Trump e quelli come lui, gli interessi nazionali riguardano solo il dominio. Cinquanta sfumature di rosso, bianco e blu… oh… e arancione. Sfruttare i Paesi del G7, le Americhe, attaccare i BRICS e bloccare in qualche modo i progressi di Cina e Russia e, naturalmente, dell’Iran, il tutto facendo diventare la classe miliardaria una classe trilionaria.

In ogni caso è la fine di un’epoca e, sebbene l’amministrazione Trump a molti osservatori appaia come un caos, probabilmente è molto più in sintonia con le mutevoli realtà del mondo e con la situazione del proprio Paese rispetto ai suoi predecessori. Riconoscere l’esistenza di un mondo multipolare e scegliere di operare al suo interno piuttosto che cercare di mantenere un’egemonia globale sempre più costosa non potrebbe essere ritardato più di tanto. Sembra disordinato, ma probabilmente è meglio che mantenere la finzione della supremazia americana fino a farla crollare sotto il suo stesso peso.

Sembra un caos, perché è un caos. Perché? Perché Trump e la sua squadra NON sono in sintonia con le reali “realtà in evoluzione del mondo”. Risorse in diminuzione? Trump dice che l’America ha tutto ciò di cui ha bisogno, tranne la metà di ciò che è necessario per le produzioni tecnologiche, deve ancora importare uranio dalla Russia. Il cambiamento climatico? Trump non ci crede, nonostante i miliardi che sta costando agli Stati Uniti. La popolarità globale dei  BRICS? È una minaccia che non tollererà.

Alla faccia della “scelta di operare” nel mondo multipolare.

Questo non vuol dire che gli Stati Uniti non continueranno a creare scompiglio nel mondo, anzi potrebbero diventare ancora più aggressivi di prima. Perché, mentre prima cercavano (malamente e in modo molto ipocrita) di mantenere la parvenza di un autoproclamato “ordine basato sulle regole”, ora non devono nemmeno fingere di essere sotto un qualche vincolo, nemmeno quello di giocare lealmente con gli alleati. È la fine dell’impero statunitense, ma non certo la fine degli Stati Uniti come forza dirompente negli affari mondiali.

Roma non aveva rinunciato all’Impero finché i barbari non erano stati alle porte. Anzi, nemmeno allora: l’Impero si era trasferito a Costantinopoli. Dove sarà la nuova Washington?

Nel complesso, questa trasformazione potrebbe segnare uno dei cambiamenti più significativi nelle relazioni internazionali dalla caduta dell’Unione Sovietica. E i più impreparati, come è già dolorosamente ovvio, sono i vassalli dell’America, colti alla sprovvista dalla consapevolezza che il patrono su cui avevano fatto affidamento per decenni li sta ora trattando come un’altra serie di Paesi con cui negoziare.

No, gli Stati Uniti non hanno alcuna intenzione di “negoziare” con i loro vassalli. Otterranno il risultato attraverso l’estorsione o con gli azzoppamenti politici. La lezione è: se non vuoi essere inculato, non piegarti.

La cosa da ricordare è che Trump non ha un “piano”, non ha una strategia. Davvero, non ha buon senso. È il grande bullo ipernutrito del liceo che pensa di poter sottomettere tutti. Ma è troppo grasso per fare a cazzotti.

Mi dispiace Arnaud – ti sbagli.

Grazie però a H. che è una delle persone più intelligenti che conosca e che mi fa riflettere.

Julian MacFarlane

Fonte: julianmacfarlane.substack.com
Link: https://julianmacfarlane.substack.com/p/a-new-world-order-eb1
03.02.2025
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org

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