
“Ieri ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio e sto cambiando me stesso”. Questa bella frase attribuita al poeta Jalal ad-din Rumi vissuto tra il 1207 e il 1273 è usata spesso da coloro che devono darsi una qualche giustificazione rispetto a cambiamenti che non riescono a fare o per il loro disinteresse nei confronti di ciò che li circonda. Io personalmente cambierei la frase in
questo modo: Ieri ero intelligente e volevo cambiare il mondo. Oggi sono saggio e continuo a fare lo stesso.
Con il trionfo del capitalismo, quindi dell’individualismo e la sconfitta di qualsiasi progettualità avesse a che fare con il collettivo e la conseguente distruzione della comunità, si è diffuso il pensiero che se non si riesce a cambiare l’esterno, si provi almeno a cambiare noi stessi.
Di per sé il ragionamento non è sbagliato, infatti cambiare se stessi significa fare un grande passo avanti nella consapevolezza. E così, complice anche il declino delle religioni varie, negli ultimi anni è esploso il business delle guide spirituali o mentori di tutti i tipi, coach di ogni modello, formato ed esigenza che promettono con infiniti metodi, più o meno fantasiosi, spesso con copyright, di cambiare l’io. Queste pratiche sono uno dei mezzi più efficaci per fare sentire le persone a posto con la loro coscienza perché “stanno cambiando”. Peccato che nella quasi assoluta quantità di casi a questi fantomatici cambiamenti interiori non corrisponde alcun cambiamento esterno, come se addirittura il cambiamento interiore in qualche modo anestetizzasse qualsiasi altro cambiamento. E può anche darsi che sia proprio questo l’obiettivo dei cambiamenti interiori. Del resto non ci vuole molto a capire che, ad esempio, avere i propri soldi nelle banche armate o fossili, investire nelle attività più aberranti e nocive, essere consumisti, fare un lavoro che è dannoso per gli altri e il pianeta, sono cose che con il cambiamento interiore, che dovrebbe in teoria essere qualcosa di positivo, non vanno molto d’accordo, anzi sono in aperta contraddizione. Eppure i vari venditori di “cambiamento” usano parole chiave come amore più o meno universale, consapevolezza, benessere, rispetto, divinità e così via, però non si capisce come possano queste parole conciliarsi con degli atti che vanno in direzione contraria. Ma i guru del “cambiamento” questi aspetti si guardano bene dal farli notare perché perderebbero all’istante i loro clienti e relativi lauti guadagni. Anche perché il guru più è titolato e più incassa. Come disse il mitico Antonio Albanese in un suo film: ci si impegna a ricercare il proprio io interiore e cosa si fa se si scopre che è uno str….? Quindi in base a come si usano i propri soldi, al proprio lavoro, alle proprie scelte, si può fare del male al prossimo e all’ambiente ma questo sembra proprio che non rientri nella presa di coscienza interiore e nel cambiamento dell’io, che si ferma subito al comodo e all’utile. E si può di certo cambiare anche profondamente e diventare davvero una persona migliore ma se non migliora niente del proprio stare nel mondo, il cambiamento è sostanzialmente un bluff, una anestetizzante della coscienza. A dimostrare quali siano i reali obiettivi di questi pseudo cambiamenti interiori ci sono anche i vari interventi dei guru che quasi sempre sono anche consulenti aziendali (guarda caso, sempre ai soldi si va a parare…), non importa quali siano le aziende a cui fanno consulenze; si può così tranquillamente andare dalle maggiori multinazionali devastatrici del pianeta, fino all’azienda locale dedita a qualsiasi attività. E a ulteriore conferma che il soldo è il faro della questione, i video dei vari “esperti” sono strapieni di pubblicità di gatti e volpi del guadagno facile, che cercano in tutti i modi di accalappiare i polli che ci cascano con mirabolanti soluzioni finanziarie, tecniche infallibili, investimenti sicuri, intelligenza artificiale. Questi metodi sono spesso autentiche truffe o modi per sfruttare persone e risorse senza preoccuparsi di niente e nessuno, il tutto veicolato dall’avidità. Non si direbbe proprio quindi che anche questi siano cambiamenti positivi, eppure vengono proposti; ciò dimostra chiaramente che i soli cambiamenti personali spesso non modificano nulla di sostanziale e anzi forse peggiorano pure la situazione perché ci si sente cambiati dentro e ci si convince che si è buoni, bravi e saggi…
Sia chiaro, nessuno è perfetto, tutti facciamo compromessi ma per favore non prendiamoci in giro con questa storiella che il cambiamento interiore è quello vero (e purtroppo spesso il solo), perché se ci preoccupiamo solo di noi stessi, se ce ne freghiamo di tutto quello che ci sta intorno, se ci importa solo di mantenere comfort, consumi e menefreghismo, allora più che un cambiamento è una totale assenza di umanità e del conseguente tanto strombazzato “amore”.
L’umanità da sempre si è data una mano, cioè l’esatto contrario del trionfo dell’ego; infatti se fin dall’inizio le persone avessero pensato solo al loro cambiamento interiore e se ne fossero fregate degli altri, di tutto quello che facevano e che gli accadeva intorno, probabilmente la nostra specie sarebbe sopravvissuta solo qualche mese, il tempo di essere sopraffatta dagli altri animali.
Sappiamo bene che fin dalla pancia della madre siamo bombardati dal mantra: fregatene di tutto e tutti, fai solo quello che ti conviene e pensa solo a te stesso; ma questo non vuol dire che sia giusto, sensato e soprattutto sano e che operi quel cambiamento necessario anche verso gli altri che da sempre contraddistingue la nostra specie.
Quindi ben venga il cambiamento interiore se è accompagnato dal cambiamento esterno e da tutto quello che ne consegue su come si usano i soldi e dove li si mettono, su che lavoro si fa, dove si vive, che spese si fanno, come si educano i propri figli, dove li si fa vivere e tante altre scelte simili.
Allora sì che il cambiamento interiore sarà sincero, altrimenti alimenterà solo il proprio ego ingrassando le tasche dei tanti gatti e volpi del cambiamento truffa.
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