Un contributo di Fridays For Future Venezia-Mestre, Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico a Marghera, Opzione Zero e Medicina Democratica in merito alla giornata di ieri a Marghera, dall’occupazione degli uffici direzionali di Veritas da parte di Fridays For Future fino alla grande assemblea della sera per la costruzione della mobilitazione contro l’inceneritore di Fusina a cui hanno partecipato più di 600 persone.
Una grande giornata di mobilitazione e di lotta per Marghera, quella di ieri, iniziata la mattina con l’occupazione dell’ufficio direzionale di Veritas, attuata dalle attiviste e dagli attivisti di Fridays For Future Venezia-Mestre, che per alcune ore hanno occupato e bloccato l’accesso agli uffici direzionali dell’azienda per protestare contro la decisione di costruire in nuovo inceneritore a Marghera nella località di Fusina. Un’azione che rientra all’interno della giornata di mobilitazione nazionale lanciato da Fridays For Future Italia.
Inizia così una giornata di lotta che culmina, il pomeriggio, in una straordinaria assemblea, promossa dall’Assemblea Permanente Contro il Rischio Chimico a Marghera, da Fridays For Future Venezia-Mestre, dal comitato Opzione Zero della Riviera del Brenta, da Medicina Democratica e che ha visto partecipare oltre seicento persone nella piazza centrale di Marghera. Più che un’assemblea una prima vera risposta di piazza dopo la decisione della commissione VIA regionale di dare il via libera al progetto di nuovo inceneritore di Veritas/Ecoprogetto.
Tante le voci di comitati ed associazioni dell’area metropolitana, come Quartieri in Movimento e comitato No Grandi Navi, oltre a tanti altri tra cui numerosi medici e pediatri della città, che in piazza ieri hanno detto chiaramente no a questo nuovo eco mostro. Tra le varie voci anche quelle dei presidenti di municipalità con in testa Gianfranco Bettin presidente della municipalità di Marghera da subito espressasi contro il nuovo progetto di incenerimento.
Un’assemblea, quella di ieri, che da subito ha indicato la necessità di costruire un piano di mobilitazione per le prossime settimane a partire da quella di sabato 13 Giugno a Venezia, un’occasione per portare in piazza tutte quelle lotte territoriali che hanno alla base la critica ad un modello di sviluppo diventato insostenibile per questo territorio. Sabato 20 giugno invece è stata lanciata una giornata di mobilitazione diffusa sui territori interessati dagli effetti dell’inceneritore con gazebi e stand informativi. Tante sono le proposte tra cui il boicottaggio di Veritas, presidi alle sedi di Bioman ed Agrilux, socie di Ecoprogetto ed attive nel business dei rifiuti, il ricorso al Tar, fino al blocco in caso di avvio dei lavori.
Da ieri è iniziata una fase di mobilitazione permanente su cui si gioca il futuro della nostra città. Come è stato ripetuto nei numerosi interventi che si sono susseguiti, e come da tempo i comitati ambientali e i giovani del territorio ribadiscono: il territorio veneziano è uno dei simboli dei cambiamenti climatici e della devastazione ambientale per tutto quello che ha subito negli anni, il polo chimico industriale di porto Marghera che ancora rappresenta un pericolo concreto come dimostra l’incendio delle scorse settimane dello stabilimento chimico, un territorio che da anni aspetta le bonifiche promesse, il passaggio delle grandi navi che devastano l’ecosistema lagunare, il Mose, l’acqua alta dello scorso novembre che ha messo in ginocchio l’intera città, il pesante carico di inquinamento da polveri sottili in una delle zone più inquinate d’ Italia. Tuttavia, di fronte a questo quadro così preoccupante, ieri siamo riusciti a dimostrare che se il nostro territorio rappresenta in tutto e per tutto la crisi climatica attuale, i cittadini e le cittadine che lo abitano e che si stanno mobilitando in questi giorni, rappresentano la resistenza e la lotta dal basso contro questa crisi, contro la devastazione ambientale e contro ogni politica che mira a mettere in secondo piano la salute e la salvaguardia dell’ambiente.