
Di Glauco Benigni
Da quando la sociologa Shoshana Zuboff ha scritto nel 2019 il suo famoso saggio, “Il capitalismo della sorveglianza”, si parla molto di Controllo, Vigilanza, Raccolta ed elaborazione Big Data, assenza di Norme a tutela dei “sorvegliati” e così via. Si parla, si fanno i convegni, le manifestazioni in piazza…nel frattempo “Noi impotenti di massa” non riusciamo a sottrarci a questa nuova pratica vessatoria che il Potere Mondiale, nelle sue diverse forme e declinazioni, siano democrazie o meno, esercita sui Popoli.
Se ci guardiamo indietro si vede nettamente che il Controllo sociale è stato esercitato dalle Elites, in qualche modo, “da sempre”, ma negli ultimi 20 anni si è rafforzato e si è dotato di una forza, una frequenza e un’efficacia che in passato non s’erano manifestate. Quindi ci si chiede “come mai” sta succedendo tutto ciò? Perchè non c’è una vera reazione da parte dei Sorvegliati che sia in grado di limitare gli effetti perversi della Sorveglianza? Ma una tale reazione, visto che i Governi, le Aziende e i Guerrieri appaiono conniventi, è ancora pensabile?
Ovviamente la risposta è complessa, molto complessa, e richiederebbe per lo meno un altro libro. Molti elementi di geopolitica, di lotta (vera o falsa) al terrorismo, di sicurezza sociale (vera o falsa), di marketing (quello sì tutto vero), di sanità pubblica, etc…si aggrovigliano tra loro e rendono l’oggetto di analisi talmente vasto da richiedere una trattazione multidisciplinare. Io qui invece vorrei limitarmi a far luce su alcuni aspetti che di solito si definiscono “tecnologici”, ma che in realtà, pur essendo tali, sconfinano e condizionano una bella porzione delle materie brevemente descritte.
Stante che la Storia ce l’ha insegnato: le Elites si sono sempre dotate di sistemi di Sorveglianza, al fine di Controllo e eventuale Repressione.
C’è una fascia di anni del secolo scorso, però, in cui appaiono o si perfezionano nuovi strumenti che definiscono il passaggio da un’era totalmente meccanica a una nuova era alla confluenza di elettronica, informatica e ottica. Tale passaggio ha condotto ad una nuova dimensione e ha favorito, come vedremo, un cambio radicale di paradigma nell’antica pratica della Sorveglianza fatta di appostamenti segreti, registrazioni audio e irruzioni all’alba nelle tipografie clandestine.
L’evoluzione di strumenti quali telefoni, macchine fotografiche, registratori audio, reti di trasporto e segnali analogici ha inevitabilmente consentito la mutazione di una decina di fattori e condizioni storiche che connotavano la Sorveglianza. La dimensione tecnologica nella quale tale mutazione è avvenuta, al dunque, si chiama “dimensione digitale”. Perchè? Perchè nella dimensione digitale – non smetterò mai di ricordarlo – le precedenti variabili fondamentali della vita sociale, cioè lo Spazio, il Tempo e la Velocità mutano sostanzialmente. In dettaglio: lo Spazio tende a ogni luogo raggiungibile da un contenuto numerizzato, il Tempo tende a zero e la Velocità tende a infinito.
In estrema sintesi, se si adotta la definizione “dati” invece di “informazioni presenti in foto, testi, registrazioni audio e video” possiamo dire che quella catena di lavorazioni che consentiva la Sorveglianza – cioè: la produzione di dati, la raccolta, il trasporto, la ricezione, l’elaborazione, l’archiviazione e il reperimento – dalla fine del 1900 comincia a godere dell’uso di strumenti molto raffinati quali satelliti, cavi a fibra ottica, videocamere a basso costo, spie audio e strumenti miniaturizzati in genere, ma soprattutto oggi gode del “trasporto dati” su reti digitali, dello stoccaggio e reperimento in memorie remote, il tutto effettuato a velocità infinite e tempi che tendono a zero. Se uniamo a tutto ciò il fatto che i Sorvegliati stessi, che in passato si limitavano ai propri diari o alle lettere dal fronte, oggigiorno documentano la propria esistenza in continuazione grazie a strumenti digitali evoluti quali smart phones, portatili e altri indossabili o addirittura iniettabili quali microchips; e se ci rendiamo conto che tali strumenti consentono livelli e quantità di invasività progressiva mai registrata in precedenza, cominciamo a capire quante variabili siano cambiate a favore del Controllore e a totale sfavore del Controllato. Ovvero quanta Privacy viene ceduta ogni giorno, ogni ora, a favore di un indeterminato narcisismo digitale che espone i Sorvegliati alla perdita totale della propria Sovranità identitaria.
