Un contributo di Mario SASSI (*)
Nonostante la tempesta del coronavirus, quello dei Green (New?) Deal italiani ed europei sarà (o dovrebbe essere) uno dei temi più importanti del nostro dibattito politico dei prossimi anni. L’inconsistenza e l’insufficienza dei piani attuali, sia italiano che europeo, sono sempre più evidenti ed hanno già incassato severe critiche, tra cui quella di Greta Thunberg all’ Europarlamento: “Ue a zero emissioni nel 2050? Non è obiettivo ma resa”
In questo contesto, segnaliamo l’ultimo saggio di Riccardo Mastini, che descrive alcune idee per un Green New Deal davvero all’altezza della crisi ecologica, prendendo spunto dal libro “A Planet To Win” scritto da un gruppo di intellettuali statunitensi che hanno anche contribuito alla formulazione del programma elettorale di Bernie Sanders.
Nel libro (e nell’articolo) si sostiene che un vero Green New Deal deve andare oltre le semplici proposte di impiegare il potere dirigista dello Stato per coordinare e finanziare la trasformazione infrastrutturale e produttiva di un paese, ma deve anche ridurre le diseguaglianze, democratizzare l’economia, ampliare la sfera dei diritti, demercificare i servizi di base ed abbandonare la chimera della crescita verde.
Non è un libro sulla decrescita, ma lo sembra: “.. la vera sfida è quella della riduzione dei consumi aggregati accompagnata da una ridistribuzione dei consumi fra classi sociali. La lotta alla povertà deve quindi passare per una riduzione delle diseguaglianze e non per un’ulteriore crescita del PIL. Dobbiamo riorganizzare il modo in cui produciamo e consumiamo così da permettere a tutti di vivere dignitosamente utilizzando poche risorse, producendo pochi rifiuti, e garantendo l’inclusione lavorativa.”
Molto interessante anche il riferimento alla questione lavorativa che, come ben sappiamo anche in Italia, è sempre più utilizzata per mettere in scacco le proposte di conversione ecologica.
Terremo conto di questa e di altre idee (come il “reddito di cura” di cui scrive Stefania Barca) anche per le future revisioni della nostra “Visione su Occupazione e Lavoro”, su cui aspettiamo il contributo dello stesso Riccardo.
(*)Membro del (Gruppo Tematico Decrescita ed Economia MDF)
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