
Noi non siamo bacchettoni, e neppure prevenuti.
Proviamo a commentare l’attualità con il buonsenso di chi conversa tra amici, come fossimo al bar.
Ma questa puntata deve parlare di diversi fatti, che a dire il vero ci fa pensare di essere in un grande circo, piuttosto che nel mondo reale.
Partiamo dalla creazione di questa tessera sanitaria lombarda, pensata da Bertolaso l’anno scorso e ora realtà concreta, la cui logica è semplice: ti comporti “bene”, e noi ti premiamo. Iniziativa teoricamente volta a incentivare la prevenzione, quindi positiva, ma nei fatti e nelle conseguenze potenzialmente terrificante. Il controllo dei comportamenti di tutti cittadini, prima solo sanitari e poi non si sa, è qualcosa dalla quale bisogna sempre necessariamente fuggire, quali che siano le intenzioni.
In una fase di crisi del sistema sanitario nazionale così come lo hanno conosciuto le generazioni passate, dove sempre di più la salute diventa anche una questione di censo, concentrare l’attenzione sui comportamenti del cittadino attraverso l’utilizzo di tessera a punti stile supermercato assume il volto della perfida beffa.
Proprio quando i dati ci dicono che, ma noi ne avevamo già ben sentore, gli stipendi continuano a non crescere solo in Italia, e un italiano su quattro è a rischio povertà, i nostri dirigenti si concentrano su come stringere ancora di più il cappio intorno al collo della gente: finiremo tutti poveri e pilotati nei comportamenti?
E mentre la situazione si fa drammatica, il commissario alle crisi dell’Unione Europea fa un video in cui fa vedere cosa ci dovrebbe essere in una borsetta attrezzata per una emergenza (di guerra?) di almeno 72 ore.
PREPARATEVI!
Ci dice la signora Hadja Lahbib . E le sue colleghe uguali, in questi richiami che ci paiono tanto segnali di una irrefrenabile voglia di guerra (tanto, mica ci andrebbero loro, a combattere).
Un monito che indiscutibilmente piace a queste classi dirigenti degli ultimi anni. “Caro popolo”, sembrano dire, “preparatevi alle crisi apocalittiche, di qualunque tipo esse siano”.
Così, serenamente, col sorriso sulle labbra, una roba da film horror, col carnefice che sorride prima di infierire sulla vittima. Ma non è che il problema a Bruxelles sia, prima di tutto, i dirigenti che si sceglie?
Oddio, non è che in Italia si stia meglio: vogliamo parlare dell’iniziativa della proposta di legge di Franceschini per obbligare all’utilizzo del cognome della madre, anziché a quello del padre? Così si sconfigge il patriarcato, perbacco! Vuoi mettere l’urgenza di una proposta del genere: dare ai figli solo il cognome della madre come risarcimento dopo secoli in cui i figli hanno preso il cognome del padre e
le donne hanno subito un’ingiustizia e una discriminazione di genere.
Una priorità assoluta, insomma.
E dunque, sul ponte sventola banchiera bianca? Di fronte a tanta massa di intelligenza che si riversa sulle vite di noi poveri Cristi, la tentazione è quella di arrendersi.
Non noi del Bar, che comunque dibattiamo di codeste simpatiche amenità.
Buona visione!