La divinità della natura e la bellezza della campagna

Non c’è bisogno di leggersi particolari testi, partecipare a funzioni religiose, innalzare cattedrali o monumenti a questo o quel dio per rendersi conto della divinità naturale che ci circonda e, senza nemmeno citare le varie meraviglie spettacolari in giro per il mondo, basta una passeggiata in un bosco, il tramonto sul mare, un frutteto in fiore, montagne innevate, delle nuvole in corsa mosse dal vento. Peccato che sotto i nostri occhi ci siano sempre meno questi spettacoli e sempre più mini schermi luminosi che non sono assolutamente paragonabili alle bellezze della natura che ci vengono tra l’altro elargite gratis ogni momento senza pagare elettricità, tasse o abbonamenti. 

Ci si dimentica o non ci si accorge del divino della natura e poi ci si chiede come mai ansia, burn out, disperazione, autolesionismo, stress, mancanza di senso, malattie varie, disagi di ogni tipo siano ormai la prassi dell’uomo e della donna moderni. Sarebbe come chiedersi se ci sono conseguenze fra fare una vita in cella e una in libertà. Purtroppo le celle mentali in cui si rinchiudono volontariamente le persone danno la parvenza di libertà e quando si percepiscono malesseri si riconducono a tutto tranne che alla vera causa, cioè l’allontanamento dal divino naturale. Altro aspetto negativo della faccenda è che frequentando l’artificiale si diventa più artificiali e si fa meno ricorso alla nostra intelligenza. Si tralascia di imparare dalla vera intelligenza che è quella della natura che con i suoi miliardi di anni di evoluzione ci regala meravigliosi insegnamenti e, invece di imparare, la distruggiamo e ci rivolgiamo alla stupidità delle macchine. Ad esempio, i testi di Stefano Mancuso sulle piante descrivono un mondo prezioso e affascinante ed è solo una parte infinitesimale di quello che potremmo sapere. Del resto i popoli più progrediti in assoluto sono quelli immersi nella natura e hanno una conoscenza reale che nemmeno tutti i computer del mondo uniti riuscirebbero ad uguagliare. Se avete difficoltà, problemi, stress, provate la medicina della natura; provate a pensare che riavvicinarvi a quello che ci contraddistingue è probabilmente la migliore idea che si possa avere. Peccato che contro queste ovvietà si pronuncino anche personaggi ignoranti seppur acculturati, snob, più o meno radical chic che parlano di natura o di ritorno alla campagna come qualcosa di irrealistico, difficile, duro, velleitario, a seconda della storia che devono vendere e relativi soldi da guadagnare. Contro la campagna ne sono state dette di tutti i colori, ad iniziare dal dipingere il campagnolo come arretrato, ignorante, al confronto del moderno e scaltro cittadino. La televisione c’è andata a nozze con questo stereotipo e i risultati non si sono fatti attendere, visto che le persone si sono riversate nelle città e sono diventate completamente dipendenti, dimenticando tutto quello che di positivo, intelligente e utile insegnano la natura e la campagna. Però andare a vivere in campagna non lo si può improvvisare o fare da sprovveduti, soprattutto se si è dei cittadini senza alcuna esperienza o capacità. Se si fa il passo allo sbaraglio e magari pure da soli, è molto probabile che si vada incontro a problemi e si finisca per pensare che la colpa è della campagna e non della propria stupidità e arroganza. Piuttosto che imparare umilmente, se si fallisce, si preferisce dire che la campagna è dura, invivibile, di sacrificio, solitaria, il che fa anche ridere perché le città sono piene di single che
vivono in una “solitudine affollata”. Le critiche fatte da gente in mala fede, sono tutte balle visto che gli italiani sono dei contadini e agricoltori sopraffini e nel nostro paese abbiamo una biodiversità e terra fantastica grazie alla quale praticamente ci cresce di tutto, altro che campagna ingrata, dura e stupidaggini assortite.
Tornare da dove veniamo non è né complicato, né duro ma va fatto in maniera saggia, organizzata e collaborativa, sapendo a cosa si va incontro. Non pensando che tutto si risolva in un click, che basti avere soldi, come è la prassi nelle città dove si può comprare qualsiasi cosa, tranne le cose più importanti della vita, che di certo non si acquistano con nessuna carta di credito e non si materializzano tramite un cellulare. Se volete avere consigli in merito e prepararvi al grande salto verso la campagna, cercando di ridurre errori e fatica, potete partecipare al corso a offerta libera del sabato 22 marzo organizzato dall’associazione non profit di promozione sociale PAEA, che si tiene nel progetto di autosufficienza e tutela ambientale Alba Verde a Montebamboli nel Comune di Massa Marittima in Toscana. E a chi volesse attingere ai vari affreschi di spiritualità e natura consiglio il libro Taccuino di J. Krishnamurti che unisce le due cose e dimostra, semmai ce ne fosse ancora bisogno, dove risieda il divino.

(Foto: Pexels)

QUI il programma completo del corso del 22 marzo e le modalità per iscriversi

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