Storia della filosofia: una chiamata all’azione

di Alessandro Villari

Alan Woods, Storia della filosofia. Una prospettiva marxista, AC Editoriale, Milano 2023, pp. 298, € 15,00.

“I filosofi hanno finora solo interpretato il mondo; ora si tratta di trasformarlo”.

Nel testo della celeberrima undicesima delle Tesi su Feuerbach di Karl Marx si trova condensato il senso profondo del volume Storia della filosofia. Una prospettiva marxista scritto da Alan Woods, principale teorico e dirigente dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria, e recentemente pubblicato in italiano dalla casa editrice militante AC Editoriale.
Come già il sottotitolo lascia intendere, non si tratta di un qualunque compendio della storia delle teorie filosofiche che si sono avvicendate dai presocratici ai giorni nostri, ma del tentativo esplicito di tracciare e seguire il percorso dialettico di quelle idee.
Come la storia di ogni società esistita fino a questo momento è storia di lotte di classi, così la storia della filosofia, sia pure su un piano che non è sovrapponibile all’altro in modo meccanicistico, viene presentata come una incessante battaglia di idee che nella loro essenza sono riconducibili ai due campi fondamentali del materialismo e dell’idealismo, a loro volta attraversati da uno sviluppo storico e da correnti contrastanti.

Il testo di Alan Woods mette in luce come lo stesso sviluppo storico delle idee e del pensiero umano abbia avuto un movimento dialettico, in cui ogni teoria è in qualche modo debitrice di quelle che l’hanno preceduta e non è realmente comprensibile senza tenerne conto. Se nei testi accademici e scolastici, perlopiù concentrati nell’esposizione “empirica” delle varie teorie, questo movimento è normalmente trascurato e lasciato sullo sfondo, la finalità di questa Storia della filosofia è invece precisamente quella di rimetterlo in primo piano: è il percorso dialettico delle idee il vero protagonista dell’opera.
Si spiega con questo approccio – dichiarato fin dall’introduzione – la trattazione relativamente sintetica delle singole scuole filosofiche, di cui vengono esposti gli elementi salienti e, soprattutto, il loro rapporto reciproco.
Il richiamo alla Storia della filosofia di Hegel è evidente e riconosciuto, ma altrettanto evidente è la distanza dalla concezione idealista del grande filosofo tedesco, che del resto non è altro che la distanza che separa la dialettica hegeliana dal materialismo dialettico elaborato da Marx ed Engels.
Da un lato, nella Storia della filosofia di Woods uno spazio preminente è dato a quelle idee che in qualche modo anticipano e contengono in nuce gli sviluppi successivi, e in particolare quelle che prefigurano – fatta ovviamente la tara del livello completamente diverso di conoscenze scientifiche e strumenti tecnologici – il futuro materialismo dialettico, ne costituiscono una sorta di albero genealogico. Da Eraclito alla scuola di Epicuro e poi di Lucrezio – autori alla cui concezione materialista dell’universo risale, se mi è consentita una piccola digressione personale, la mia “conversione” all’ateismo all’epoca del liceo – fino all’idealismo oggettivo nella teorizzazione di Spinoza e di Leibniz.
Dall’altro lato, è costantemente rimarcato nel testo il nesso tra lo sviluppo delle idee e quello della società nel suo complesso, delle conoscenze scientifiche, delle tecnologie e – ultimo ma non ultimo – dei rapporti di produzione.
Ecco perché nell’opera un’importanza centrale è attribuita alla rivoluzione tecnologica e scientifica dell’età rinascimentale, che segna l’avvio della storia moderna della filosofia a partire dalle scoperte nel campo dell’astronomia, antecedente storico e materiale necessario per la nascita di tutte le teorie filosofiche moderne, dal materialismo meccanicista degli empiristi britannici all’idealismo oggettivo di Cartesio, Spinoza e Leibniz, fino al vicolo cieco rappresentato dalla teoria della conoscenza kantiana.
Dopo il passaggio rivoluzionario della filosofia hegeliana, l’ultima tappa del “viaggio” attraverso la storia della filosofia è rappresentata dal materialismo storico e dialettico che costituisce il nucleo del marxismo.
La teorizzazione di Marx ed Engels, spiegata attraverso la disamina delle Tesi su Feuerbach, conclude non solo il volume, ma in un certo senso la stessa storia della filosofia per come era stata concepita fino ad allora.
Con il marxismo, infatti, la filosofia si sposta dal mondo della speculazione a quello della prassi, della trasformazione di una realtà conoscibile in quanto modificabile dall’azione cosciente degli uomini. Nell’affermazione, con l’undicesima tesi, che i filosofi devono ora trasformare il mondo, avviene il passaggio definitivo e senza ritorno dalla battaglia confinata al mondo delle idee a quella per la trasformazione rivoluzionaria della realtà intesa come realtà sociale, necessariamente collettiva. Da questo momento, la sola filosofia che possa avere un senso è quella che costituisce strumento della lotta per il cambiamento materiale della società.

Coerentemente con questa tesi, non c’è nessun capitolo ulteriore nella Storia della filosofia di Alan Woods: a conti fatti, tutto quello che è stato detto dopo Marx è stato detto essenzialmente per contrastare questa idea e soprattutto per contrastare l’idea della necessità di un cambiamento rivoluzionario della società. Ed è per questo che in tutte le teorie che si propongono di “superare Marx” non c’è nemmeno un concetto che non appartenga alla filosofia precedente, e che non sia già stato superato dallo sviluppo storico del pensiero. In particolare la filosofia postmodernista, che costituisce dichiaratamente il principale bersaglio polemico dell’autore, non è altro che una versione rimasticata e semmai meno onesta del vecchio idealismo soggettivo di Berkeley.
L’unico sviluppo possibile dopo la scoperta del materialismo dialettico è l’azione rivoluzionaria: dopo l’undicesima tesi su Feuerbach comincia idealmente il Manifesto del Partito comunista.
In questo risiede l’attualità dell’opera di Alan Woods e la sua importanza in un’epoca in cui le contraddizioni del mondo reale e, soprattutto, la necessità di una sua trasformazione radicale, appaiono sempre più chiare non solo a una piccola avanguardia di militanti, ma a uno strato sempre più ampio di giovani: il libro si rivolge principalmente a costoro, ma l’ottimismo di fondo che lo ispira – e che è una caratteristica essenziale del marxismo – sarà una ventata di aria fresca anche per tutti gli altri lettori.

[Una presentazione del libro, organizzata dalla sezione italiana dell’Internazionale Comunista Rivoluzionaria, si terrà all’Università degli Studi di Milano il 20 febbraio alle 15.30.]

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