
La presentazione che ha chiuso il sipario della quinta edizione di Sherbooks è stata quella del libro “Nero. Il complotto dei complotti”, edito da Effequ. Un romanzo di fantascienza definito dallo stesso autore come uno “Spaghetti-verso”, un multiverso all’italiana, dove i disoccupati vengono mandati indietro nel tempo dai centri per l’impiego, nel disperato tentativo di trovar loro lavoro o, meglio, come tentativo di liberarsi degli indesiderati, delle categorie sociali da eliminare, delle quali le persone migranti e disoccupate sono le più alte rappresentanti.
L’autore Luca Giommoni utilizza il viaggio nel tempo per raccontare e criticare la società attuale, facendone una satira pungente. Il protagonista Nero, insieme agli altri personaggi, esplora l’assurdità del mondo della ricerca del lavoro contemporaneo, tra colloqui di lavoro agghiaccianti, schemi piramidali, tirocini non pagati e crudeltà senza tempo dei governi in carica, provando a sopravvivere e cambiare le cose in un mondo che li mastica e li sputa costantemente.
Riccardo Canino, in conversazione con l’autore, ha sviscerato i temi principali del romanzo. Il primo è senz’altro quello dei complotti, che Giommoni descrive come delle narrazioni avvincenti, “un buon libro che si sa da dove inizia ma non si sa mai dove può finire, che offre risposte semplici a domande complesse”. Il protagonista eredita la passione per i complotti dalla madre, e, anche se non è un complottista “vero”, li utilizza come strumento per spiegare i costanti fallimenti nella ricerca del lavoro.
Il “complotto dei Beppe” è il più italiano di tutti, è quello per cui trovare un lavoro è impossibile a meno che non si disponga di un Beppe, figura ambigua e sfuggente che può essere uno zio, un amico, un conoscente, l’unico in grado, attraverso i suoi contatti, di tirar fuori un lavoro dal nulla. Un Beppe è una piccola fabbrica di raccomandati, un miraggio per i disoccupati disperati, vessati da una ricerca assurda ed avvilente, privilegio per poche persone e soprattutto perno su cui si regge l’intero mercato del lavoro italiano.
I complotti di Nero raccontano ognuno un pezzetto di realtà contemporanea, e sono popolati di personaggi intriganti come i Busenga. Busenga è un sostantivo ambigenere e indeclinabile, che descrive chi, in un eccesso di autostima, crede che il successo sia un merito e il fallimento una scelta, e che di conseguenza esistano persone di serie A e di serie B. Sono persone che, nel tentativo di far bene a se stesse, fanno male al mondo. È al Busenga nascosto in ognuno di noi che la politica si rivolge, nel proporre politiche intricate di dubbia moralità, pur di salvare il sistema così com’è. I Busenga sono, infatti, i destinatari originari della tecnologia per il viaggio nel tempo, nata come prodotto per l’industria turistica, e poi utilizzata come “techno-fix” per trovare lavoro.
La presentazione termina tra aneddoti divertenti presenti nel libro e tratti dalla vita personale dell’autore, e riflessioni sul ruolo degli scrittori di fantascienza che, a detta dell’autore, sembrano essere gli unici a preoccuparsi dell’essere umano.