Amazon: l’impero invisibile che governa il mercato, le città e il futuro

Uno degli incontri di Sherbooks Festival ha visto come ospite Niccolò Cuppini in vece del collettivo bolognese Into the Black Box, che ha curato Futuro Presente. Il dominio globale del mondo secondo Amazon, pubblicato dalla casa editrice indipendente Red Star Press. Il libro è il risultato di un’acuta analisi dei maggiori autori del capitalismo delle piattaforme e delle conseguenze globali di tale supremazia politica e sociale.

Antonio Pio Lancellotti, moderatore della presentazione, apre la conversazione indagando il processo che ha portato il collettivo militante Into the Black Box a scegliere l’azienda Amazon come oggetto della loro ricerca. Cuppini racconta che il risultato è frutto di dodici anni di conricerca e inchieste territoriali, e che lo spunto è nato nel momento in cui hanno compreso come le lotte operaie a cui partecipavano non si limitassero al tentativo di fermare l’attività del magazzino – un classico conflitto operaio – ma presentassero anche due elementi di novità. Una diversa narrazione aziendale – che non è più incentrata sulla fabbricazione e produzione dei beni, ma su smercio e circolazione di questi ultimi – e la composizione della forza lavoro, caratterizzata prevalentemente da persone migranti.

L’ipotesi che ne consegue è che, oggigiorno, assistiamo a una nuova forma di capitalismo, non più relegata alla produzione, ma basata principalmente su logiche della circolazione dei beni e digitalizzazione.
E chi potrebbe meglio incarnare questi nuovi aspetti del capitalismo, se non il colosso Amazon?

La ricerca del collettivo porta a galla interessanti dati, come ad esempio il fatto che Amazon detiene ben il 31% di tutte le strutture fisiche del cloud, ovvero la potenza di calcolo su cui gira tutto il sistema di internet. Inoltre, è facile intuire che oggi, la “piazza” del mercato digitale sia governata da Amazon. L’azienda ha l’ambizione di trasformarsi in mercato, dettando regole e standard di circolazione, e non esserne solamente un attore. Il tutto in un’imperscrutabile invisibilità che lo rende “degno” di essere denominato “infrastruttura digitale”.

L’inchiesta prosegue esplorando l’evoluzione della geografia urbana e delle abitudini cittadine sotto l’influenza della globalizzazione e della gentrificazione del mercato. Alla base di questa trasformazione vi è la logica della circolazione di beni e persone, un principio che si riflette nell’ascesa di aziende e “infrastrutture” come Airbnb, Uber e le piattaforme di food delivery. Anche in questo caso, Amazon si fa emblema di questo tipo di sviluppo, modificando concretamente il territorio attraverso la costruzione di magazzini, tendenzialmente in aree economicamente depresse, e creando flotte di drivers. Inoltre, grazie all’analisi dei consumi, Amazon possiede una mole di dati sulle città e sui loro abitanti che nessuna amministrazione pubblica detiene e che permette di conoscere i tempi e ritmi della città in tempo reale.

L’intervista prosegue e si conclude esplorando l’aspetto biopolitico di Amazon e più in generale dei Big Tech: i cinque grandi colossi californiani (Alphabet, Amazon, Meta, Microsoft, Apple), i quali oggi colonizzano il mercato e l’orizzonte culturale. Il rilancio dell’economia spaziale e del consumo istantaneo sono solo due degli esempi che rappresentano l’immaginario culturale che i Big Tech propongono e lo fanno attraverso la creazione di nuovi bisogni collettivi.

Il potere che queste grandi aziende detengono non si manifesta unicamente nel tessuto sociale, ma permea anche il potere politico, modificando il rapporto tra Stato e grandi concentrazioni di capitale. Infatti, oggigiorno è il pubblico a erogare soldi al privato, rafforzando il potere politico che i colossi dell’economia detengono.

Niccolò Cuppini conclude invitando il pubblico a prendere atto della transizione egemonica che sta avvenendo da parte delle Big Tech, che hanno bisogno di divorare l’immaginario, il futuro, le ambizioni e nuovi saperi, per sopravvivere e stagliarsi come attori dominanti politici, economici e culturali. 

Condividi questo contenuto...

Lascia un commento