Certo il Controllore potrebbe essere discreto e rispettare la Privacy e la manifestazione infantile di narcisismo primario che connota la maggioranza degli umani. La questione è che il Controllore è ben contento e anzi sollecita in continuazione il Controllato a generare Dati che lo riguardano perché, come abbiamo detto prima, più ne sa più lo controlla e/o lo scambia quale consumatore potenziale o merce. Il Potere è CATTIVO? Fatti una domanda e datti una risposta.
Vediamo ora in dettaglio cos’è cambiato nel tempo. Da quanto brevemente descritto si intuisce che la Sorveglianza classica, quella che una volta era esercitata solo “a ridosso” del sorvegliato, in modo “visibile”, da parte di soggetti noti, dall’avvento del telegrafo prima e del telefono poi è mutata al punto di poter essere esercitata “da remoto”, in “modo invisibile” e da parte di “soggetti anonimi che possono appartenere anche ad altri Stati”. La cosa fantastica è che questo aspetto mette in competizione fra loro i Poteri di diversi Stati, ognuno dei quali per battere l’altro tende a rafforzare la Sorveglianza sul proprio territorio. Vedi la recente folle proposta di Calenda di istituire strutture che controllino eventuali ingerenze dall’estero sulle elezioni o cento altri esempi riguardanti il braccio di ferro tra la UE e i Social Network USA o cinesi o filorussi.
Già questo basterebbe a capire in che guaio ci siamo cacciati senza reagire appropriatamente, ma è solo l’inizio, perché Sua Maestà la Sorveglianza, che ancora nella seconda metà del 1900 si manifestava in modo “temporaneo o occasionale”, nei confronti di un soggetto più o meno consapevole e alla velocità consentita dagli strumenti tecnologici utilizzati nel secolo scorso, oggi si rivela “continuata”, su soggetti quasi sempre ignari e a velocità prossima a quella della luce.
La lista delle mutazioni sembrerebbe finita ma non è così. A ben guardare la Sorveglianza che una volta doveva essere “autorizzata da Autorità nazionali” oggi è spesso “autorizzata da privati globalizzati” e quella che erano solo foto rubate o audio gracchianti oggi sono videoclips a risoluzione altissima o addirittura in 3D e riconoscimento facciale rilevabili da satellite orbitante a 160 Km d’altezza.
A questo punto i miei gentili lettori o video ascoltatori o intervenuti alle conferenze mi chiedono con voce rotta dall’emozione: “Ehhh … ma che possiamo fare?”, e io, confesso, in quell’istante provo un groviglio di sensazioni di cui alcune contrastanti. Suggerire il capovolgimento di regime con la violenza non si può! Aspettare le tornate elettorali sta diventando intollerabile, vista fra l’altro la percentuale di astensionismo e tanto altro. Certo molti buoi sono scappati, quasi tutti. Le guerre poi giustificano qualsiasi ulteriore vessazione: dal riarmo europeo, a spese dei contribuenti ovviamente, alla rafforzata Sorveglianza di cui abbiamo parlato finora. Però non voglio cedere all’impotenza e allora spolvero la Resistenza Civile di Lunga Durata:
- Smettere di consumare in modo superfluo soprattutto merci e servizi non “made in Italy”. È Nazionalismo? Direi riacquisizione di Sovranità ceduta.
- Riciclare, riusare, ridurre i consumi ai limiti del pauperismo.
- Rendersi conto che sono soprattutto i consumi digitali, le lunghe esposizioni a PC e smart phones, quelle che alimentano al meglio la Sorveglianza, quindi…ridurre al massimo.
- Non affidare la propria salute alla Casta degli Stregoni OMS né i propri risparmi alla Finanza malandrina.
- Studiare…cercare di capire sempre meglio i modi in cui le Elites truffano i Popoli e agire di conseguenza.
- Partecipare attivamente alla vita politica della nazione e votare a favore dell’onestà.
- Non farsi ipnotizzare dai Media Mainstream e dai falsi idoli che vengono in continuazione offerti da Netflix e dalle TV.
- Lavorare sodo, ovviamente.
In tal modo il mondo potrebbe ancora cambiare in meglio. Però sbrighiamoci perché tira una brutta aria.
Di Glauco Benigni
20.03.2025
Glauco Benigni. Giornalista professionista e saggista.